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THE VILLAGE regia di M. Night Shyamalan

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ULTRAVIOLENCE78     7 / 10  04/09/2009 14:00:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La storia in sé è abbastanza risibile: M. Night Shyamalan parte dall’idea di un microcosmo antropico astratto dalle società civilizzate, e fondato al fine di preservarlo dalle ingiustizie, miserie e sopraffazioni che albergano in queste, ma non si pone minimamente il dubbio che le dinamiche umane possono ripresentarsi, con le medesime modalità, anche in realtà particolari. La soluzione per lui sarebbe, dunque, in un “isolazionismo temperato”, che consenta, cioè, la comunicazione esterna con i “cattivi” solo ove ciò fosse assolutamente indispensabile per salvare la vita anche di uno solo dei propri consociati. Troppo irrealistica, semplicistica e fuorviante per essere accettata. Se poi ci si mette pure lo sguardo protettivo e rassicurante di Dio (cfr. le inquadrature dall’alto nei momenti di massima crisi), alla stregua dell’architettura provvidenziale di “Signs”, si ha un motivo in più per storcere il naso. Il punto è che Shyamalan è un eccezionale “racconta-storie” ed è dotato di una notevole abilità nel creare fascinose atmosfere tra il favolismo e l’horror, per cui è difficile non apprezzarlo pur riconoscendone i lampanti limiti dal lato dei contenuti. Se si dedicasse solo alla regia e lasciasse scrivere i soggetti ad autori più capaci, probabilmente riuscirebbe a sfornare un capolavoro.
dagon  31/12/2009 10:40:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sei sicuro che il regista sostenga l'isolazionismo come soluzione? a me , alla fine, sembra che suggerisca che non c'è niente che possa salvarti dal male dell'uomo e che l'isolarsi è solo una illusione. Mi impressione, sia chiaro. Sono d'accordo con te: se avesse dietro uno sceneggiatore tosto, sfornerebbe dei capolvori perchè come regista ha delle capacità altissime.
ULTRAVIOLENCE78  31/12/2009 16:10:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Shyamalan è incoerente: è vero che il suo racconto si pone quale paradigma dell'impossibilità di sfuggire al dolore e al crimine; ma è pur vero che nell'epilogo del film gli anziani, nonostante tutto, decidono di perpetuare la loro emarginazione, pur se mitigandola, poichè ravvisano in essa il cosiddetto "male minore". E questo messaggio finale, a mio avviso, è una c@zzat@, una falsa soluzione.