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LA PRIMA COSA BELLA regia di Paolo Virzì

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  24/05/2010 17:12:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La prima cosa bella è l'affetto della mamma che percepiamo quando veniamo al mondo.Quel primo barlume di amore espresso da braccia tremanti e occhi affettuosi.
Virzì torna a casa nella sua Livorno e dirige un film corale al cui interno,come elemento unificante, si staglia possente la figura femminile per eccellenza.I sogni,l'ostinazione,la semplicità e le debolezze di una donna incompresa,vittima di una mentalità provinciale e ristretta è un'ode alla vita,amata anche quando ormai questa sta abbandonando quel corpo che l'ha onorata al massimo,assaporandola attimo per attimo,giorno per giorno.
L'amore travalica ogni ostacolo,sentimento incontenibile come solo quello di una madre per i propri figli può esserlo.Tra l'ingenuo e il consapevole una donna sfodera tutte le sue armi per raggiungere un benessere destinato in primis alla sua ragione di vita,sbagliando più volte,le problematiche mostrate dai figli in età adulta lo testimonieranno, ma non per questo da condannarsi, in quanto espressione di un impegno caparbio e assoluto, mirato al raggiungimento di una dignità sottratta irragionevolmente.Virzì tratteggia un personaggio femminile estremamente delicato e sincero,reso ancor più sfavillante dalle interpretazioni sentite di Stefania Sandrelli e Micaela Ramazzotti,lo colloca all'interno di un affresco popolar-famigliare di rara consistenza, strutturato mediante un'umanità pura,ruspante e ovviamente imperfetta.Nessuno dei personaggi è totalmente super-partes,non vi è distinzione tra buono e malvagio,ognuno segue il suo percorso esistenziale mosso da un istinto genuinamente umano.Il regista con sguardo bonario,commosso e a tratti divertito si (ci) immerge nelle sue origini,naturali e geografiche,coadiuvato da attori in gran forma,Mastandrea è al solito squisito,regalando uno spicchio di Italia presente e passata senza forzare,apparendo forse solo un po' didascalico in un finale obbligato e leggermente sovraccarico,ma pregno di riconoscenza e passione verso quella figura che per la prima volta ci ha fatto provare amore e comprendere il significato della parola bellezza.