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L'UOMO NELL'OMBRA regia di Roman Polanski

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amterme63     7½ / 10  18/08/2010 23:34:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si tratta di un buon thriller/noir d'impianto classico. Non annoia e pone delle questioni su cui riflettere. Il suo punto forte è la struttura formale, molto curata ed efficace.
E' ottimo soprattutto dal punto di vista del ritmo e dell'esposizione della storia. Non ha un momento di pausa e a ogni avvenimento ne segue a ruota subito un altro, senza concedere pause o tregue. Allo stesso tempo però non è un film frenetico, a ogni azione è concesso il suo tempo. L'intreccio è complesso ma non intricato. La progressione di tensione e sorpresa è costante. Il modo di porre le immagini è di puro stampo classico, senza virtuosismi di sorta.
Ho notato una certa similitudine con i film noir. In quel genere di film c'era sempre un'atmosfera tesa e un po' cupa, tempi piovosi, quasi mai la luce del sole. Anche in questo film piove in continuazione, non c'è mai un raggio di sole, c'è sempre un ché costante di tensione e di avvenimento in agguato. Le parti femminili sono poi anche qui foriere di inganno, manipolazione e disastro. Il protagonista poi è una specie di investigatore indipendente che sta per conto proprio, né con una parte, né con l'altra. Non ha un passato chiaro né un rapporto amoroso stabile o fisso. Insomma le rassomiglianze con il noir classico sono diverse.
Lascia solo un po' interdetti il finale, ma lo si può giustificare intuendo che lo scopo del regista è stato quello di stimolare nello spettatore la riflessione generale sull'argomento trattato piuttosto che sulle vicende singole del protagonista.
Se lo si prende infatti dal punto di vista di chi vede il film come una metafora di un certo modo di fare politica, allora non ci sono problemi, tutto è azzeccato. Se invece lo si analizza come storia in sé, allora si notano diverse incongruenze, contraddizioni, scelte o risvolti incomprensibili, che in effetti lasciano lo spettatore un po' interdetto.
La figura del protagonista rappresenta bene l'uomo medio, lo spettatore distaccato ma assetato di "verità", diventa quasi il simbolo di un'opinione pubblica che cerca di capire cosa c'è dentro e dietro le persone e le istituzioni che determinano il nostro destino pubblico.
Cosa c'è esattamente dietro, il film ce lo fa un po' intuire. Certamente c'è tanto di misteriorioso e non chiaro. Gli intrighi e le manovre la fanno da padrone e ciò che salta all'occhio è il fatto che noi viviamo in una parvenza di stato di diritto a controllo democratico. Il finale stesso dall'effetto un po' "deludente", ci fa invece capire benissimo che quel poco di sporco e torbido che riesce a venire fuori (le torture ai "terroristi") è solo la punta dell'iceberg. Le procedure extralegali, extradiritto sono una prassi molto praticata e quasi immediata ogni qual volta si ritiene necessario. E' una tesi che viene posta alla nostra riflessione e giudizio e che possiamo liberamente accettare o rifiutare.
Su quello che c'è dentro le persone invece il film non soddisfa pienamente, secondo me. I caratteri, le ragioni, i perché profondi dell'animo e del carattere degli uomini politici più importanti (come pure delle loro "ombre"), non sono adeguatamente approfonditi ed esposti. Sfuggono, rimangono sullo sfondo.
Insomma un bel film non c'è che dire, ma non so, c'è qualcosa che ti lascia insoddisfatto quando ti alzi dalla poltrona del cinema. A me ha fatto un po' questo effetto.