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LA NOSTRA VITA regia di Daniele Luchetti

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eravo     8 / 10  01/06/2010 09:09:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
a volte penso che il cinema italiano non va avanti anche a causa di una critica troppo severa come tanta che ho letto su questo forum. Naturalmente chiunque può scrivere quello che vuole, ma alcuni commenti all'ultimo di Lucchetti mi sembrano un pò ingenerose e alla ostinata ricerca del famoso pelo nell'uovo. Secondo me "la nostra vita" racconta, in modo Apolitico, Apreconcetto, Apregiudiziale, l'Italia in cui viviamo: si lavora al nero con la convinzione che sia giusto, si cerca di far soldi con la convinzione che quella sia la felicità, ci si fa aiutare dalla 'famigghia' perchè così succede (a chi non è successo?), si ama con tutto il cuore i propri figli ma in modo sbagliato. In questo c'è la potenza del film, oltre alle ottime e non convenzionali interpretazioni: fotografare l'italia e Lucchetti lo ha fatto senza pietà. Poi quest'italia può piacere o meno (a me no!), ma la fotografia è stata scattata veramente bene!
arturo  01/06/2010 09:49:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
totalmente d'accordo: nei confronti di questo come di tutti i bei film italiani degli ultimi anni permane un atteggiamento ipercritico o un plauso molto stitico e pieno di riserve, laddove ci si spertica - da veri provinciali - per qualsiasi cosa anche solo decente arrivi dall'estero.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  02/06/2010 01:12:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Magari lo avesse fatto senza pietà è questo il punto
eravo  03/06/2010 09:06:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non penso che un regista deve per forza fare un film con la "trama" o deve per forza chiosarlo con la "morale": tante volte queste cose parzializzano il film, lo recintano in una "scuola di pensiero" o in un "range politico/partitico". Lucchetti non ha esplicitato una morale lasciando a noi le conclusioni. E, penso, che non ci sia neanche pietà: il protagonista ne fa di tutti i colori, ma, francamente, non vedo lo sguardo indulgente o pietoso del regista. Kowalsky, mi sembra (scuasmi in anticipo se male intendo) che Tu cerchi, a giudicare anche dai Tuoi precedenti interventi, una denuncia più esplicita e, in linea di principio, condivisibile. Ma in questo film, per come è statto costruito, continuo a ritenere che non sia necessaria.
arturo  02/06/2010 09:34:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non è e non è mai stato il suo stile, non vedo perché avrebbe dovuto farlo questa volta. nessuno si sogna di chiedere a woody allen o ad almodovar o a loach di fare film diversi (più duri, meno gay, meno politici) di quelli che fanno. Luchetti evidentemente non ama la tragedia, e crede che le persone abbiano una possibilità di riscatto. Oppure preferisce raccontare storie che suggeriscano questa morale. Sarà mica una colpa?