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IL DIARIO DI UNA CAMERIERA regia di Luis Buñuel

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Invia una mail all'autore del commento wega     8½ / 10  18/01/2009 15:31:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il Diario di Una Cameriera" è finalmente un "minore" di Luis Bunuel, altrimenti non ci credevo neppure io. L' ho trovato comunque sia un film bellissimo, girato in Francia ed il suo più francese anche nella forma, distinguibile ancora di più dalla fotografia. Forse il suo limite sta nell' avere una drammaturgia di fondo abbastanza macchinosa soprattutto nella seconda parte, atipico per un film di Bunuel. E tuttavia si tratta sempre di un film in cui il regista critica l' alta borghesia, il fascismo, il corso della giustizia, la Chiesa con una carrellata di personaggi che spaziano dalla serva -intepretata da una sempre splendida Jeanne Moreau- arrivata da Parigi, dannatamente arrivista e che non avrà remore ad inquinare delle prove di colpevolezza; una padrona laida dentro e frigida probabilmente per "cause" religiose; il marito erotomane un po' goffo interpretato da Michel Piccoli; un vecchio capo famiglia inquietantemente feticista e in apparenza di un' agghiacciante incapacità nel provare emozioni; un vicino invadente; un servo fascista pedofilo e un' innocente bambina (Cappuccetto Rosso) con la funzione di frutto del peccato del Lupo Cattivo. L' indugio di Bunuel sui piani americani escludendo del tutto i primissimi piani salvo qualche primo piano (e solo per la bambina mentre di sfuggita per la Moreau e l' altro servo), più che per la tendenza classica della forma (intendiamoci la regia non è per niente del tutto classica), la sensazione che si prova è per la totale mancanza di compassione verso i personaggi, e quindi di un distacco emotivo nei loro confronti a partire proprio dal regista stesso. In via personalissima, ho sentito un leggero riflesso de "Il Servo" di Losey, ma forse proprio personale.