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PALOMBELLA ROSSA regia di Nanni Moretti

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ULTRAVIOLENCE78     7½ / 10  18/12/2007 09:30:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come ne "Il Caimano", dove il tema del Berlusconismo dà la stura per una serie di riflessioni su tutto un "modus vivendi" che sta prendendo piede nell'Italietta di oggi, anche in "Palombella Rossa" la crisi del PCI costituisce lo spunto per rappresentare la crisi di una intera società civile e, soprattutto, il disagio interiore che ne riviene. Probabilmente si tratta di un film molto più "intimista" di quanto si possa pensare. A mio avviso Moretti, rappresentando un'Italia dominata dall'opportunismo e dall'ipocrisia (quella dei mass-media, della politica, del mondo clericale ecc...), coglie l'occasione per descrivere la crisi di coscienza di un uomo che, arrivato alla soglia della mezza età, si rende conto che per più di trent'anni ha vissuto secondo i dettami imposti dall'esterno, secondo regole, schematismi e faziosità che non hanno fatto altro altro che frustrare la sua autodeterminazione, intesa come libera crescita individuale. A questo proposito Moretti utilizza la metafora della squadra di pallanuoto per indicare l'impossibilità di liberare la propria fantasia e di agire al di fuori di rigidi schemi.
Quello del regista trentino (per quanto ho potuto finora vedere) è un tipo di cinema che non è nelle mie corde; tuttavia devo riconoscere che le riflessioni e le tematiche ad esso sussunte sono interessantissime e validissime.
Mezzo voto in più per la scena in cui il protagonista ammonisce la giornalista sull'uso delle parole, rimproverandola per il ricorso a vuoti e insignificanti anglismi (di moda nel limguaggio moderno) che snaturano il senso dei concetti che si vogliono esprimere. Le parole sono importantissime, perchè attraverso di esse significhiamo i nostri pensieri e sentimenti; ma possono rivelerarsi delle vere e proprie "armi" quando vengono utilizzate arbitrariamente. In quest'ultimo senso, quella dei giornalisti viene dipinta come una sorta di "associazione a delinquere" che fa delle parole un uso "criminale", al fine di strumentalizzare e forgiare a proprio piacimento i concetti e i discorsi altrui.