caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SABRINA regia di Billy Wilder

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
_dna-_-     8½ / 10  24/05/2013 13:57:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto "Sabrina" diverse volte (credo 5-6) e penso di aver capito quale sia il segreto del suo intramontabile successo. Il fatto di risutare agli occhi dello spettatore come un piacevole disincanto. Quando si guarda questo film si ha costantemente la sensazione, almeno nelle scene dominate dalla Hepburn, di trovarsi in una favola, interrotta a volte dall'amara realtà, che spetta sempre al padre della giovane, il signor Fairchild, narrare: "Nessun povero è mai stato detto democratico per aver sposato un ricco".
Mi vengono in mente le scene iniziali del film in cui Sabrina assiste dal suo albero alla festa organizzata dai fratelli Larrabee, consapevole di non appartenere a quella dimensione (le ricorderà più volte il padre: "La vita è come una limousine, anche se ci viaggiamo assieme ognuno di noi ha il proprio posto: c'è un sedile anteriore, uno posteriore e un sedile in mezzo". Come ad ammonirla sul fatto che i fratelli Larrabee corrono su una strada parallela alla sua e due strade parallele non sono mai destinate ad incontrarsi. Ma il destino è imprevedibile...), ma non per questo rassegnata o forse solamente inconsapevole e ingenua ( "Non aspirare alla luna, Sabrina" è il monito del padre).
E' interessante notare come il regista dopo l'introduzione in cui la voce fuori campo di Sabrina presenta la famiglia Larrabee abbia affidato i 10 minuti successivi non tanto al dialogo, quanto alla contemplazione visiva: Sabrina che osserva la festa e i flirt di David, Sabrina che si lascia cadere sulla sedia in preda ai suoi pensieri, Sabrina che scrive la lettera d'addio al padre e si appresta a porre fine al suo amore non ricambiato, i motori delle auto che si accendono....e il destino che arriva a stravolgere la realtà e di nuovo il dialogo che entra in scena. Si perché non poteva che essere il destino (quel Linus Larrabee) ad interrompere il flusso di pensieri e azioni, quella sorta di dimensione onirica, che per 10 minuti sulla scena la fanno da padrona.
Perchè in fondo "Sabrina" è un bellissimo sogno.
L'abilità del regista sta nell'essere stato in grado di fondere in modo sublime spunti comici (il cuoco che insegna come si rompe un uovo, Bogart che saltella allegramente su una lastra di plastica e intrattiene i suoi soci in affari, lo stesso Bogart che guardandosi allo specchio conciato in modo piuttosto improbabile si definisce uno "studente con l'artrite", Holden che si siede sui calici di vetro...) ad un'elegante vena romantica (il dialogo tra Sabrina e Linus sulla traduzione di alcune frasi in francese che termina con: "Come si dice in francese mio fratello ha una deliziosa ragazza?"-"Mon frère a une gentille petite amie"-"E come si dice vorrei essere mio fratello?" a cui segue il silenzio di Sabrina).
Merito probabilmente del cast perché quando hai il trio Bogart-Hepburn-Holden la classe e l'eleganza non possono non emergere.
E così alcune incongruenze del film (una su tutte e quella che più ha fatto strocere il naso alla critica la grande differenza d'età tra Linus e Sabrina, quasi 30 anni), passano in secondo piano e la favola della Cenerentola moderna prende il sopravvento.
E' straordinario come man mano che le scene si susseguono lo spettatore sia portato a sperare che il film prenda esattamente quella precisa direzione, sveliamolo dai Sabrina alla fine sceglierà il cinico e freddo uomo d'affari, sebbene sia la piega REALMENTE meno probabile. Perché tra i due, ammettiamolo, è David quello simpatico, esuberante e bello, ma più il film procede, più la giovane, proprio come lo spettatore viene rapita da un Bogart che si limita a fare la sua parte, senza eccessi (in fondo è questo che il personaggio prevedeva), ma che spinge irremediabilmente noi a tifare per lui e Sabrina ad innamorarsene.
"Se c'è qualcosa di buono in tutto questo è che ti sei liberata del pensiero di David." afferma il saggio Fairchild. "Ah certamente...mi è passata ormai, sono guarita....ma ora come guarirò dalla cura?" risponde Sabrina.