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C'ERA UN PADRE regia di Yasujiro Ozu

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Invia una mail all'autore del commento wega     9 / 10  07/02/2010 20:15:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E qui siamo tra i vertici ozuiani. "C'era un Padre" è un film cristallino, sobrio, emozionante, girato con pudore e con un linguaggio che non conosce sussulto. Il contesto (mi piace iniziare così perché è la prima cosa che guardo nei film di Ozu) è quello di un Giappone contemporaneo e di periferia. Il padre - un Chishu Ryu protagonista di tutti gli ultimi 40 film dell' autore - è un insegnante vedovo che vive a Kanazawa col figlioletto Ryohei, al quale anche insegna; domande di formule di matematica sono un rituale del mattino prima di andare a scuola. Insegna in una scuola media dove si sta organizzando il viaggio di fine anno, viaggio che avrà un risvolto tragico perché ci affogherà un suo allievo. Ne esce il contrasto interno di un uomo che con la ragione - da buon matematico - decide di lasciar il lavoro per evitare incidenti futuri, ma che non riesce altrettanto a razionalizzare il fatto che in fondo non è stata colpa sua. Decisione che influenzerà tutta la sua vita e quella del figlioletto, tanto da doversi trasferire più volte per cercare lavoro, finendo a Tokyo, ma lasciando Ryohei in convitto per tutta la durata degli studi. "Non cambierà nulla", è questa la frase che spesso ripete il padre. Con uno sbalzo temporale di 12-13 anni (insolito per un film di Ozu), l' ex insegnante si ritrova brizzolato, impiegato e con il figlio che non vede da allora ormai già laureato e insegnante a sua volta di chimica. Come in "Tarda Primavera" c'è la tematica del desiderio di un figlio di una convivenza con il genitore, convivenza che avverrà, seppur per pochi giorni +SPOILER+ dovuta alla morte improvvisa del padre, che morirà sul letto d'ospedale pronunciando la frase "Sono felice", una delle scene pià emozionanti del Cinema di sempre. +SPOILER+
"C'era un Padre" è un film della maturità di questo artista, girato spesso all' aperto ma di grande intimità. E' il film anche in cui il rapporto tra le due generazioni si fa più importante, non che sia la prima volta - già presente nella Locanda di Tokyo ad esempio - ma forse qui è la prima volta in cui una non è subordinata all' altra; anche all' inizio, ciò che si percepisce, a volte, è quello di un rapporto alla pari, che non ha lasciato strascichi di rancore per l' allontanamento ma solo amore.