caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

HANA-BI regia di Takeshi Kitano

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     7½ / 10  06/05/2012 11:36:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il principale difetto dei film di Kitano non è quello di toccare gli stessi temi, figurarsi, autori come Bergman lo hanno sempre fatto senza mai annoiare ad esempio, ma quello di essere stato in passato spesso ripetitivo.
Hana-Bi è un ottimo thriller che viene lentamente destrutturato: parte con l'azione, si arriva alla "grande rapina" e poi ai momenti di pace e silenzio, un silenzio che si fa sempre più grave e, nel finale, delicato. Con momenti di esplosiva violenza che arrivano all'improvviso, nel miglior stile di Kitano.
Attorno al personaggio principale una galleria di uomini depressi, nevrotici, grotteschi o caricature che spiazzano completamente.
E come con tutte le opere del regista nipponico, non si capisce mai dove si andrà a finire e forse questo spiazzamento che dura per buona parte del film p causa di ripetitività, anche un pò di noia. Fino a quando, guardando il mare e la ragazzina con l'aquilone, capisci tutto.

Kitano conobbe la consacrazione internazionale proprio con Hana-Bi; posteriormente non si può dire che il leone d'oro e i vari premi non siano stati meritati, ma forse (anzi sicuramente) la critica occidentale non conosceva alcuni lavori precedenti come Sonatine che sono di gran lunga superiori.
Ma certo anche Hana-Bi è una validissimo esempio del suo cinema dai tratti unici e che ad alcuni possono essere anche indigeribili.

Tornando a quanto espresso all'inizio, non bisogna cadere nell'equivoco di considerare i film di Kitano ripetitivi: sarebbe come dire che Bergman ha fatto solo film sul rapporto di coppia, la morte e Dìo. Di per sé è vero, ma è un etichetta limitante e che non fa capire appieno la portata profonda e nichilista di questo personaggio unico nel suo genere, un cabarettista versatile che sa far ridere e piangere teso com'è verso l'annientamento generale e di sé stessi. Grande cinema, ma dello stesso Kitano c'è di meglio prima e dopo anche se il finale, questo è vero, è di una bellezza anche quella disarmante. Come tutto il suo cinema.