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HANA-BI regia di Takeshi Kitano

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kafka62     8½ / 10  09/05/2018 15:59:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kitano è un autore nel senso più esteso del termine: suoi sono la regia, la sceneggiatura, il ruolo principale (quello di Nishi, indimenticabile con gli occhiali scuri, taciturno e ostinatamente chiuso di fronte al dolore che lo circonda), il montaggio, la scenografia, e persino i bellissimi quadri dipinti da Horibe. E', oltretutto, un autore geniale, perché reinventa il genere del film poliziesco, innestandovi motivi esistenziali che fanno del suo cinema un qualcosa di estremamente personale ed originale (avvicinabile forse ai noir di Melville di un mezzoi secolo fa). La violenza esasperata tipica dei film yakuza è qui contrappuntata da una visione romantica dell'esistenza (romantica nel senso vero e crudo del termine, quello che presuppone uno scarto ineliminabile tra ideali e realtà: qui tra il desiderio di una vita finalmente pacificata dopo tanti orrori e la violenza che, retaggio del passato, insegue Nishi condannandolo fatalmente all'annientamento). Il silenzioso e tenero rapporto tra Nishi e la moglie malata fa scorgere una imprevedibile vena contemplativa (vedi le poetiche scene in riva al mare), a tratti affettuosamente comica, che, se in qualche momento fa sorgere il timore di una regressione senile alla Kurosawa, subito lo dissolve con quella inesorabile progressione narrativa verso il doppio suicidio finale (il quale avviene, opportunamente, fuori quadro), che dà al film un'inconfondibile atmosfera malinconica.