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IL DISPREZZO regia di Jean-Luc Godard

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amterme63     6 / 10  05/12/2012 22:46:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo ho visto "Il disprezzo" nella versione italiana, senza quindi alcune scene importanti (quelle con Brigitte Bardot svestita) e soprattutto con i dialoghi doppiati in italiano (cancellando la varietà linguistica dell'originale). Poi ero stanco durante la visione del film. Fatto sta che ho dovuto più volte sforzarmi di tenere gli occhi aperti e l'attenzione desta.
Tutto questo ha fatto sì che non sia riuscito ad apprezzare appieno questo film.
Il tema è quello molto dibattuto all'epoca delle crisi coniugali, delle formalità borghesi che stringono in una morsa le aspirazione alla libertà, soprattutto sessuale. Questo è il tema ufficiale del film, poi Godard ovviamente (da autore creativo e anticonvenzionale che è) ci mette del suo e imbastisce tutto un discorso sulla natura del cinema, sulla difficile convivenza fra esigenze economiche e aspirazioni artistiche, fra cultura popolare e mire intellettuali.
Godard utilizza in questo film un montaggio e una progressione narrativa tutto sommato tradizionale. Usa più che altro piani lunghi, medi o panoramiche, molto rari sono i primi piani. Ne deriva uno sguardo distaccato nei confronti dei personaggi e delle loro vicende. Si aggiunga anche l'atmosfera sdrammatizzante derivante dal tono banale e quotidiano dato alla materia trattata (caratteristico dei primi film di Godard) per fare in modo che le continue schermaglie e i battibecchi fra i due protagonisti siano più che altro presi in maniera poco seria. Alla lunga il tira e molla, le contraddizioni e l'inconcludenza dei protagonisti diventano qualcosa di ripetitivo e pesante. Manca quell'aria sbarazzina e spontanea che caratterizzava i dialoghi amorosi in punta di fioretto di "Fino all'ultimo respiro".
Anche le interpretazioni dei protagonisti non mi sono piaciute, soprattutto quella di Brigitte Bardot. In pratica per tutto il film si limita a mostrare il suo corpo e la sua unica espressione imbronciata, e basta. Niente a che vedere con la bellezza così umana e femminile della splendida Anna Karina.
La parte più interessante finisce per essere quella riguardante il progettato film di Fritz Lang (bravissimo a interpretare se stesso) sull'Odissea, nonché il personaggio del produttore, interpretato da un'espressivo Jack Palance. Qui Godard cerca di mettere in risalto il suo ruolo di autore e artista, prendendo in giro indirettamente il vero produttore del film (Carlo Ponti) e affermando la propria indipendenza e "superiorità" su chi vede il cinema come un semplice prodotto commerciale, dato in pasto ai bassi istinti della gente.
Il cinema può regalare invece visioni stupende, come sono quelle delle scene girate alla villa Malaparte a Capri, molto suggestive.
Non basta però per contraltare le parti meno riuscite e "noiose" del film.