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LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA regia di Richard Brooks

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ULTRAVIOLENCE78     9 / 10  20/01/2008 18:16:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Adoro Tennessee Williams per la sua formidabile capacità di creare personaggi dotati di uno spessore psicologico notevolissimo. "La gatta sul tetto che scotta", così come ad esempio "Un tram che si chiama desiderio" o "Estate e fumo" (quest'ultimo mai trasposto su pellicola), sono drammi caratterizzati da una dimensione psicologica che si dipana in un crescendo che, tratto tratto, rivela la complessa interiorità dei personaggi, in un continuo avvicendarsi di sentimenti contrastanti: rabbia, meschinità, pena, pietà, amore, odio, invidia, rimorso ecc... I conflitti interiori, in altre parole, costituiscono il fulcro, l'elemento centrale delle opere del grande drammaturgo americano, il vero "leit-motiv" di tutta la sua produzione.
Ne "La gatta sul tetto che scotta" sono Brick (Paul Newman), Maggie (Elizabeth Taylor) e Big Daddy (Burl Ives) i personaggi attraverso i quali Williams mette in scena il dramma della intima lacerazione. Tutti e tre sono prede dei rimpianti e dei sensi di colpa che, fino a quando non avranno il coraggio di confrontarsi apertamente, li porteranno ad allontanarsi progressivamente e ad odiarsi. Soltanto nel finale, quando le reciproche verità verranno a galla attraverso sfoghi quasi "catartici", si riuscirà a riacquistare quel "pezzetto" di serenità indispensabile per continuare a vivere senza lasciarsi andare.