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UN CHIEN ANDALOU regia di Luis Buñuel

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Signor K.     9½ / 10  13/12/2014 23:20:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il manifesto del cinema surrealista.

Prodotto grazie ai soldi della mammina, "Un chien andalou" è il primo film di Luis Buñuel. Com'è noto a tutti, le bizzarre sequenze che compongono questo capolavoro sono il frutto dell'incontro del regista aragonense con l'amico Salvador Dalí (quest'ultimo lo vediamo di sfuggita in una delle scene più assurde). Il cortometraggio si apre con una sequenza passata alla storia del cinema: un uomo (Buñuel) affila la lama di un rasoio, una nuvola sottile attraversa la luna piena, l'uomo si avvicina a una donna seduta e le taglia l'occhio (una dichiarazione d'intenti nei confronti dello spettatore?). Da lì in poi è pura abolizione del razionale.

Meglio risparmiare le chiacchiere e citare Buñuel:
"Questo film nacque dall'incontro fra due sogni. Appena giunto a Figueras, da Dalí, invitato a passarci qualche giorno, gli raccontai che avevo sognato da poco una nuvola lunga e sottile che tagliava la luna e una lama di rasoio che spaccava un occhio. Lui mi raccontò che la notte prima aveva visto in sogno una mano piena di formiche. Aggiungendo: "E se dai due sogni ne cavassimo un film?" La sceneggiatura fu scritta in meno di una settimana secondo una semplicissima regola adottata di comune accordo: non accettare alcuna idea, alcuna immagine in grado di portare a una spiegazione razionale, psicologica o culturale. Aprire le porte all'irrazionale. Accogliere soltanto le immagini che ci colpivano, senza cercar di capire perché. Tra noi non ci fu mai la minima contestazione. È stata una settimana di identificazione totale. Uno diceva, per esempio: "L'uomo trascina un contrabbasso". "No" diceva l'altro. E quello che aveva proposto l'idea accettava subito il rifiuto. Lo sentiva giusto. In compenso, quando l'immagine proposta da uno veniva accettata dall'altro, ci sembrava immediatamente luminosa, indiscutibile e la scrivevamo seduta stante. Quando la sceneggiatura fu terminata, mi resi conto che si trattava di un film assolutamente inconsueto, provocatorio, che nessuna produzione normale avrebbe mai accettato. Ragione per cui chiesi a mia madre una certa somma per poterlo produrre in proprio. Convinta grazie all'intervento del notaio, mi diede il denaro richiesto."

Quindi è impossibile raccontare il film; possiamo soltanto abbandonarci nell'ascolto delle nostre personalissime emozioni. Oppure possiamo fare gli intellettualoidi e cantarcela come il Vasco nazionale:
Voglio trovare un senso a questo film, anche se questo film un senso non ce l'ha.