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THE VILLAGE regia di M. Night Shyamalan

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gerardo     7 / 10  02/11/2004 17:32:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
The (Dog)village.
E' curioso come negli ultimi anni gli autori non americani stiano guardando l'America attraverso l'ottica del villaggio di provincia, luogo "primitivo" e fondante della civiltà americana. Dopo le incursioni di Lars Von Trier, questo The village è una curiosa metafora dell'America odierna, da un regista, M. Night Shyamalan, indiano di origine. Curiosa perché Night Shyamalan è operativo a Hollywood ormai da tempo.
Von Trier, si sa, ha un punto di vista ideologico molto forte e ben preciso: i suoi film sono degli atti d'accusa senza appello nei confronti della società americana. Ora, da un regista hollywoodiano non ci si può aspettare la stessa acredine di un europeo ribelle e anticonformista come LVT. Ma The village non è meno crudo, feroce, drammatico e pessimista dei film del regista danese. In effetti, The village è un film politico in senso totale.
The village è la moderna società americana "oscurata", terrorizzata e controllata dal potere, appunto, attraverso il terrore. Ci sono i nemici, creati ad arte e resi mostruosi per tenere sotto controllo con la paura, i movimenti e gli istinti libertari della popolazione del villaggio. Chi prova a sfuggire a tali regole muore, come il bambino di 7 anni, di cui vediamo il funerale all'inizio e che un indizio nel finale ci svela perché è morto. E questo regime di protezione è attuato ai fini della realizzazione di un arditissimo progetto di conservazione dell'innocenza americana. Un progetto ambizioso, filosofico, un concetto che è alla base della cultura stessa americana. E' il mondo nuovo, l'America, la terra promessa che Dio ha riservato ai primi coloni inglesi, protestanti, in fuga dall'Europa corrotta. E' il mondo nuovo da riedificare attraverso le piccole comunità religiose e il lavoro della terra; e poi con la conquista di sempre nuovi spazi, nuove frontiere ad ovest. Ma sarà proprio la conquista di nuovi territori, a discapito delle civiltà autoctone, e la violenza scaturita dalla nascita della nazione americana, prima, e la violenza dell'arroganza statunitense, poi, nel corso dell'ultimo secolo, a cancellare per sempre quel concetto basilare dell'innocenza americana che portavano con sé i primi coloni e i padri fondatori della grande nazione. L'esperimento condotto da Edward Walker, ex docente universitario (W. Hurt), e dal consiglio degli anziani, cerca utopisticamente, attraverso la creazione di una società e un mondo artificiale, non lontano dal modello televisivo del Grande Fratello (magari nella variante "La fattoria"...), di preservare quell'innocenza originaria dei primi americani, spostando indietro di un secolo la vita di un intero villaggio. Ma il prezzo da pagare può essere molto caro: chi ne esce fuori muore, perché non può rivelare la verità. L'unica "innocente" del villaggio autorizzata a "evadere", seppur provvisoriamente, è Ivy, una donna cieca, perché non può vedere il mondo oltre la foresta; oltre allo scemo del villaggio, che mai sarà creduto se dovesse parlare. E d'altronde egli finisce per essere, paradossalmente, la vittima del "sistema" (di controllo e di conservazione dell'innocenza), essendo egli l'unico vero innocente (le sue azioni non sono imputabili a sanità mentale). Noah, lo scemo, diventa la vittima sacrificale perché ha innescato il pericoloso meccanismo di perdita dell'innocenza, attraverso l'atto di violenza commesso ai danni di Lucius, il giovane amante della protagonista cieca Ivy Walker. Pagherà per questo, perché la società resti falsamente pura.
Che il male sia identificato col colore rosso sembra quasi il completamento naturale e ovvio dell'opera di salvaguardia dell'innocenza del popolo americano. Anche se qua stiamo su una simbologia pressoché stereotipata (ma pur sempre valida all'occorrenza), lo spauracchio del comunismo è sempre un argomento calzante da quelle parti: dopotutto l'esperimento inizia in piena guerra fredda...
Ciò che resta meno convincente del film è proprio la sua confezione thriller/horror, il voler puntare troppo sulle possibilità commerciali di tale genere. E' lì che il meccanismo non funziona e il film si spegne anche nei suoi intenti migliori, e cioè politici. Certo, l'idea di mostrare una società controllata con il terrore attraverso l'uso dei meccanismi estetici e narrativi dell'horror/thriller poteva essere davvero vincente, ma qualcosa sembra non essere pienamente riuscita.
La ragazza cieca, Ivy Walker (Bryce Dallas Howard ), che si avventura sola e vulnerabile nel bosco, è anche l'ennesima riproposizione di un elemento favolistico classico, da Biancaneve a Cappuccetto Rosso, ad Alice... Resta un fatto molto curioso che la stessa Bryce Dallas Howard sia una delle attrici di Dogville, di Lars Von Trier...
tore  02/11/2004 18:15:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ottimo commento...anche se a me il film non è piaciuto
Andre85  02/11/2004 19:37:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bel commento, a proposito di colori secondo te il giallo a cosa si riferisce? x me alla menzogna. riguardo al rosso mi sembra un po esagerato dire ke è rosso comunista, cmq t volevo fare un domandone:
secondo te la protagonista d che colore vede il suo amato?
gerardo  02/11/2004 19:57:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E che ne so? Mica ho gli occhi della ragazza... :)
Cmq nel film si dice che Ivy vede solo delle ombre sfumate. E poi perché dovrebbe vedere le persone con un colore? Boh!
Riguardo all'interpretazione del rosso, mi sembrava la più plausibile, dal momento che quel colore identificava tout court i comunisti (i "rossi"), cioè il nemico n.1 dell'America durante il XX sec. Di fatto, nel film, l'esperimento di E. Walker e compari inizia più o meno tra la fine degli anni '60 e i primi '70, cioè in piena guerra fredda, e, dovendo utilizzare un colore per simboleggiare e identificare il male, quale più significativo del rosso? (ti ricordi la definizione reaganiana dell'URSS "impero del male?)
Rama  02/11/2004 22:06:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
alla conferenza stampa qui a Roma (ero presente) rispetto al colore Shyamalan dà una spiegazione molto più semplice elineare. Secondo studi su cui si è documentato il giallo è un colore che tende a tranquillizzare, mentre l'esposizione al rosso tende a innervosire e incattivire.
Tutto qua
Requiem  03/11/2004 10:54:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si è vero, si è semplicemente ispirato a studi in psicologia... l'ha detto in varie interviste questa cosa.
Rama  04/11/2004 08:19:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
tra l'altro la howard non era in dogville, sarà piuttosto nel nuovo mandalay
gerardo  04/11/2004 10:16:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
giusto, la ragazza rossa/bionda riccia di Dogville era Chloe Sevigny... Ma il fil rouge c'è sempre, no?
:)
gerardo  02/11/2004 19:47:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bè, se il commento ti è piaciuto, anche il film non dovrebbe essere poi così male...
tore  04/11/2004 18:57:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quel che mi ha fatto incavolare è la mossa pubblicitaria che ha usato Shyamalan...se fa un film politico e non thriller non deve spacciarlo per tale solo x fare soldi...
Andre85  03/11/2004 00:16:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
infatti a me è piaciuto e lo sarei andato a vedere cmq anche se nel trailer lo presentavano cm un altro film
leo leo  03/11/2004 14:15:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per favore, basta con queste banalità no global ...

La paura dell'ignoto e la creazione di mostri inesistenti non sono una prerogativa americana, sono comuni a tutti i tempi, a tutte le culture, a tutti i nuclei sociali, a partire dalla famiglia ...
vediamo di ampliare un po' gli orizzonti ...

l'apice lo raggiungi quando scrivi:
"The village è la moderna società americana "oscurata", terrorizzata e controllata dal potere, appunto, attraverso il terrore. ... Chi prova a sfuggire a tali regole, muore"

Ma tu, Gerardo, hai solo una pallida idea di cosa significhi davvero vivere nel terrore? Sai come si vive nei veri regimi dittatoriali? Fattelo raccontare da qualcuno che ha conosciuto da vicino il fascismo, o il nazismo, o il bolscevismo, la dittatura islamica, e poi rivediamo insieme il concetto di "terrore".

Non sono qui a difendere quel mezz'uomo di Bush, ma vorrei concludere ricordandoti che gran parte del "terrore" che attanaglia gli americani ( anche gli anti-Bush ) non è dovuto a finti mostriciattoli mascherati, ma a 3.000 morti crollati insieme alle torri gemelle, a alle teste decapitate in video, e a tante altre nefandezze che, purtroppo, sono tutte assolutamente VERE!
gerardo  03/11/2004 14:30:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perché tu hai esperienza diretta di cos'è una dittatura?
In questo film si parla dell'America, non dell'Italia del ventennio, della Germania nazista o dell'Iraq, e io a quella mi riferisco. Si parla del concetto di innocenza fondante e basilare della nazione USA, che è parte integrante della cultura americana, a cominciare dal Mayflower..., e della volontà di mantenerla a qualsiasi costo anche oltre la sua definitiva perdita.
Non venire a dire a me di allargare gli orizzonti se quello che scrivi tu dimostra che i tuoi non vanno oltre il ciarpame mainstream del Porta a Porta di Bruno Vespa.
valeriap  03/11/2004 15:05:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
o mio Dio!!!ma davvero per me a volte si tocca il ridicolo!!!
le persone che vedono in questo film..tutta la storia del mondo ecc..davvero sono paranoiche!!!il rosso comunista??ma che dite??!!capisco che molte tematiche di molti film anche a me fanno ricordare metafore di vita reale ma questa mi sembra esagerata!!possiamo vedere un film senza per forza trovare anche in questo la politica..di questo film si puo' parlare della difesa dell'uomo dal dolore..l'isolamento di alcuni gruppi ecc..cose sociali ma mettere in mezzo discussioni storiche cosi profonde mi sembra davvero solo uno sfarzo inutile!!
e non dite che noi che non vediamo queste cose in un film tra l'altro brutto..siamo superficiali e ignoranti..anzi talmente che certia rgomenti mi toccano e li trovo profondi che è davvero ma davvero inutile e patetico usarli e vederli ovunque!!
gerardo  03/11/2004 17:02:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco un'altra bella addormentata nel bosco... W il candore!...
:)
leo leo  03/11/2004 17:49:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
caro gerardo, sei proprio un arrogantello in cattedra.

valeria non è "addormentata", semplicemente non condivide le tue deliranti letture politiche, come farebbe qualsiasi persona equilibrata.

Mi dispiace deluderti, ma io non guardo mai Bruno Vespa (e non voto a destra). Sei caduto nella solita banalità dei sinistroidi, che non appena sentono un parere diverso dal loro, ti tacciano di berlusconismo ... Che fantasia!

Per sapere cosa è veramente una dittatura, non c'è bisogno di averla vissuta direttamente, basta guardare qualche documentario, o fare qualche buona lettura ( o ti basta l'esperienza di mio nonno, che fu internato per 2 anni in un campo di concentramento nazista?... ). Quindi ti ribadisco che una cosa è dire che l'amministrazione Bush, in determinati momenti, calca la mano sull'allarme terrorismo (ma ti ripeto, le twin towers erano tragicamente vere), un conto è sparare minkiate come quella di definire gli U.S.A. una societa basata sul terrore.
Probabilmente in questo periodo la gente è così intossicata di ideologismi, da vedere metafore politiche anche nel Carosello.
THE VILLAGE è ambientato in America, ma non parla specificamente di America ( la vicenda potrebbe svolgersi tranquillamente nella campagna inglese, o in Normandia, non cambierebbe niente ... ).
Può darsi che lo stesso regista abbia premeditato questa lettura politica, ma il film non esplicita nulla, quindi il tuo trattato socio-politico è veramente fuori luogo.

... ah dimenticavo, il presunto "rosso comunista" , quello sì che rimanda a un regime sanguinario e dittatoriale, che ha fatto più morti di Hitler. O forse sei tu a credere ancora alla favola del capitalista cattivo e dell'eroe comunista?
gerardo  03/11/2004 20:21:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Leo Leo,
può anche essere che io sia un arrogantello in cattedra, ma mi sembra lecito che io, ad arroganza e suppenenza, risponda con la stessa grana. Quindi, prima di accusarmi di fare il professorino arrogante, guardati allo specchio.
Quanto all'equilibrio mentale, basta vedere il tuo nick ripetuto 2 volte per farsi un'idea della tua precarietà in materia...
Quanto alle conoscenze storiche e alle buone letture, penso sia sufficiente dirti che mi sto laureando in Storia Contemporanea. Quanto ai documentari, ti posso dire che ho un'esperienza diretta e pratica al riguardo. E per fare un documentario su una partigiana arrestata e condannata a morte due volte, ti assicuro che si deve studiare un bel po' l'argomento (nazifascismo-guerra-Resistenza), prima di girare qualcosa.
Quanto alle testimonianze dirette, ho una famiglia da far parlare, con tutta una gamma di esperienze, come le vuoi: non hai che da scegliere dal mazzo.
Poi se ti ostini a non vedere e a non sentire anche le cose più esplicite in un film, cioè che si parla dell'America e non di un qualsiasi posto X, con tutti i suoi riferimenti storici e culturali BEN PRECISI, allora sono problemi tuoi.
Anche se non guardi Bruno Vespa, il tuo qualunquismo è della stessa pasta. A proposito di buone letture: prova con "Revisionismo/revisionismi" di Domenico Losurdo (doc. di Storia della filosofia a Urbino e direttore dell'Accademia di Studi filosofici in Germania), tanto per citarne uno dei più importanti. (ma tutta la sua bibliografia è illuminante sull'argomento "totalitarismo").
Poi ti consiglio di cominciare a RI-vederti il cinema americano anni '70, quello hollywoodiano controcorrente dei giovani (allora) autori come Coppola, Scorsese e Cimino (soprattutto quelli sul Vietnam come metafora suprema della perdita dell'innocenza americana). Ri-vediti i road-movie '70, da "Easy Rider" a "L'ultima corvée", accompagnando la visione dei film con la lettura di un buon libro sul cinema americano '70 ("Il nuovo cinema americano 1967 - 1975, Franco La Polla) e sulla base di tutto ciò RI-vediti i classici western, John Ford su tutti. Così capirai dove volevo andare a parare col mio "trattato socio-politico".
valeriap  04/11/2004 01:56:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
gerardo scusami ma sono anche io di sinistra ma davvero in un film del genere è fuori luogo arrivare a parlare dei nazisti e cose del genere..non rendiamo tutto una barzelletta x favore..forse sono piu' sveglia di te nella mia vita attiva nella politica x questo non straparlo
gerardo  04/11/2004 10:20:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non li ho tirati fuori io i nazisti. Io, infatti, parlavo dell'America...
leo leo  04/11/2004 13:41:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
... p.s.2 ... e mi unisco a valeria nel suggerirti di leggere qualche libro in meno, e di fare qualcosa di un po' più attivo ... che so, un po' di volntariato, cose concrete, vita vissuta ... tutte cose dove lo sfoggio di libri e di film non serve a niente ...
valeriap  04/11/2004 19:10:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
gerardo ma se vedi bambi cosa vedi????l'america feroce che uccide i piu' deboli???mamma mi!!!
gerardo  05/11/2004 00:19:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bambi?... Gli horror non li guardo, perché mi fanno paura...
gerardo  04/11/2004 19:56:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1. Ripeto il concetto che il primo a scagliarsi con arroganza sei stato tu, non io. Io, al massimo, mi sono regolato di conseguenza.
2. Ricordo di aver assistito a un esame di Storia della storiografia contemporanea, alla SSIS, nel quale una candidata, laureata con 110 e lode, pensava che Bismark fosse il cancelliere tedesco allo scoppio della 1° guerra mondiale...
3. Anche la "mia" partigiana è reale e le interviste le ho fatte io, non mio padre.
4. E' vero, hai ragione quando dici che la conoscenza non sempre equivale alla saggezza: di solito, conoscendo molto bene i miei limiti, non vado in giro a dire quanto sono bravo e quanto sono colto, anche perché - non per fare della diminutio auctoris - mi reputo una persona con una cultura media, che sa l'indispensabile per farsi un'opinione libera e indipendente. Il problema è sempre quello: alla tua supponenza rispondo con la supponenza.
5. Quanto alla mia vita, di cose concrete ne faccio anche abbastanza: sono iscritto a un partito politico (ma non ti dico quale perchè getteresti m erda anche su quello e a me darebbe tremendamente fastidio) e quando posso, mi dedico anche all'attività politica. Con la mia associazione culturale organizzo un concorso di cortometraggi ogni estate (cosa estenuante per una piccola realtà di provincia senza santi in paradiso) e durante l'anno rassegne di cinema e di musica... Anzi, giovedì prox parte una rassegna-seminario sul Kurdistan, nel quale interverranno esponenti curdi profughi... Anche questo mi sembra impegno civile per il riconoscimento dei diritti umani, no?
Tanti saluti
valeriap  04/11/2004 21:39:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
continua cosi gerardo!!il nobel sarà tuo!!
gerardo  05/11/2004 00:17:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
come no?! a qualcuno già gli rode il k ulo...
valeriap  05/11/2004 10:24:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
gerardo ma poi alla premiazione mi ci porti???ho un abito favoloso..tutto rosso!!
gerardo  05/11/2004 15:22:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
fantastico! adoro il rosso!
leo leo  05/11/2004 13:38:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì, va bene, tu ormai ti sei imbalsamato in questo atteggiamento competitivo. non mi importa niente di quello che fai nella vita, né del tuo partito ( non ho bisogno di indovinare qual è, si capisce bene ... ), ribadisco che non devi imporre agli altri le tue letture politiche e i tuoi deliri antiamericani, e soprattutto non devi accusare di ignoranza o di qualunquismo chi la pensa in modo diverso dal tuo. Non so se hai passato la SSIS ( con la quale, tra l'altro, collaboro ), ma spero che in futuro, se farai l'insegnante, imparerai ad essere più umano, e meno autocelebrativo.
gerardo  05/11/2004 15:42:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ecco, il paternalismo adesso...

leo leo  04/11/2004 13:32:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
scusa, ma con la tua risposta continui sempre di più ad apparie come un "professorino".
Rilassati, non c'è bisogno di fare tutto questo sfoggio di cultura, ti ricordo che sono laureato in filosofia da più di dieci anni, che ho un padre giornalista che ha scritto un intero libro (basato su interviste e vicende reali) sui partigiani, che il cinema americano anni '70 lo conosco benissimo, e soprattutto, che non sono affatto qualunquista, visto che faccio volontariato e partecipo attivamente all'organizzazione di mostre, dibattiti e spettacoli teatrali sul tema dei diritti umani (il progetto di cui mi occupo attualmente è proprio relativo all'Olocausto). Proprio perché i diritti umani li studio quotidianamente, trovo ridicolo parlare dell'America come un paese basato sul "terrore" ( o credi che A NY o LOS ANGELES si viva come in Afghanistan, o in Indonesia, o in Cina, o in Cecenia? non noti nessuna differenza? ... ). Inoltre, circa il 90% delle persone che frequento sono di sinistra. Ti basta?

Le persone che bazzicano questo sito, che abbiano o meno titoli di studio altisonanti come il tuo, hanno comunque il talento, la sensibilità e il diritto di affermare quello che gli pare e piace su qualsiasi film. Qui si parla di confronto di opinioni, è ridicolo ribattere a un parere diverso dal tuo facendo sfoggio di cultura. Ti ricordo che in Oriente sono soliti dire che conoscenze e saggezza non sono affatto la stessa cosa ...

quindi, saltando a piè pari il tuo prestigioso curriculum e la tua "bibliografia" consigliata, ribadisco quello che penso, e che molti hanno pensato ... in questo film io vedo delle metafore universali, e non un attacco specifico all'America. Il resto, a mio parere, è gratutio ( anche se ognuno ha il diritto di dissentire )

p.s. a proposito, il nick "leo leo" l'ho scelto solo perché il nick con un solo "leo" era già registrato. ... complimenti, fose, oltre ad essere un ragazzino erudito, sei anche un po' picologo? non sarà che ho qualche sdoppiamento di personalità? ........
nest  08/11/2004 12:35:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
caro gerardo, lascia perdere, basta leggere il commento di questa valeriap per capire che aria fritta respira
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  05/11/2004 20:35:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
e magari i 40000 morti civili di bush in iraq avrebbero di che ridire mi girano le palle a sentire discorsi del genere... quanto a comunismo e fascismo le teorie di marx ed engels non si ponevano l'obiettivo di distruggere le razze come hanno fatto gli altri bravo, un viaggio a Pontida non te lo leva nessuno
leo leo  08/11/2004 14:32:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
kowalsky, non fare letture faziose di quello che ho scritto. Io non ho mai, detto mai, preso le difese di Bush, e so benissimo che gli americani hanno fatto migliaia ( milioni? ) di morti, tra iraq, vietnam, sud america, ecc. ecc.
IO SONO CONTRARIO A OGNI TIPO DI VIOLENZA. non mettere di mezzo pontida, dimostra di non essere un fascista rosso e intollerante.
SONO STATO CHIARO?
quello che ho contestato a gerardo, è la forzatura nel vedere letture antiamericane in un film che, a mio avviso, ha caratteri universali, e soprattutto trovo ridicolo parlare dell'america come di uno stato in cui regna il terrore, e dove, se sei "contro", sei morto. L'america ha fatto sì guerre sanguinose, ma è comunque un grande paese democratico, il terrore, il terrore vero, è tutta un'altra cosa.
Io non nego i 40.000 iracheni uccisi, ma trovo insopportabile e razzista vedere solo o l'una o l'altra cosa. quindi ci sono i civili iracheni, ma ci sono anche i civili massacrati dalle dittature islamiche, ci sono i morti nel vietnam, ci sono i morti in cecenia, i morti di beslan, i morti in tibet, le 10.000 condanne a morte all'anno in cina, le vittime delle incursioni israeliane, le vittime dei kamikaze palestinesi, ecc. ecc.
ci sono, in tutto il mondo, tantissime persone che muoiono ingiustamente, in oriente, in occidente, sotto tutte le bandiere e tutte le religioni, e solo un idyota può mettersi a sparare contro l'america, e ignorare tutto il resto.
quindi the village, a mio modesto parere, rappresenta TUTTI i tipi di paura occulta e di manipolazione della conoscenza. può darsi che il regista si riferisse espressamente all'america, ma si può anche riconoscere nel villaggio la metafora di una società islamica, o comunista, solo per fare qualche esempio.
ci siamo capiti, o vuoi ancora INVENTARTI che sono filo-bush? fai attenzione, perché la negazione della realtà e la mancanza di ascolto sono una delle principali cause di violenza e intolleranza ...ù

p.s. e per quanto riguarda marx ed engels, non continuare a sognare le favole, la storia ha dimostrato che tutti i regimi basati sull'ideologia comunista sono degenerati in dittatura e fascismo rosso, questo non lo dicono bush o berlusconi, lo dicono i libri di storia (precedenti alla riforma moratti, si intende...).
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  05/11/2004 20:31:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
e quarantamila morti civili ammazzati in iraq per portare la democrazia vero? Quando sento discorsi del genere mi girano i ********
gerardo  08/11/2004 13:15:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che c'entra?! Quelli sono effetti collaterali (come quando prendi l'aspirina per il mal di testa e ti viene la diarrea), capitano...
nest  08/11/2004 12:23:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
a me personalmente mi attanaglia il potere di bush e quello che può farne, quel mentecatto