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IL CONCERTO regia di Radu Mihaileanu

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     7½ / 10  07/02/2010 22:39:31 » Rispondi
Certo, chi ha amato "Train de vie" (e il sottoscritto è tra questi) troverà un po' inferiore questo "Concerto" che però va sicuramente visto perché diverte e commuove; ma soprattutto perché è uno straordinario omaggio alla Musica e al suo potere universale di esprimere l'interiorità di chiunque: laddove la lingua è una barriera, laddove i sentimenti e persino la morte sono una barriera, la musica apre dei varchi, anche inaspettati.
Mihaileanu conferma qui il suo gran talento nel saper trattare in modo lieve, divertente e divertito temi e situazioni oggettivamente seri gettando un occhio scanzonato (è il caso di dire!...) a tutti i clichè possibili e immaginabili sulla Russia, sul Comunismo, sul mondo dello show-business, sugli immancabili ebrei e gli altrettanto immancabili ROM, sul mondo occidentale, in particolare su una Parigi "capitale della cultura" che si prende davvero troppo sul serio dimenticando che l'arte (e la politica) sono anzitutto "anima" e non solo tecnica.
Il registro narrativo, però, cambia profondamente quando il regista romeno descrive i sentimenti più profondi dei suoi personaggi regalandoci un finale in piena sintonia con il crescendo del Concerto di Chaikowskij che domina gli ultimi minuti del film: uno scatenarsi di passioni, di ricordi, di sentimenti dai quali anche lo spettatore più smaliziato non potrà non lasciarsi travolgere e che da solo vale la godibilissima pellicola.
Costruito come una bomba a orologeria, sorretto da un cast tenuto volutamente sopra le righe (ad eccezione dei misuratissimi protagonisti principali: il Direttore, Mylène e Anne-Marie), effetto ulteriormente potenziato dal doppiaggio italiano, non perde un colpo trascinato dalle note di una rutilante colonna sonora dagli accenti tutti slavi a ricordarci che, qualunque cosa accada, la (grande) musica passa sopra tutto e tutti compiendo miracoli e magari rivelandoci quel Dio che sembra farsi negare.
Che piacere rivedere Miou Miou, omaggiata peraltro dal regista in una foto che sembra tratta dal set de "La lectrice", la sua più grande interpretazione in uno dei film più erotici di tutti i tempi. E anche l'erotismo scatenato dal concerto irrompe persino nel freddissimo e calcolatore Direttore del Teatro Le Chatelet che, in un colpo di scena davvero inaspettato,

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Tanti i rimandi alla storia europea degli ultimi 30 anni, tanto il disincanto con cui Mihaileanu guarda all'Est e all'Ovest di ieri e di oggi: l'unico riscatto possibile è affidarsi all'arte, alla musica e ai sentimenti (quelli veri e profondi). Banale? Forse sì, ma oggi non ci sono altre risposte al crollo delle vecchie ideologie sostituite dalla nuova Ideologia Universale che è il Profitto e dai nuovi fondamentalismi che lo supportano fungendo da oppio per popoli sempre più impoveriti e abbrutiti. Per elevarsi rimane solo l'arte, e in particolare la musica. E forse anche Dio, ma il regista non ne è così sicuro...
aitante68  08/02/2010 09:31:29 » Rispondi
bravo! bella recensione
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  11/02/2010 03:12:55 » Rispondi
Grazie 1000! Posso chiederti cosa ti è piaciuto di più (e di meno!) del film?