Come in “SIGNS” dal film di fantascienza si passa al film drammatico-spirituale, anche qui si va al cinema per vedere un film Horror e invece ci si ritrova in mezzo ad una storia d’amore che si sviluppa come un Thriller. A me piace essere sorpreso … e Shyalaman ci riesce sempre alla grande. Non ci sono i mostri? Beh era facile prevederlo (eppure fin che si immaginano fanno paura!) …. La gabbia/bosco è un’illusione/prigione artefatta? Prevedibile … ma chi si aspettava il finale? …questo finale privo di dubbi e così drammatico e angosciante? Il villaggio "no global" è una cupa metafora della fuga dalla civiltà, dell'utopia, sull'impossibilità di estraniarsi dalla civiltà capitalistica e violenta (già perchè nel tentativo di farlo si instaura un governo fondato sulla paura e il terrore, e in cui si genera solo altra violenza). THE VILLAGE è un film più che mai attuale e "realistico"; una parabola sulla paranoia e la paura. Inoltre vorrei farVi notare che oltre alle varie "piste morte" e "falsi tracciati" (mai fini a se stessi .. vedi lapide ad inizio film) il cambiamento a metà film del protagonista è probabilmente l'azzardo (narrativo) maggiore; scelta impopolare ma coraggiosa e per me vincente (ma il pubblico popolare solitamente non accetta con piacere simili azzardi).
Senza entrare in merito alla qualità dei piani-sequenza, delle soggettive, delle immagini e della bravura del regista … La dichiarazione d'amore di Lucius è una delle più belle che ho mai visto al cinema La scena dell’accoltellamento è la scena del genere più agghiacciante ed intensa mai vista al cinema La scena della morte del pazzo/mostro è un quadro in movimento … mi soffermo sulla sua presunta “lentezza”, beh, c'è poco da dire; questa serve a creare tensione (fino al finale risolutore) e bisogna essere dei maestri in questo, per non cadere nel facile rischio di annoiare il pubblico.
nextam 06/10/2007 11:41:04 » Rispondi sei davvero in gamba. bel commento. finalmente uno che ne capisce davvero.