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HUNGER regia di Steve McQueen

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Ciumi     8½ / 10  26/02/2011 13:32:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo che la prima fonte sia ancora il "Condannato" di Bresson, e non tanto per il prosciugamento narrativo ed emotivo, questa volta, ma per la vicenda storica che sfuma e si centralizza in quella individuale ed esistenziale.
Il regista ne supera inizialmente la componente mistica. Le pagine della bibbia che comparivano assieme al caso nella pellicola di Bresson, qui tornano utili per fumare. Ne fa un rifiuto più estremo, che piuttosto riporta agli ultimi lavori del regista francese. Perché da ciò che non intendeva considerare "Un condannato", l'impossibilità di una fuga, parte la riflessione "Hunger"; che aspira tuttavia alla stessa libertà, nella fede in essa e all'affermazione della dignità dell'individuo, anche e soprattutto entro i crimini dell'umanità e dell'esistenza.

Non lascia le violenze fuori campo, anzi le mostra spesso interamente, ma senza spettacolo, dimostrando invece una profonda cognizione del dolore. Indugia, con l'iperrealismo, sui corpi, sulle lesioni, sullo sporco; ugualmente, sulle nocche ferite del secondino incaricato a picchiare. Saranno mani impegnate a lavare, nascondere i segni lasciati dalla protesta umana: il cerchio della sporcizia sulla parete, i rivoli di urina sul corridoio della prigione, le macchie di sangue rappreso sul materasso bianco che viene voltato.
Non c'è voce narrante, e si rinuncia quasi completamente ai dialoghi, se non nel brano centrale. Dice: "Dìo mi punirà"; come il prete punì per avere dato la morte al puledro sofferente sulla riva di un torrente. Ma i compagni lo approveranno, quell'atto di rispetto per la vita - perché il giudizio divino dovrebbe discostare da quello umano?

Dopo l'inferno comune della prima parte, dopo il breve "purgatorio" del colloquio con il don, dunque, in un bianco della stanza tra candore e cadaverico, il "paradiso" individuale, questa sorta di breve paradiso fatto ancora di magrezza e piaghe. Le voci svaniscono, la famiglia, l'Irlanda e il mondo, le immagini svaniscono. Non un transito, insomma, ma il sollievo della fine del dolore e della prigionia.
strange_river  27/02/2011 22:09:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"all'affermazione della dignità dell'individuo, anche e soprattutto entro i crimini dell'umanità e dell'esistenza."

Un'affermazione molto complessa e profonda, fa riflettere.
Come tutto il tuo bel commento.

ps. Se hai visto il Condannato anche tu, allora è sicuro non me lo sia sognato...

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Ciumi  28/02/2011 11:14:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie ‘strellina!

In verità io non sono tanto attendibile a questo proposito, sarei capace di vedere Bresson anche nel caffelatte la mattina.. Però dai, sì, in questo caso ci sta tutto.
ULTRAVIOLET78  01/03/2011 12:39:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bresson e metafore a parte, se il regista prova una particolare empatia con la figura cristica, di cui Sands sarebbe una sorta d’emulo, allora o ci si discosta nettamente da tale visuale oppure la si “avalla”. Nel tuo commento non v’è traccia d’alcuna presa di distanza; tutt’al più è ravvisabile un certo accondiscendente autocompiacimento nel descrivere il calvario del protagonista, il quale viene indicato addirittura come “paradiso individuale”. Aldilà o non aldilà, il modello gesuano rimane fermo, inconcusso e saldo tanto nel film quanto nella tua analisi.
Ciumi  02/03/2011 07:15:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dov’è che avrei espresso “autocompiacimento nel descrivere il calvario del protagonista”? A me pare invece di leggere un tuo autocompiacimento nel dire certe scorrettezze.

Mentre che ci si dovrebbe discostare nettamente da una visuale altrimenti la si avalla cos’è, un sillogismo tutto tuo o una specie di legge? E poi cos’è, nel commentare un film io avrei avallato il martirio cristiano? Dunque se uno commenta, che so, “arancia meccanica” senza discostarsi nettamente dalle violenze della pellicola, vuol dire che le avalla… ?!

Hal Dullea  02/03/2011 10:05:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il sillogismo è tanto rigoroso, Kubrick perfettamente incluso, quanto proprio per questo a te incomprensibile.
Ciumi  02/03/2011 12:42:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me è incomprensibile come possiate pretendere che una vostra convinzione sia legge, e soprattutto che ognuno debba scrivere un càzzo di commento a un film con la stessa serietà con cui lo fate voi.
Hal Dullea  02/03/2011 12:46:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se sei qui solo per scrivere buffonate, hai ragione: t'abbiamo sopravvalutato, scusa, bastava capirci prima.
Ciumi  02/03/2011 17:57:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco, e io che volevo diventare il tuo nuovo allievo Padawan.
Hal Dullea  02/03/2011 18:14:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non supereresti manco il primo step del rituale iniziatico.