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CODICE GENESI regia di Albert Hughes, Allen Hughes

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LoSqualo     6½ / 10  02/05/2017 18:09:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Spoiler sul finale del film presenti



Ennesimo film che ci propone un mondo post apocalittico, con un eroe solitario dai sani principi morali ma che non si estingue dal tirar fuori l'arma e la sua maestria nel utilizzarle nel moncare ferocemente qualsiasi arto e non dal corpo del nemico, Denzel Washington si cala perfettamente nella parte del viaggiatore solitario ma anche vendicatore all'occorenza come ha fatto anche in The Equalizer o Man On Fire, il suo personaggio non sembra avere pecche anche grazie alla sua più che buona performance.

Il problema sta nel modo in cui è stata strutturata la storia, dove sino agli istanti finali avrei dato un voto ben diverso da questo magari una stelletta in più, peccato che la sceneggiatura di Gary Whitta si perda proprio nelle scene finali "colpa anche da parte dei coordinatori in regia tali fratelli Hughes", si perchè non possono far morire il suo personaggio proprio dopo aver elencanto per filo e per segno tutta la Sacra Bibbia "ci poteva anche stare", ma il problema serio è quello di proprorci un Mila Kunis per tutto lo svolgimento della trama, fragile e nettamente preda facile di chiunque predone, divenire una viaggiatrice solitaria come il buon vecchio Eli "Washington", impugnando il suo macete e le care cuffiette con musica al seguito, ma dove vorrà mai andare?

Comunque levando la parte finale della pellicola dei fratelli Hughes, il film è guardabile e intrattiene anche, tra attimi di tensione e adrenalina scaturiti dai molti combattimenti con l'utilizzo di armi bianche e fucili semiautomatici che scaraventeno i loro colpi in uno scenario che di esposioni ne ha viste davvero tante.Il film in se si vuole incentrare sui sani principi e detti della parola del signore tramite la Bibbia, e con il detto che sapere è potere e in questo caso sono parole sacro sante e giuste, ma che in fin dei conti non colpiscono più di tanto, almeno a me, visto che non sono un patito della chiesa in particolare, mi definisco un cattolico ai minimi termini, la cosa che più mi è piaciuta e che è stata interpretata al meglio è quella di quanto noi siamo fortunati, di tutto quello che possediamo e di cui ci cibiamo ogni giorno, e quindi della preziosità che riceviamo e ci guadagnamo ogni giorno, e di cui troppo spesso ci dimentichiamo, anche io se è per questo .

La cosa che più colpisce dopo il quasi invincibile personaggio interpretato da un convincente e convinto nonche cazzutissimo Denzel Washington, è sicuramente la fotografia curata da Donald Burgess, una gamma di colori ombreggiati come se si stasse vedendo il film da un vetrino per l'eclissi, per poi essere quasi abbagliati dal sole che illumina i volti e i paesaggi di questo mondo cupo e terrorifico, ma con la solida speranza di un futuro migliore come sono identificati i raggi che illuminano l'apocalisse e i loro meschini ma sfortunati abitanti.

In definitiva un film che mi sento di consigliare agli amanti del genere, almeno una visione la merita, nel suo piccolo è un buon prodotto ma che ha alcuni limiti dati dalla trama che si perde su un finale troppo conciliatorio e diciamo non conforme ai fatti visti lungo lo svolgimento, da non accomunare assolutamente a film apocalittici come Mad Max, Waterworld e The Rover.