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CARO DIARIO regia di Nanni Moretti

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dobel     9 / 10  25/10/2010 11:02:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei miei Moretti preferiti!
Si legge molta sfiducia, molto pessimismo...però...
Il primo episodio cerca di infondere una certa spensieratezza, in un atto d'amore verso Roma, i quartieri, la Città come tale... ma presto ci si accorge che molte cose sono cambiate, e che la libertà sta svanendo. Il giro in vespa in questa Roma d'agosto, deserta, in cui alla fine non puoi fare nulla perché sei solo, è il prologo alle riflessioni successive. Non rimane che una cosa: la visita al lido di Ostia e al monumento ormai abbandonato e fatiscente in memoria di Pasolini (l'ultimo vero intellettuale libero, e per questo ucciso, del nostro paese), è un momento di grande cinema, quasi il canto del cigno di una cultura e di un modo di leggere la vita.
'Isole' è un episodio molto meno scanzonato sin dall'inizio: di isole non ce ne sono più, e forse noi non le cerchiamo veramente. Il desiderio di isolarsi non è appagante e non può essere appagato; viviamo una società che ci costringe a vivere tutto in onda. La nostra vita diviene materiale televisivo, così come era materiale poetico e letterario la vita degli antichi.
Il terzo episodio, sulla malattia che Moretti ha vinto, vuole quasi sancire quanto espresso: le cose si affrontano meglio se possiamo renderle oggetto di condivisione. Riprendere la propria ultima seduta di chemioterapia per farne un film è il massimo della condivisione. Non vogliamo essere isole, ci sentiremmo abbandonati. L'uomo è, evidentemente, un animale da branco. Mettere in piazza tutto, creare spettacolo da tutto, fare della propria vita un momento di riflessione comune e quindi trasfigurarla tanto da non appartenersi più in maniera esclusiva può essere un potente anestetico.
I medici non sanno ascoltare... dobbiamo fare in modo che sappia ascoltarci il pubblico!! A qualcuno dovrà pur interessare quello che ho da dire, cosa mi sta capitando!! Voglio che si sappia, voglio che tutti partecipino della mia esistenza, altrimenti non sto esistendo.
Come l'albero che che cade nel bosco non fa rumore perché non c'è nessuno ad ascoltarlo, così io non vivo se non c'è nessuno che mi guarda vivere!!
Questo è il vuoto che alla fine potrebbe comunicarci Moretti, e che forse inconsciamente vuole trasmetterci; ma i suoi film sono comunque luminosi, lasciano addosso un senso di poesia e voglia di vivere ed incidere con la propria vita. Tre confidenze al proprio diario che mi sono piaciute molto.