topsecret 5½ / 10 14/01/2020 14:23:21 » Rispondi Con una parte finale idiota e totalmente insulsa, il regista Stuart Heisler fa perdere punti importanti ad attrici del calibro di Ginger Rogers e Doris Day, invischiandole in una pellicola dalla sceneggiatura incolore, dai dialoghi irrisori e dalle dinamiche spente. Il ku-klux-klan descritto da Heisler è una sorta di circolo popolato da stupidi vigliacchi, soggiogati dal carisma di un unico uomo che se li rigira e li truffa senza ritegno. Non ci sono tracce di razzismo, nè tracce di xenofobia, non ci sono proclami politici o ideologici ma solo un caso di omicidio di un giornalista e l'omertà che avvolge una cittadina. La storia è fin troppo semplice e gioca le sue carte sui sentimenti di sorellanza, con una Rogers combattuta tra l'amore e l'istinto di protezione verso la sorella e la precarietà della sua coscienza. Sarebbe un film da premiare quanto meno con una sufficienza ma, come detto, la parte conclusiva mi è sembrata così assurda che non mi convince a lasciare un voto positivo.