Badu D. Lynch 9 / 10 13/04/2013 11:33:51 » Rispondi Hunger è un'opera simbolicamente emorragica, che si riversa silenziosamente nell'anima dello spettatore, alla ricerca di un rifugio fertile, di una casa, di un tiepido nido nel quale soffrire e disperarsi in solitudine, senza voler necessariamente disturbare l'intero pubblico. Hunger è un film che prende a pugni chi lo assorbe e chi lo vive, ma non ha pretese scolastiche o rivoluzionarie, ha solo la rabbiosa umiltà di far sentire e vedere il livido che ricopre e caratterizza l'essere umano e le bestie - esiste una differenza tra le due specie? Una pellicola che spacca le ossa a chi ha le ossa già consumate : non è un nuovo dolore o una nuova sconfitta, è semplicemente e maledettamente l'eco di un urlo passato, presente e futuro, un inferno già calpestato, un corpo sanguinante che è già stato violentato e sverginato in un'altra vita, è la continuazione del dolore fisico e mentale, non è l'inizio e non è la fine, è la scomoda verità che sta nel mezzo. Il lungometraggio si presenta come una testimonianza cinematografica degli orrori e degli errori che appartengono al nostro mondo da tempo remoto, è uno sguardo devastato e sconfitto verso le radici del male terreno - umanizzato. Un film fastidiosamente lucido e realistico, il cui tessuto è composto da sangue, escrementi e lacrime. Una delle poche opere che sa essere, in maniera armonica e perfetta, sporcamente commerciale : sistematizza il contrasto tra l'attrazione e la repulsione che lo spettatore nutre e risente verso la storia narrata, creando un equilibrio filmico ipnotico e affascinante - un lungometraggio involontariamente perfetto. Un'ottima messa in scena realistica, tremendamente profonda, che ribalta l'illusione radicata nell'idea e nel concetto, qualunquista e semplicistico, che (quasi) tutti definiscono "libertà", trasportandola con violenza in una dimensione più reale e dolente - con il sacrificio si muore e si vola.
Un eccellente e superlativo esordio cinematografico, firmato Steve McQueen.