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BURIED - SEPOLTO regia di Rodrigo Cortés

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alexhorror     7 / 10  15/03/2012 20:59:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sigla interessante che scava nello schermo, rumori nell'oscurità, poi la luce di uno zippo. Il dramma di Paul è iniziato. Paul è un camionista americano, con famiglia e mutuo da pagare, che ha avuto la pessima idea di fare due soldi in Iraq. Il convoglio con cui viaggia è assalito e lui, unico sopravissuto si risveglia sottoterra, chiuso in una bara. Questo è "Buried", interessante lavoro dello spagnolo Rodrigo Cortés, notato dalla Lionsgate durante l'anteprima al Sundance Film Festival del 2010. La prima parte di film scorre via spedita e ansiogena, con il nostro Paul che, trovato un cellulare, si perde nei meandri della burocrazia, nel mio personale universo di significato non c'è angoscia peggiore delle segretarie che ti lasciano in attesa mentre sei in preda al panico totale, grande allegoria della comunicazione impersonale che è divenuta la norma. Fortunatamente l'idea di un film del genere è venuta ad uno spagnolo che si può permettere una sotterranea, ma aperta, vena critica all'intero panorama che circonda il nostro Paul, tanto che spaventano di più i dialoghi con l'esperto di ostaggi americano che quelli con il rapitore. Gli episodi si susseguono frenetici grazie agli sforzi del regista che mostra un coraggio invidiabile, girando 95 minuti di riprese fisse sul corpo di un solo attore costretto in una location non certo comoda. Così le frecciate ad una politica poco comprensibile si alternano ai momenti di pathos famigliare. Ma non è solo sostanza "Buried". Anche la forma è curata grazie ad escamotage tecnico/narrativi come l'uso di luci di diverso colore, derivate dai pochi oggetti trovati nella bara, un cellulare (azzurra), uno zippo (gialla), una torcia (bianca e rossa) e una barra luminosa (verde). Alcuni momenti di stanca ed alcuni episodi che scivolano pericolosamente verso il trash non scalfiscono la forza di una pellicola che va ben oltre quello che mostra (essendo molto poco) e che, come "Pontypool", rinuncia alla spettacolarità del visivo privilegiando un terrore del raccontato, originaria e sempre efficace figurazione dell'ignoto. I 94 minuti del film forse sono un po' eccessivi per un plot che, a mio avviso , originariamente doveva essere realizzato in cortometraggio, nonostante questo siamo di fronte ad uno dei prodotti più interessanti di una stagione horror che non ha avuto molto da offrire. Il finale che Cortès ci regala un americano non avrebbe mai avuto il coraggio di girarlo, l'ultima impennata di tensione e poi di nuovo il buio
KOMMANDOARDITI  15/03/2012 22:17:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ehi, sarai mica il Visa? :D

P.S.: Un po' come aveva fatto il Taranta in senso fumettistico, il buon Cortes ha appreso la lezione sottoterrigna di Fulci e l'ha "elasticizzata" per 90 minuti epurandola da ogni sostrato orrorifico/surreale.
E con molto talento ha tirato fuori un buon prodottino claustrofobico e cinicamente umano.
Inutile dire che il tuo 7 lo condivido pienamente.