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RO.GO.PA.G. regia di Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Pier Paolo Pasolini, Ugo Gregoretti

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dobel     8½ / 10  11/04/2014 21:49:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film corale ha una sua precisa ragion d'essere nell'episodio di Pasolini (che merita un 10!). Si tratta di uno dei momenti cinematografici più alti e profondi del nostro cinema in quanto poesia. Pasolini è stato forse il più grande poeta del cinema italiano (accosterei a lui solo Fellini e De Sica, gli altri grandissimi cineasti come Visconti, Rossellini, Antonioni o Monicelli essendo prosatori…). E' proprio la misera vicenda di Stracci, protagonista della Ricotta, a divenire metafora poetica della vita proletaria che ognuno di noi vive senza saperlo di fronte alla intellighenzia borghese e disperata rappresentata dalla figura del regista (un immenso Orson Welles). "Povero Stracci, non ha trovato di meglio che morire, per ricordarsi di essere vivo". Credo che questa sintesi sia sufficiente a farci comprendere quanto in realtà la vita di ognuno di noi sia una vita di carta (come diceva Mahler!), e come la morte sia il momento nel quale un uomo raggiunge il proprio stato definitivo di essere umano. Ognuno di noi, come Stracci, vive per le proprie necessità animali, corre la propria giornata solo per il raggiungimento di un qualcosa che ci nutre a metà…quando sarà la morte allora ci ricorderemo della vita. Chissà cosa direbbe oggi Pasolini di fronte a quei social network che hanno sostituito gli uomini nei propri rapporti. Come se la stanchezza del vivere sia divenuta tale da sentire l'esigenza di delegare ad altro la propria vita…La ricotta, anche in quest'ottica, diviene riflessione di grande attualità!