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UN CHIEN ANDALOU regia di Luis Buñuel

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Invia una mail all'autore del commento wega     10 / 10  08/02/2009 12:44:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Effinalmente! Prima opera surrealista della storia del cinema che ne diventò immediatamente il suo manifesto. Da una mise en scéne di Salvador Dalì, come accade in tutte le filmografie d' autore, anche "Un Chien Andalou" è un concentrato ed un' anticipazione di tutte le tematiche successive, in questo caso mezzo secolo di cinema da parte di un certo Luis Bunuel. Sedici minuti che si aprono con una delle scene più forti mai viste per proseguire con una sequenza di immagini che non trovano alcuna spiegazione logica. L' amour fou, quindi l' amore irrazionale (presente in tutte le sue opere degli anni 60 che ho visto), la figura clericale, l' importanza assunta dagli animali, la blasfemia (le formiche entrano ed escono dal foro della mano che ha la sembianza di una ferita dell' inchiodatura di Cristo in croce), il talento visivo sono tutti elementi che fanno di "Un Chien Andalou" probabilmente "il miglior lascito delle avanguardie storiche del cinema". E mi ha anche emozionato, la nuova colonna sonora scelta da Bunuel nel 1960 dà un pathos incredibile, soprattutto nei due distinti montaggi a ralenti. Parlai di Lynch, ed effettivamente in questo film ho visto parecchi punti di contatto con il regista americano, dal tema del doppio all' incubo reale, al buco stesso che ricorda molto i "portali d' accesso" di "Velluto Blu", "Mulholland Drive" e "INLAND EMPIRE". Ritornando a Bunuel, un capolavoro, c' è poco da fare.