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LUCI DEL VARIETA' regia di Alberto Lattuada, Federico Fellini

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elio91     7 / 10  10/04/2014 16:07:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto e rivisto tutti i film di Fellini almeno (e ripeto almeno) due volte, escluso "Il bidone". Non avevo mai voluto vedere "Luci del varietà", ripromettendomi di farlo in futuro e rimandando in continuazione. Forse per i pregiudizi che avevo verso il film stesso, che sapevo non essere stimato granché dai critici dell'epoca e neanche di oggi.
Ma amando Fellini alla follia, considerandolo dopo meditate e continue visioni del suo cinema uno dei più grandi artisti del '900, era obbligatorio concludere perlomeno il suo percorso cinematografico da regista di cui ora non mi manca proprio nulla.
Ora solo alcune sceneggiature.

Luci del varietà promette la sua trama già dal titolo: è il momento delle ballerine dei comici delle compagnie di avanspettacolo. Il film è passato alla storia "solo" perché segna l'esordio alla regia di Federico Fellini, per quanto in mezzo vi sia un'annosa questione riguardo la co-regia con Lattuada: una regia a quattro mani che non inficia il risultato finale, difficile da comprendere però quali sono le influenze felliniane e dove si trovi Lattuada.
Alcune inquadrature, come quella della ballerina che sta per entrare in scena e scatarra mentre un ammiratore le manda un bacio guardandole le cosce e un macchinista in romanesco impreca, sono Fellini al mille percento. Però le fonti che vogliono Lattuada molto più incisivo ed impegnato sul set rispetto a Fellini sono molte di più, e lo stesso Fellini si contraddiceva dicendo a volte di averlo girato quasi tutto lui, in altre occasioni di essersi messo da parte rispetto a Lattuada.
Una cosa sicura c'è: fu un film fondamentale per la carriera di Fellini, il suo primo "mezzo" lavoro (quel "mezzo" è una cifra che diventerà fondamentale e indimenticabile).
Peppino De Filippo fu un grande attore sottovalutato e qui collabora per la prima volta con Fellini, prima di essere richiamato anni dopo per le Tentazioni di Anita Ekberg.
Giulietta Masina (moglie di Fellini) e Carla Del Poggio (moglie di Lattuada) si incrociano in modo curioso contendendoselo. Il film è uno spaccato disincantato sul mondo delle luci, dell'"arte", con un ottima chiusura ciclica.
Scena memorabile è quella in cui il protagonista vaga per la Roma notturna, trovando una compagnia di artisti e cantando con una brasiliana sotto la luna. Vorrei dire che qui c'è il Fellini più maturo ma potrei fare un grosso torto a Lattuada.
A suo modo è un film importantissimo.