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LE DUE AMICHE regia di Jane Champion

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amterme63     6½ / 10  09/02/2010 21:41:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il delicato periodo adolescenziale di due giovani ragazze australiane è il soggetto del primissimo film della regista neozelandese Jane Campion. Effettivamente si stenta a riconoscere nelle immagini dimesse e ordinarie di questo film la regista del patinato Lezioni di Piano.
Comunque fin dall’inizio riconosciamo il tipico stile a “spezzatino” tipico della Campion: brevi scene (alcune di pochi secondi) si succedono con scarsi legami logici fra di loro e tutte ritraggono momenti di vita qualunque (in questo si vede il grande debito della Campion verso la Nouvelle Vague francese).
La grande novità però di “Two Friends” è il fatto di essere uno pochi film che, come il più famoso Memento, sono montati alla rovescia, cioè in cui la progressione degli eventi segue un percorso a ritroso nel tempo.
Il film comincia mostrando come l’amicizia fra due ragazze di circa 15-16 anni(Louise e Kelly) sia ormai spezzata, con grande rimpianto delle due. Louise è una ragazza perbene, suona strumenti musicali, è brava a scuola, anche se è imbranata con il sesso maschile ed è “fidanzata” con un damerino. La sua è una famiglia unita che le vuole bene e la copre di cure. Lei è anche un po’ innamorata del padre (da qui il blocco con gli altri ragazzi).
Kelly invece è una punk in apertissimo conflitto con la famiglia (avarissima di affetto e comprensione) e vive di espedienti. Lei invece è assai spigliata con il sesso maschile e non ha mire “culturali”.
Andando a ritroso si fa vedere come il rapporto è potuto degenerare. Un po’ il passaggio da ragazzetta ad adolescente, un po’ la divergenza di interessi, qualche gelosia o screzio, ma soprattutto il disastro familiare di Kelly. Stringe un po’ il cuore arrivare alla fine a vedere due quasi bambine serene, legate da forte amicizie, felici e fiduciose del futuro.
La prima reazione che si ha dopo la fine del film è quella di rividerlo dall’inizio e allora finalmente assumere tutto un altro significato, colpisce molto e i particolari finalmente contano e parlano.
Questo significa il fallimento dell’azzardo narrativo della Campion. Il fatto è che la mente all’inizio non sa su quali particolari focalizzarsi, tutto appare indifferente ed è quindi disorientante riuscire poi a richiamare i particolari che si sono visti all’inizio, senza cognizione di causa. Memento è diverso. C’è subito un atto drammatico che rimane impresso nella mente dello spettatore e che diventa il punto di riferimento durante tutto il resto del fiilm. Tra l’altro lì l’andare a ritroso trascurando la memoria del precedente ha riscontro con la “malattia” del protagonista, diventa la proiezione della sua amnesia e come tale la percepiamo e ci identifichiamo di conseguenza.
Qui purtroppo tutto questo non c’è e purtroppo si è costretti a rivedere il film per apprezzarlo appieno. Per fortuna che è breve. Comunque si tratta di una storia carina, onesta, molto reale e che colpisce l’animo.