caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

L'UOMO CHE VERRA' regia di Giorgio Diritti

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
jack_torrence     8 / 10  01/06/2010 00:48:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che bello ci sia ancora chi fa questo cinema.
Un cinema che mette in scena con pudore, che sa scegliere cosa guardare da vicino, cosa mettere in campo lungo, che tempi dare alla narrazione per far parlare le immagini con tutta l'intensità che esse contengono, quando il regista ha un sicuro senso etico dello sguardo.
Coraggioso e bravissimo Diritti, così come Mereu, forse oggi meno noto, autore due anni fa di un'opera di valore analogo, e di analoga estetica, come "Sonetàula".
Senza dubbio un'esperienza impegnativa, ma autentica.

E poi è sempre la migliore prospettiva sulla Storia, quella di restituirla agli umili che la subiscono inermi.
Quando la violenza delle armi viene a stuprarti la vita, sulle tue montagne, entra in casa tua come un cataclisma: questa è la Storia, questo è l'uomo che è stato e l'uomo che verrà.

Sì, L'albero degli zoccoli di 32 anni fa è praticamente in ogni fotogramma.
Quello di Diritti non è un cinema che innova, ma è un far cinema che va preservato, e finché vi sarà chi è capace di farlo, dobbiamo solo che essergli grati.
Il cinema italiano di questi anni non è Luchetti, Ozpetek, Salvatores o Virzì. Loro li supera tutti Soldini con un film non memorabile, ma decisamente buono come "Cosa voglio di più".
Non è naturalmente neanche Tornatore, anche se con "Baaria" la critica è stata troppo severa.
E' Bellocchio, certo: il più grande oggi.
E poi abbiamo Garrone Sorrentino e Crialese (ciascuno scelga il suo preferito).
Ma nella stagione corrente il cinema italiano è sommamente in Giorgio Diritti.