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BELLA DI GIORNO regia di Luis Buñuel

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  06/05/2007 01:36:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sembra incredibile, ma non avevo mai commentato "bella di giorno" prima d'ora, è come se Bunuel mi metta in un certo senso soggezione.
Devo tutto a Bunuel: è il mio regista favorito di sempre, è stato quello che più di ogni altro mi ha fatto amare incondizionatamente il cinema, è stata non la prima scoperta ma la più forte esperienza ("Estasi di un delitto" visto in tenerissima età).
Chissà, forse un Sognatore come me avrà pure trovato qualcosa di individuale nel suo cinema.

"Lo so che un giorno dovrò pagare per quello che faccio, ma senza questo non potro' più vivere"

Ribadisco che ho visto "bella di giorno" almeno 6 volte nella vita, e anche se il mio Bunuel preferito è altrove ("I figli della violenza", "Nazarin", "L'angelo sterminatore", "il fascino discreto della borghesia") mantiene intatto il suo immenso fascino a distanza di anni. Un fascino oserei dire contraddittorio, perchè è facile relegare il film al filone erotico o ritenerlo un'opera potenzialmente "commerciale", ma è altrettanto imprevedibile ribaltarne il concetto.
Un film che tratta il tema della psicanalisi con molto distacco formale, raccontando le vicende di Severine come un contrasto (binomio) intrigante tra desiderato e possibile.
Un film che racconta il desiderio morboso di una donna senza mostrare alcun recesso di morbosità: è il nostro sguardo a cercarlo, maliziosamente.
Il "corpo in vendita" di Severine non è, tacciano i moralisti, l'invadenza collettiva di un rituale inconscio, ma un'esperienza individuale che diventa traumatica nel momento in cui l'AMORE, i sentimenti, oscurano il rito punitivo e compiaciuto della protagonista.
Oltre a memorabili personaggi di contorno come Husson/Piccoli e "Lo spagnolo" Clementi (volutamente sopra le righe, quest'ultimo) o la tenutaria Madame Anais/Genevieve Pagerestano memorabili sequenze (Severine imbrattata di fango e legata in un sogno) e particolari fetish (le calze bucate del cliente, il "pianoforte" che ricompare negli interrogatori in un'allucinata sequenza di "Il fascino discreto della borghesia") che solo la nostra fantasia sfrenata può omettere il distacco stilistico formale e la mancanza di giudizio morale.
E' con questo film fastidiosamente popolare (infastidisce il MODO in cui viene continuamente proposto) che Bunuel percepisce dalla lezione del surrealismo un fondamento fondamentale dell'impulso e della coercizione umana.
La Deneuve è splendida: inconsapevolmente Icona di un clamore a dire il vero tutt'altro che annunciato...
Terry Malloy  13/09/2011 13:13:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
commento splendido, soprattutto nella prima parte.