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SABRINA regia di Billy Wilder

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Godbluff2     6½ / 10  07/02/2023 17:57:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi addolora dirlo, ma non amo particolarmente "Sabrina", è uno dei pochissimi film di Wilder che non amo e uno dei sicuramente non molti film con Audrey Hepburn che non amo, ed è pure un peccato che una simile collaborazione abbia portato per due volte (nemmeno "Love in the Afternoon" mi fa troppo impazzire) a risultati sotto le aspettative rispetto alla carriera di entrambi; naturalmente "sotto le aspettative" è sulla base del mio puro sentire soggettivo, visto che il film è una delle commedie romantiche più significative e iconiche nella storia del cinema, uno dei film più celebri di Wilder e uno dei tasselli fondamentali della costruzione della "icona d'immagine e stile Audrey Hepburn", un film che colpisce i suoi obbiettivi con mirata precisione e una classe, una professionalità nella materia cinematografica che in gente come Wilder non viene mai meno.
Quindi è si, certamente, un film che riesce a costruire situazioni, dialoghi e scene memorabili, con una messa in scena elegante e una scrittura scorrevole anche all'interno di una storia che trovo francamente molto debole, ma questo tipo di "fiabe moderne" che coinvolgevano Hepburn nel primo periodo della sua carriera, soprattutto "Sabrina" ("Vacanze Romane" ad esempio lo preferisco nettamente) finiscono con l'essere fin troppo banalotte e zuccherose per i miei gusti.
"Sabrina" in particolare soffre forse di un processo di realizzazione poco armonioso tra regista e sceneggiatori, compreso l'autore della versione teatrale dalla quale è stato tratto il film; ma soprattutto soffre di un casting poco felice e di attori poco affiatati tra loro, come Hepburn e Bogart, che sembra un po' un pesce fuor d'acqua così come poco brillante anche Holden. Hepburn è sempre memorabile in questi ruoli, ma è una fortuna che dopo pochi anni la sua carriera abbia preso una direzione più ampia e versatile, rispetto ad un tipo di personaggio che, viste le sue doti d'attrice, rischiava di diventare limitante.
Naturalmente non esiste che Billy Wilder non riesca a mettere in piedi tutta una serie di gemme di caratterizzazione o idee per situazioni o dialoghi memorabili e ce ne sono anche qui (Audrey Hepburn che canta "Le Vie en Rose", la sequenza del tentato suicidio, qualche bel personaggio di contorno, i biglietti che Linus compra per il teatro che sono per "The Seven Year Itch" che lo stesso Wilder l'anno successivo adatterà per il cinema), ma se le piccole cose funzionano è il fulcro del film a non convincermi, una narrazione romantico-fiabesca d'ottima evasione ma alla fine davvero troppo stucchevole per i miei gusti e, come detto, con dei protagonisti che mi hanno lasciato ben poco entusiasta.
Non lo definirei mai un passo falso di Billy Wilder, ma per me è uno dei meno riusciti in una carriera straordinaria, tra l'altro il primo di un breve periodo un po' interlocutorio (tra questo e "Love in the Afternoon" tra l'altro, sempre loro due) prima che ricominciasse a sfornare film stupendi in sequenza, con lo zenit in "The Apartment".