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LA NOSTRA VITA regia di Daniele Luchetti

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jack_torrence     6½ / 10  30/05/2010 12:59:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luchetti fa il Ken Loach italiano. Ci prova, senza mantenere il piglio critico e la giusta distanza fino in fondo. Con una regia stretta addosso ai personaggi, senza lesinare in amarezze e crudezze, "La nostra vita" coniuga felicemente l'acredine sociologica con una vicenda che sa coinvolgere ed emozionare (turbare, angosciare).
E però l'operazione riesce solo a tratti, anche se spesso - tolto il finale - in modo più che buono.
Ma se è vero che dal finale occorre giudicare l'intera opera, purtroppo questo film non si sottrae al più grande limite del cinema italiano di oggi: non essere severo sino in fondo. Non portare la critica impostata sino alle sue estreme conseguenze. Far riconciliare alla fine lo spettatore con personaggi con i quali è possibile identificarsi senza farsi davvero orrore.
Un film come "This is a free world..." di K. Loach terminava mettendo i brividi addosso. Questo "La nostra vita" a partire dal titolo indica come vuole essere visto. Con un abbraccio collettivo. Con un "volemose bene" ché la realtà è brutta brutta brutta: e meno male che alla fine le cose "s'aggiusteno" (anche se il fatto che il denaro non sia tutto, e che stiamo sbagliando, va detto e viene detto).
Il personaggio del pusher-strozzino di Zingaretti è un vicino di casa tutto sommato affidabile (!), ...e via di questo passo.

Si esce dalla sala turbati, inquieti, magari anche disgustati: però con la sotterranea sensazione, consolante, che la solidarietà, la "famigghia" e i sentimenti meno male che ci sono, in un orizzonte per il resto così brutto... E questa è una convinzione italianissima, italicissima. E' il "particulare" e l'orticello.
Ed è la grave contraddizione da cui il film non si salva.