Dom Cobb 9½ / 10 15/10/2018 18:54:12 » Rispondi Un pioniere rozzo e trasandato si innamora della paesana Milly e decide seduta stante di sposarla; dopo la sorpresa iniziale, la poveretta scopre che nella casa in cui vanno a vivere dovrà occuparsi non solo del marito, ma anche dei suoi sei fratelli, tutti ancora scapoli... Il musical anni '50, decennio nel quale ha raggiunto il massimo splendore, è un genere che ha avuto alti e bassi, ma che per la maggior parte si è mantenuto su un livello qualitativo più che soddisfacente. Questo lavoro di Donen, che già aveva firmato sotto la supervisione di Gene Kelly quel gioiello che era "Cantando sotto la pioggia", risulta uno degli esempi migliori visti finora e, salvo qualche sorpresa inaspettata andando avanti nella mia retrospettiva, uno degli esempi migliori in generale. Non c'è molto da dire, se non che la trama, semplice e diretta quanto basta, fila via raccontata con un ritmo impeccabile, privo di tempi morti o momenti di stanca, e viene appoggiata da un lato da interpretazioni divertenti e divertite da parte di tutto il cast, che mantengono la vicenda costantemente sui binari della commedia sentimentale leggera e spensierata, e dall'altra da un impianto tecnico di tutto rispetto. Si vede che Donen sa il fatto suo, e a testimoniarlo un uso strepitoso del colore,
Il montage dei novelli sposi che si dirigono alla casa del marito attraversando la natura selvaggia sfoggia immagini trasognate da quadri impressionisti, e ogni scena ambientata in inverno ha l'aria di essere uscita da un libro di fiabe.
nonché delle signore coreografie, complesse e mozzafiato, che vivacizzano oltremodo i già di per sé notevoli numeri musicali, soprattutto nell'elettrizzante prima parte.
Il picco viene raggiunto dalla danza dei sei fratelli alla fiera del villaggio, con tanto di conseguente gara di costruzione della casa e rissa alla Spencer-Hill; ma il vero testamento della bravura del coreografo Michael Kidd secondo me è la canzone "I'm a lonely little polecat", dove l'atto dello spaccare la legna viene trasformato in una serie di movimenti sonnolenti a ritmo di musica.
Vero, la vicenda manca di qualsiasi livello di profondità, e in generale la storia è ad uso e consumo di un pubblico a cui importa più che altro rilassarsi nella poltrona e godersi uno spettacolo di musica, danze e sorrisi senza pretese; e proprio nella consapevolezza di che cos'è e di cosa si prefigge di fare giace il segreto del successo del film. Qua e là la commedia si tinge addirittura di toni farseschi o neri,
L'idea di trovare una moglie imitando l'esempio del ratto delle Sabine, cioè andando in paese a rubare le mogli, o il finale con il matrimonio forzato di tutte le dirette interessate per salvare la faccia.
variando un po' il menu quel tanto che basta a non rendere la visione troppo monotona. A voler cercare il pelo nell'uovo, le canzoni non sono memorabili quanto quelle del capolavoro con Kelly, ma nonostante questo le melodie restano perfettamente orecchiabili. Risate, colori e musica, per un film che è anche abbastanza saggio da non durare troppo a lungo: cosa si può chiedere di più a un film del genere di quest'epoca?