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IL DIARIO DI UNA CAMERIERA regia di Luis Buñuel

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Crimson     7½ / 10  23/09/2008 19:22:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ne 'il diario di una cameriera' il contesto è quello di una famiglia borghese di un paesino di campagna in cui prende servizio una domestica proveniente da Parigi (Jeanne Moreau). Dalla premessa è lecito pensare ad un film caratterizzato dal 'solito' monito d'accusa del regista nei confronti del vuoto borghese, ma c'è molto altro. E' un film che allarga lo spazio di riflessione alla natura umana in generale. Non lo definirei un 'giudizio universale', perchè è un'espressione che mi dà da pensare alla religione, certo è che l'atto di accusa coinvolge tutti, nessuno escluso.
Personaggi e dinamiche di grande fascino al centro dell'attenzione: raramente nonostante le vicende di pedofilia e abuso (le solite grandi contraddizioni della religione e del potere messe in luce da Bunuel) si ha l'impressione di partecipare emotivamente ad un dramma. I toni grotteschi sono presenti costantemente. C'è il padrone di casa feticista ossessionato dagli stivaletti; la figlia frigida sessualmente e il marito di lei (un grande Michel Piccoli, veramente in gran forma) represso al punto tale da arrivare a violentare la vecchia serva. I vicini di casa sibillini e un giardiniere-cacciatore fascista, depravato, schiavo del potere e al tempo stesso devoto religioso.
Impossibile parteggiare per qualcuno, nemmeno per Celestina che si dimostra un'abile arrivista: potrebbe rifiutarsi di lasciarsi assoggettare dalle proposte che gli vengono fatte, ma al contrario non appare mai a disagio difronte a situazioni che lo richiederebbero. E pur consapevole della verità sulla morte della bambina opera un tentativo maldestro di indirizzare le indagini.
Così non c'è risoluzione per le malefatte, i vizi borghesi e il crimine del giardiniere rimangono insoluti nei fatti, smascherati solo da un non consolante gioco psicologico del regista che regala una verità inascoltata e inutile ai fini della realtà oggettiva (sublimata dalla cattivissima scena finale, che lascia davvero con un senso d'impotenza e indignazione), ma sicuramente preziosa per arricchire una visione che non tutto è come appare.
Accosto moltissimo personaggi e tematiche a 'Lola' (1981) di Fassbinder.