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L'ORSO regia di Jean-Jacques Annaud

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stratoZ     7½ / 10  03/04/2024 13:23:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

"L'ours" è una carinissima pellicola di Annaud dal forte messaggio naturalista e ambientalista, fin da subito il regista porta lo spettatore ad empatizzare con questo piccolo e indifeso orsetto che perde la madre e si ritrova solo a vagare nel bel mezzo della natura selvatica dei monti della Columbia Britannica, in mezzo ad innumerevoli pericoli. Da lì a breve incontrerà questo Grizzly che nonostante un'iniziale riluttanza lo accoglierà sotto la sua ala protettiva. Tuttavia ci saranno due cacciatori di pellicce che saranno sulle loro tracce, per una vendetta personale in seguito alla battuta di caccia e che attenteranno più volte alla loro vita.

Ciò che sorprende del film è specialmente quell'aspetto tecnico/registico riguardante la lavorazione, andando nello specifico, il perfezionismo e l'accuratezza nel gestire gli animali, sia l'orsetto piccolo che il grande grizzly che riescono a far trasparire una forte caratterizzazione, il primo nella sua fase di formazione che dopo aver perso il punto di riferimento e protezione principale è alla disperata ricerca di un nuovo mentore, il secondo dall'aspetto aggressivo e mastodontico, specialmente dopo lo sparo da parte dei cacciatori, che si intenerirà grazie a questo cucciolo in cerca di riparo e che farà emergere un certo istinto materno.

Annaud è abile nella gestione dei sentimenti, nonché anche in una certa coerenza di fondo, non è un film ipocrita ne fazioso, l'orso stesso è descritto come un animale carnivoro che per sua natura deve cacciare e il regista non ci risparmia le scene cruente, come quando mangia il cavallo dei cacciatori - motivo che darà origine a questo conflitto uomo-animale - o lo stesso cervo, certo forse quelli che ne vengono fuori peggio sono gli uomini, che fanno un po' la figura degli idioti senza scrupoli forti delle loro armi ma poco coraggiosi, rancorosi e un po' ottusi.

Non mancano neanche i momenti di tensione, come l'inseguimento dei cani sulle rocce e l'inseguimento finale quando incontra il Puma, che fa tanto temere per la vita dell'orsetto ma grazie al quale vi è pure la definitiva crescita con la prima presa di coraggio.
Splendide anche le sequenze lisergiche sugli incubi dell'orsetto in cui l'autore fa uso di aberrazioni, stop motion e compagnia bella, alcune inquietantissime.

Niente male, una tenera favola animalista che fa empatizzare anche i cuori più duri.