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IL MAGGIORDOMO regia di Leo McCarey

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stratoZ     7½ / 10  29/01/2024 12:55:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

"Ruggles of red gap" è una commedia elegante e garbata che il già esperto Leo McCarey realizza sulla falsariga delle commedie sociali alcune già rodate, altre ancora da rodare, da parte di celebri colleghi tra cui il più influente è sicuramente Chaplin.
McCarey realizza un'opera in cui la narrazione parte comica e vuole sfruttare i paradossi che si vengono a creare tra le personalità del film in netta contraddizione, ma presenta fin da subito degli elementi riflessivi sullo status e sull'esistenza dei soggetti impiegati.
Il garbato maggiordomo Ruggles, inizialmente al servizio di un Duca inglese, viene vinto in una partita di poker da una famiglia americana - già nel soggetto è intrinseca la critica antiborghese con un oggettificazione dell'essere umano, che guardacaso ha anche paura della schiavitù in america prima di partire - e dovrà partire il prima possibile per la dimora di questa nuova famiglia.
Il vero punto di svolta della vicenda è l'entrata in scena di quel soggettone esuberante, grottesco, indomabile e dissacrante quale è Egbert, la figura antiborghese per eccellenza, facente parte della famiglia, con una moglie che cerca di imbrigliarlo in tutti modi ma che distrugge con i suoi comportamenti noncuranti delle convenzioni i fittizi valori borghesi dall'interno, ed ecco che qui avvengono tutte le migliori gag del film, nella parte centrale principalmente, con i gusti eccentrici di Egbert e i suoi motivi a quadri, con la sua voglia di godersi la vita e festeggiare sempre e comunque, soprattutto non badando a status ma considerando lo stesso Ruggles un compagno per fare festa, includendolo nei suoi momenti di svago nell'incredulità dello stesso maggiordomo, che inizialmente è impacciato e totalmente in bambola degli eventi causati da Egbert, ma che proprio grazie ad esso svilupperà una nuova consapevolezza di libertà ed uguaglianza, Egbert sarà il trigger che farà scattare la molla di autodeterminazione in Ruggles, sarà una sorta di liberatore, non fisico - perché le catene nel momento in cui è ambientato il film non esistevano più - ma psicologico - perché nonostante la formale abolizione della schiavitù esistevano ancora grosse disparità di trattamento - tramite il quale Ruggles finalmente riuscirà a riflettere da uomo libero, scegliendo la strada giusta per se stesso.

Questo percorso è relativamente graduale e passa da tanti episodi, come il modo simpatico di Egbert di chiamare il suo maggiordomo "Colonel", facendolo scambiare davvero per un colonnello da parte dei suoi amici americani, tanto da destare stupore alla cameriera di servizio alla festa quando viene approcciata da Ruggles, segno che gli uomini di un certo grado fino a quel momento non l'avevano mai considerata - prendendo un po' in prestito questa gag dalla classica commedia degli equivoci -

E' una commedia che si porta dietro il peso degli anni e di una società altamente stratificata al tempo, se da un lato questo tende a renderla obsoleta dall'altro gli va dato atto di essere comunque controcorrente nella sua simpatica ma profonda denuncia allo snobismo borghese. Dall'impianto vagamente teatrale, con una regia molto bidimensionale, più basata sul carisma dei personaggi che sulla forma visiva, è comunque un prodotto ben riuscito e che nella sua semplicità riesce a far trasparire efficacemente il messaggio, oltre che in fondo, a far sorridere diverse volte.