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IN THE MARKET regia di Lorenzo Lombardi

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Ciaby     4 / 10  07/08/2011 20:27:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"E in più non saremo soli, come cani soli, in mezzo alla solitudine"

Mi chiedo chi abbia avuto la forza e il coraggio di scrivere certi dialoghi, soprattutto quando trova le palle per far parlare i protagonisti per oltre cinque minuti di uova, sì, di uova e per altri cinque, di peni mozzati e mangiati (wha?).
Ma soprattutto come si fa a parlare di cinema tre tizi che credono che Spielberg sia il miglior regista in assoluto e che "Salvate Il Soldato Ryan" sia violenza assoluta?? Brividi ovunque, e non quelli sperati.

Per non parlare del buco di sceneggiatura sul fatto di restare chiusi in bagno fino alla chiusura. Gli spazzini non passano? (annò, una spazzina c'è, ma fa solo avanti e indietro, perchè scorge qualcosa di "malefico") Non ci sono telecamere di sicurezza (sì, ci sono, ma a quanto pare le usano loro)? Che c.ulo, eh.... E se escono la mattina come "semplici clienti", non si accorgeranno che non sono mai entrati? Bha.

"Se lui è entrato, ci sarà per forza una porta aperta."
Sì, ma esistono anche cose chiamate chiavi, che le porte le possono chiudere. Ma vabbeh.

In certe scene, c'è troppo buio, tra l'altro e l'effetto "ridoppiato in studio" falsifica ogni minima veridicità dei dialoghi, peggiorando la già non eccelsa recitazione (tranne le due ragazze, vagamente sopra la media del resto del cast e il cattivone, veramente bravo, mache però si destreggia tra dialoghi tra il poetico e il ridicolo, che forse si ispirano ai fiori di sangue di Hideshi Hino, ma che sono privi di ogni pathos), indegna persino per una fiction.

E l'assassino parla, parla, parla...
E le vittime sono molto disinteressate. E quando lui dice "Basta! Basta!" con la stessa disperazione di un bambino che dice "Ci sono i Teletubbies in TV!", si toccano vertici ridicoli.

Un film veramente, ma veramente brutto. L'ennesima delusione horror nostrana. Però.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare. C'è molto di peggio.

In compenso, infatti, ci sono anche dei pregi, non che salvano in corner il film (anzi), ma meno male che ci sono: le scene un po' sanguinolente sono fatte molto bene per essere un film low-budget. Ed è riuscita e disturbante la scena in cui l'assassino obbliga il ragazzo a mangiare un pezzo dell'amica ,con la trovata agghiaccianti di fare l'aeroplanino, come quando si cerca di far mangiare i bambini piccoli. Bella anche la scena in cui il cattivo canticchia, sotto i pianti delle vittime, che occhieggia ad "Arancia Meccanica".

E mentre la prima parte è un inutile viaggio di stupidità e di inutilità, la seconda impenna un po' verso un clima claustrofobico abbastanza riuscito. Niente di speciale, eh, ma si riscatta un po'.

Non male neanche la svolta finale, che parodizza il solito finalone da horror americano dove la tipa più **** si salva. Beccato che poi ci sia un monologo pseudo-filosofico che tocca vertici talmente ridicoli, retorici e brutti da avere nostalgia di "Paganini Horror".

Pur nella sua bruttezza formale, poi, non annoia mai e si lascia guardare tranquillamente, scatenando spesso, tuttavia, irritazione (nei primi venti minuti, sicuramente) e risate involontarie.