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GOSFORD PARK regia di Robert Altman

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hghgg     8 / 10  24/10/2017 13:13:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel 2001, anno di uscita di "Gosford Park", da Altman ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa inseribile in una fase discendente della carriera di uno dei grandi maestri del cinema americano, col cavolo invece perché Altman tira fuori dal cilindro l'ennesimo filmone della sua carriera, sempre all'insegna dei tentativi e della sperimentazione, non priva di scivoloni ma colma di film eccezionali.

La direzione è quella nello stile di cui Altman è sempre stato maestro indiscusso: corale e caotica, con il solito cospicuo numero di attori apparentemente lasciati a loro stessi ma controllati come marionette da un burattinaio infallibile in questo genere di film.

Altra cosa che resta invariata è la graffiante e amara satira che Altman ha sempre diretto nella sua carriera verso numerosi bersagli e sempre con immutata precisione ed intelligenza.

Questa volta si concentra a smascherare le ipocrisie e le falsità tanto dell'alta società inglese dell'inizio degli anni '30 quanto della propria servitù, dove intrighi e segreti, storie e drammi si incrociano tra le due classi sociali e l'ambientazione inglese è come sempre un pretesto per narrare delle ipocrisie, delle debolezze e delle meschinità umane in generale.

Interessante notare chi è lo sceneggiatore di questo film: Julian Fellowes (soggetto e ideazione sono dello stesso Altman) a cui il regista si affida per mettere in scena questo suo nuovo spettacolo di corale meschinità.

Fellowes dopo "Gosford Park" scriverà anche film quali "La fiera delle vanità" e "The Young Victoria" (e pure, evidentemente sotto crack, "The Tourist"...) ma soprattutto continuerà, una decina di anni dopo questo film, a descrivere il binomio tra nobiltà inglese e servitù con la sua serie tv "Downton Abbey" che certo gli ha dato occasione di continuare a mostrare un cospicuo numero di ipocrisie e meschinità di quegli ambienti ma certo con uno stile e degli obbiettivi ben differenti da quelli ricercati in "Gosford Park" che è creatura altmaniana e, come sempre, si vede. Parecchio.

Eccellente in ogni caso la gestione di Fellowes del racconto corale e del film in costume che si tinge di giallo, ci sono pochi dubbi sul fatto che questo film sia il suo personale capolavoro di scrittura.

Si è vero, il film è decisamente lento e privo di ritmo e probabilmente è un limite non possedendo la potenza e la ricchezza narrativa di un "L'Età dell'Innocenza" (si lo so faccio schifo, ogni occasione è buona per fare i complimenti a Scorsese) che tanto i suoi bei "è brutto perché è lento" se li è presi anch'esso quindi come non detto.

Esemplare invece la cura scenografica e la ricostruzione sia ambientale che psicologica dell'aristocrazia e della servitù inglese dell'epoca (per quanto posso saperne io, almeno). Altrettanto ottima la fotografia, che si esalta negli splendidi interni messi in scena con la suddetta cura e attenzione.

Molto interessante il cast, ci sono alcuni attori che lavoreranno poi nuovamente con Fellowes più che con Altman.

Immancabile la grande Maggie Smith (che di Fellowes ha fatto le fortune, altroché) così come l'ottimo Michael Gambon, in un personaggio tratteggiato divinamente nelle sue terrificanti ambiguità e meschinità. E, a proposito della gente che "Meno male che ha recitato in Harry Potter sennò sai che disastro quei film senza di loro" c'è anche Geraldine Somerville che dimostra di poter recitare ed esistere anche al di fuori dei flashback di un babbeo con lo sfregio in fronte.

Divertitevi come me, ex-bimbi cresciuti con il maghetto, a vedere il crudele Altman donare alla Somerville il ruolo della vita nei panni di una nobile-snob gatta morta senza pari. Ma che belli i personaggi di Altman. Solo lui poi poteva riempirci di effusioni tra lei e ehm... Silente. E maritarla con Tywin Lannister (Charles Dance). Vabè finito di ridere laggiù ? Ecco, comunque anche la Somerville ha recitato ancora in un lavoro sceneggiato da Fellowes, la mini-serie tv "Titanic" del 2012 (notare come un paio di anni prima "Downton Abbey" si fosse aperta proprio con la notizia dell'affondamento del Titanic).

Un'altra buona prova è quella di Emily Watson (anche lei con Fellowes nel suo film come regista del 2005 "Un giorno per sbaglio") così come per Kelly Macdonald e Kristin Scott Thomas, perfette nei loro personaggi. Perfetta, guarda tu il caso, è anche Helen Mirrer ed è proprio con lei che nel finale, potente, bellissimo e stordente nel suo dramma, si libera anche la forza emozionale di un film che fino a quel momento è più che altro feroce satira e precisa ricostruzione formale.

Nel cast anche Clive Owen, Tom Hollander, Eileen Atkins (che lo sceneggiatore ritroverà ne "La fiera delle vanità") e via dicendo. Da notare anche gli spunti comici portati dagli interventi del detective inetto e del suo più zelante assistente.

La parte "gialla" del film, ben costruita, è comunque solo un pretesto per scoperchiare le meschinità tenute segrete, nel momento in cui la critica di Altman colpirà con più violenza.

"Gosford Park" è un ottimo film costruito benissimo in tutti i suoi aspetti tranne forse che in uno sviluppo narrativo corale che risulta poco appassionante lungo tutta la prima metà del film cosa che pone questo film un gradino al di sotto dei grandi capolavori di Robert Altman, sebbene il film centri perfettamente i suoi obbiettivi critici e satirici, così come quelli estetici e, nel finale, si prenda anche la licenza di emozionare.

L'ennesimo bel film di uno dei più grandi registi americani di tutti i tempi.
adrmb  24/10/2017 21:14:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Voglio il megapapiro in cui demolisci It
hghgg  25/10/2017 09:37:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci stavo pensando: lo farò appena capirò dove mi sono cadute le palle che sono rotolate via quando ho visto la gente mettergli "9" e "10" tutta convinta e poi un tizio che dava un "6" ad "Apocalypse Now" perché si sentiva generoso, benedetto lui... Quando mi riprenderò scriverò anche di "It". Intanto però questo film, e Altman in generale, li devi vedere visto che ti interessano le "sfide" nel cinema. E poi ci sta Lily Potter e Silente che se strusciano e su, e dai.
adrmb  25/10/2017 21:49:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Va bene va bene :)
ILLUMINATIONS E' LA VITA COMUNQUE DGHHSDDGJHJKKSDGJKRFSS
hghgg  26/10/2017 09:15:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Illuminations" è Manitù che fa sesso con i sintetizzatori nel 1969 durante una danza rituale per gli spiriti.