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NAZARIN regia di Luis Buñuel

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amterme63     10 / 10  02/05/2008 23:16:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“GRAZIE A D.IO SONO ATEO”.

Niente di meglio che questa frase può riassumere l’atteggiamento di Bunuel verso la “fede”, cioè verso quel sistema di valori morali, comportamenti sociali e credenze metafisico/immaginarie che va sotto il nome di “Dio” o dogma religioso. La prima parte di questa frase ci dice che Bunuel, come Kant, è convinto che nel mondo umano esista un sistema di valori che dovrebbe dirigerne l’esistenza presente, passata e futura. La seconda parte ci dice invece che in base a questo sistema di valori (sintetizzato nella parola “D.io”) è arrivato a rifiutare qualsiasi pratica e forma ISTITUZIONALE che si richiami al concetto di “D.io”. In poche parole rifiuta la Chiesa, non lo spirito e le convinzioni che ci stanno dietro.
Bunuel prova quasi simpatia e pietà per il povero sarcedote Nazarin. Nel film è rappresentato in maniera dignitosa e positiva. Se c’è qualcosa che non va non è Nazarin ma tutto il mondo che lo circonda. L’errore di Nazarin è quello di non capire che le FORME che ha scelto che svolgere il suo “compito” non sono in sintonia con il compito stesso, o almeno hanno degli effetti totalmente opposti a quelli da lui desiderati. Essere povero fra poveri? Ma cosa vuoi che gliene freghi a un povero dell’aiuto di un altro povero. A quel livello ci si sgomita, ci si calpesta, mors tua vita mea; figuriamoci se si può fare appello al “buon cuore” o alla “coscienza” di chi deve lottare per la sopravvivenza. Ci vuol ben altro che la carità! (Tema ripreso anche in “Viridiana”). Le autorità e le gerarchie? Loro vivono solo per mantenere se stesse al vertice della società. A loro interessa l’ordine e l’ubbidienza, non il riscatto sociale dei più bisognosi. La semplice fede popolare? Solo superstizione e pregiudizio. Nazarin lo sperimenta sulla sua pelle quando il suo presunto “miracolo” viene trasformato in una specie di festa pagana. La semplicità e castità dei costumi? Una costrizione ipocrita e perbenista che imprigiona la passione umana, la quale alla prima occasione rompe l’involucro fittizio e prorompe fuori più forte e accesa di prima. L’aiuto ai bisognosi? Siamo sicuri che quelli abbiamo proprio bisogno di quel tipo di aiuto che gli vogliamo dare? Non è che lo facciamo solo per tacitare un nostro bisogno interiore? (vedi l’episodio dell’appestata che voleva le cure di suo marito, non le cure di Nazarin). La propagazione della fede? Ma chi ci dà l’autorità di dire agli altri quello che devono fare? Chi siamo noi per dire: “tu fai questo”, “tu fai quest’altro”? Chi ci dice che noi siamo i portatori del giusto e che gli altri sbagliano? Nazarin in carcere è salvato da un tentativo di stupro grazie all’intervento di un delinquente assassino. Lo ringrazia ma non può esimersi da fargli la predica. L’altro gli risponde a tono come dire; chi credi d’essere tu, sei meglio di me? E effettivamente alla luce di quello che ha fatto prima non ha tutti i torti. In definitiva c’è un fondo di SUPERBIA nell’essere prete o sarcedote: loro sono quelli che dispensano aiuto e fede, gli altri sono quelli che peccano e che sono semplici oggetti della pratica religiosa. E questo pensiero passa come un lampo nella testa di Nazarin nello splendido finale.

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Quindi, non è il concetto di “aiuto” (la fede nel miglioramento della società umana) che è in questione, ma il modo con il quale si deve realizzare. Pochi film come questo hanno avuto il coraggio di andare a fondo nell’analisi della religione. Pochi film sono così diretti, così veri, così reali. Ci sono le cose come stanno, non come vorremmo che fossero.
E’ un Film poi molto affascinante nella scenografia, nelle riprese; gli attori sono bravissimi (soprattutto Rabal). Un film”povero” ma fra i più ricchi di contenuto che siano mai stati realizzati. CAPOLAVORO.
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  25/09/2010 00:19:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, Bunuel è l'unico Dio!
Il tuo commento - ottimo come sempre - ben esamina i contenuti di Nazarin che, è bene ripeterlo, è tra i capolavori del regista spagnolo.
A mio avviso anticipa molto le tematiche di Viridiana e sotto certi aspetti resta un film superiore, molto più coinvolgente e profondo.
L'inconciliabilità della fede con la crudeltà del mondo, l'impossibilità di fare del Bene come la Chiesa prevede sono le tematiche cardine del film.
A mio avviso non è IL capolavoro di Bunuel, ma con lui davvero conta poco... è uno dei pochissimi geni assoluti del cinema.
amterme63  25/09/2010 15:29:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo con te. Tra l'altro è difficile dire qual è il film più bello di Bunuel. Sono tutti belli. La mia preferenza va in egual misura a questo e a "I figli della violenza". C'è anche "L'angelo sterminatore" che è un capolavoro. Tra l'altro non li ho mica visti tutti i suoi film! Mi manca ad esempio "Estasi di un delitto".
Grazie Steppenwolf.
Marco Iafrate  02/05/2008 23:54:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un Luca in grande spolvero, ultimamente stai scrivendo tutti ottimi commenti di altrettanto ottimi film. Nazarin è veramente un capolavoro, rimanendo in tema religioso è secondo soltanto ad "Ordet" che per me rimane la massima espressione del genere.
Un saluto e a presto.
amterme63  03/05/2008 19:58:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, Marco. Sei come al solito molto gentile. Le tue risposte mi fanno sempre molto piacere.