caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

NAZARIN regia di Luis Buñuel

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
ULTRAVIOLENCE78     8½ / 10  18/07/2009 19:42:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con “Nazarin” Luis Bunuel anticipa, in un certo senso, l’operazione del Lars Von Trier di “Dogville”, seppure con esiti finali del tutto diversi. Però, l’intenzione è quasi la stessa: calare in una realtà moderna una nuova figura cristologia per verificarne l’inadeguatezza dello spirito caritatevole a contatto con un tessuto sociale insensibile al messaggio cristiano puro, mondato da qualsiasi forma di orpello clericale. Così Nazarin sperimenta il fallimento del proprio “modus vivendi”: dalla latente passione amorosa indotta nella donna(/apostola) al ripudio da parte degli operai che non accettano di lavorare senza paga, fino ad arrivare al confronto col galeotto, le cui parole fanno breccia nella sua coscienza come una folgore: “Mi guardi, io non faccio che il male, ma infine la nostra vita a che serve? Lei dal lato buono, e io da quello cattivo… non serviamo a niente nessuno dei due”. L’uno votato al bene l’altro al male: due soggetti con comportamenti antitetici, ma con conseguenze parimenti negative. In questa dura constatazione, l’illuminazione arriva da una donna del popolo, la cui offerta semplice, spontanea e senza velleità di alcun genere potrebbe valere come chiave di lettura per un nuovo messaggio cristiano o, meglio, come un’attenuazione del messaggio cristiano, in cui la carità non è frutto di un modello proveniente “dall’alto” e irrimediabilmente distante nel suo irrealistico candore, ma dalla gente comune: imperfetta sì, ma proprio per questo vera.
Gli elementi del cinema bunueliano ci sono tutti: l’anti-borghesismo, la blasfemia, l’ironia e il sottile sarcasmo. Persino il tipico surrealismo del regista spagnolo, che sembrerebbe latitare per tutta la durata della pellicola, trova espressione in uno straordinario e indimenticabile momento: quello celeberrimo del Gesù sghignazzante di fronte alle tribolazioni di una donna: immagine fortissima che riassume la visione anticlericale di uno dei cineasti più anticlericali di sempre.