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WALL STREET: IL DENARO NON DORME MAI regia di Oliver Stone

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Angel Heart     6½ / 10  10/03/2014 19:02:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Era proprio necessario? No, certo che no, eppure nonostante le mie aspettative iniziali (non gli avrei dato due lire) dopo un'ora di visione mi sono sorpreso nell'accorgermi che lo stavo seguendo con molto interesse; chiaro che la cattiveria di Stone è bella che andata (il finale lo dimostra) e con il primo film proprio non c'è paragone, ma a fine visione posso dire di essere rimasto comunque abbastanza soddisfatto.
Innanzitutto sono più che apprezzabili lo stile "alla moda" e semi-videoclipparo di Stone che sa stare bene al passo con i tempi, nonchè i suoi virtuosismi di regia, che aveva già sfoggiato più che bene nell'87, fatti di split-screen, carrellate vertiginose tra i grattacieli ed affascinanti inquadrature che catturano New York al massimo del suo splendore; in pratica Stone riesce perfettamente ad immergere lo spettatore nel mondo frenetico, che letteralmente "non dorme mai", del denaro, del potere e della finanza. In tal senso, il regista non ha affatto perso la mano, anzi semmai tutto il contrario.

Quanto ai contenuti, come per il primo film a meno che non siate appassionati di titoli e borsa sarà difficile capire tutto ciò che succede, al massimo lo si può dedurre ma a linee molto molto grandi. Ad ogni modo, grazie alla mano di Stone, questa difficoltà di apprendimento riesce sorprendentemente a non annoiare mai, al contrario appassiona.
Nel mezzo dello "yuppismo" dell'originale comunque c'erano i rapporti tra allievo e mentore e padre e figlio a fare da contraltare; nel caso di "Il Denaro non Dorme Mai" invece i legami tra i vari personaggi sono abbastanza scontati e difficilmente riescono ad emozionare come i conflitti del capostipite, questo non tanto per colpa della buona sceneggiatura quanto per l'antipatia che si prova a pelle nei confronti dei due attori principali nonchè per la caratterizzazione scarsa che i due apportano ai loro personaggi: la Mulligan è una lagna continua e mantiene sempre la stesa espressione, mentre LaBouf o come cazzò si scrive secondo me è meglio che cambi mestiere, semplicemente non ha la faccia nè il carisma per fare l'attore, è davvero insopportabile. Lei frigna e gestisce un sito internet, lui è uno dei milioni di ambiziosi che lavorano a Wall Street e tentano di fare muso duro con risultati risibili. Tutto qui, questi sono i due personaggi protagonisti.
Fortuna che a mettere in ombra le prove penose dei due e a rendere memorabili gran parte delle loro scene c'è lui, il solo ed unico Michael Douglas che straordinario era nel film dell'87 e straordinario è anche qui; il suo Gordon Gekko, leggermente intenerito e provato dal carcere, non è più lo squalo senza scrupoli di un tempo (quasi almeno) ma comunque sprizza ancora un carisma da far accapponare la pelle ed una capacità di gestire la parlantina e gli affari come solo quelli della vecchia scuola sanno fare. Come già detto, tutte le scene con lui sono bellissime, ma è stato interessante vedere il lato umano del suo personaggio, soprattutto quando viene snobbato dai nuovi potenti alla festa di beneficienza (dove compare pure il caro Charlie Sheen/Bud Fox a vantarsi con Gekko dei suoi "successi" dopo gli avvenimenti con la Bluestar) e nel suo cercare di riallacciare i rapporti con la figlia ormai perduta. Insomma Michael Douglas è la perfetta ciliegina sulla torta e la parte più gustosa dell'intera opera.

Riassumendo: la regia di Stone è ottima, la sceneggiatura, seppur non ai livelli dell'originale, è più che buona, e l'interpretazione di Douglas perfetta. Bella anche la colonna sonora che ben si sposa con lo spirito del film. Ad ogni modo, vogliamo metterla con i Talking Heads di "This Must be the Place" o con il Brian Eno di "America is Waiting" e "Mea Culpa"?

In conclusione, "Wall Street: Il Denaro non Dorme Mai" rimane un sequel non all'altezza dell'originale per una serie di motivi abbastanza chiari (altri tempi, altra musica, altra storia, altri attori) ma comunque più che godibile per le ragioni elencate nel riassunto; all'acqua di rose se paragonato ai film diretti o sceneggiati da Stone in passato, ma sempre godibile rimane.