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LA CINESE regia di Jean-Luc Godard

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alphaville     8½ / 10  27/09/2008 14:52:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senz'altro uno dei film più complessi e originali di Godard a livello formale, è un ardito incrocio tra un film documentario di stampo quasi giornalistico (in cui il regista-entomologo osserva con lucida curiosità quello che si stava rivelando come uno dei fenomeni più rilevanti della sua epoca, l'incondizionata adesione al maoismo delle giovani generazioni) e un'opera di poesia che celebra l'entusiasmo, la passione e anche l'ingenuità tipiche dell'età in cui si ha ancora il tempo e la voglia di preoccuparsi dell'avvenire del mondo. Con affettuosa ironia (evidente in molte situazioni e battute,

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Godard registra il profluvio di dibattiti, dialoghi e monologhi che caratterizza l'estate pre-sessantottina dei cinque ragazzi protagonisti, li interroga, li viviseziona mediante l'uso superbo del montaggio (di marca ejzensteiniana), organizza questa materia ancor viva e pulsante, 'in presa diretta' per così dire, secondo logiche, per l'appunto, più poetiche che narrative. Debitore (e non sembri strano, trattandosi di un cineasta colto come Godard) di Joyce (la pellicola altro non è che la sovrapposizione di vari 'flussi di coscienza'), di Beckett (molte situazioni sembrano richiamare il teatro dell'assurdo) e dell'arte d'avanguardia in generale, il film, con un tour de force stilistico eccezionale, si svolge quasi interamente nel microcosmo di un appartamento, e nonostante questo riesce nell'intento di rappresentare criticamente la situazione della Francia del 1967 ("una pila di piatti sporchi") ormai sull'orlo della deflagrazione (la pellicola anticipò di quasi un anno il Maggio francese). "La cinese" contiene innumerevoli riferimenti alla politica (memorabile la rappresentazione di stampo minimalista della guerra in Vietnam), alla pittura, al cinema, al giornalismo, al teatro, alla letteratura, in uno sforzo spasmodico di tentare di cogliere mediante la cultura il senso ultimo di una condizione umana sia politica che esistenziale.
Forse datato sul piano strettamente politico (perchè fortemente legato a una determinata situazione storica), ma ancora attualissimo per molti versi e decisamente all'avanguardia sul piano stilistico, ferocemente critico nella descrizione della società moderna e dei rapporti di potere e di prevaricazione fra le nazioni, "La cinese" si giova inoltre di interpreti perfettamente adeguati al tipo di rappresentazione che Godard ha in mente (dalla bellissima Anne Wiazemsky al noto Jean-Pierre Leaud), di una stupenda fotografia di Raoul Coutard e di ottime musiche (nota speciale per la canzone "Mao Mao").