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IL MASCHIO E LA FEMMINA regia di Jean-Luc Godard

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amterme63     7 / 10  23/02/2013 15:32:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I film del primo Godard sono decisamente noiosi, però sono fatti molto bene, ricchi di spunti di riflessione. Non sono film-racconto, sono film-conoscenza, film-approfondimento di una certa epoca, di una certa tipologia di persone (i giovani francesi degli anni '60). Sono film approfondimento anche sull'arte stessa, sulla sua natura, essenza e funzione. L'intellettualità di questo film e degli altri di Godard è comunque funzionale, mai fine a se stessa. E' lo specchio di un'epoca e di una generazione che amava molto riflettere e approfondire.
Anche stavolta purtroppo ho dovuto fare i salti mortali per tenere gli occhi aperti (lo so, è colpa mia che guardo questi film alla fine di un'intensa giornata di lavoro). Riflettendoci sopra adesso a mente fredda mi rendo conto che anche "Masculin Feminin" è una piccola opera d'arte. Prima di tutto lo stile. Nessun regista come Godard riesce a rendere in maniera così perfetta su pellicola la normale vita ordinaria, con i caffé, i vetri appannati, i discorsi della gente, i rumori di fondo. Nessuno porta così bene sullo schermo la spontaneità diretta del personaggio, con quelle lunghe inquadrature fisse che non si fanno sfuggire neanche un sorriso, una piccola espressione, un gesto meccanico. Poi i lunghi dialoghi-interviste, i discorsi che rivelano i gusti, i pensieri, i caratteri dei personaggi-modello sociologico. Sì, perché i suoi film sono piccoli spaccati-studio della società parigina anni '60. "La generazione di Marx e della Coca Cola", la frase non poteva essere descrizione migliore dell'umanità e dell'ambiente rappresentati in questo film del 1966.
Sullo sfondo l'eterno tema del primo Godard: l'impossibilità per un giovane uomo e una giovane donna di intendersi, di formare una vera unione, una coppia salda. Anche qui i soliti tira e molla continui con tragedia finale. Per la prima volta in un film di Godard fa la sua apparizione l'omosessualità, trattata comunque in maniera neutra (come del resto tutto quello che avviene nelle sue storie, in quanto tutto è in ogni caso degno di rappresentazione estetica).
Un bell'omaggio alla gioventù francese degli anni '60, da gustare in maniera estetica, ammirando la fine arte dietro le immagini nella loro successione. Un plauso a Léaud, grande attore, splendida ed emotiva la sua interpretazione di Paul.
Nonostante ciò rimane comunque un film impegnativo, quasi impossibile da seguire a mente spenta.