ezequiel 4 / 10 14/02/2010 14:04:55 » Rispondi se la casa è quella del regista, se i due piccioncini sono interpreti amatoriali, 15.000 dollari, eventualmente spesi, sono anche troppi.
detto ciò, il film è guardabile, certo. uno spegne il cervello all'accensione della telecamera e lo riaccende a fine registrazione. e allora
anche le notti che si succedono senza che non succeda un c.azzo, possono starci. la porta prima, il lenzuolo dopo, la donna catatonica (complimenti per le tette) che, in preda al sonnambulismo, invita il ghostbuster a cercarla. tutti espedienti per far decollare la suspence (arma a doppio taglio, ché questa rischia di venire affossata proprio per il troppo abuso che se ne fa per alimentarla) e svilirne, però, al contempo, la già claudicante trama.
due persone, una che viene perseguitata da un demone e una che ha in mano la telecamera. giocoforza, entrambi i protagonisti rimarrano con noi fino alla fine, perché se muore lei, il demone evapora, se muore lui, evapora la telecamera, e quindi anche il film. il che, non sarebbe un peccato.
andiamo avanti. entra in scena il fantasmacologo, che dice che, per casi come questi, ci vuole un demonologo, o un dementologo, fa lo stesso. lei racconta che quel demone lo perseguita da quando ha otto anni, dimenticandoci di farci alludere, o forse no, che l' 8 è anche simbolo di eternità. racconta di una sua casa che fu bruciata (come mai? non lo sapremo mai. forse sua madre usò una tavola ouija di 60 mq?) e tanti altri particolari utili per presentarci il piatto fumante servito per noi.
ecco, ora sappiamo perché c'è la telecamera usata in ogni momento. per inquadrare qualsiasi intervento dell'entità che perseguita la dolce tettona. il macho, al suo fianco, tenero e irritante, raduna tutte le qualità dell'idiota che protegge la propria donna. si caca sotto quando sente i tonfi, fa invece tronfio quando passa lo spavento. e così fino alla fine, con particolari che escono fuori senza alcun motivo ai fini del film, come la tavola prestata (velo pietoso per i dialoghi e le espressioni degli attoruncoli) su cui il demone ci scrive un qualcosa che poi diventa del tutto trascurabile. la foto graffiata, la foto di lei piccola, e soprattutto nadine, cercata su internet e poi lasciata nella pancia del pc.
di notte vanno in onda le paure del giorno, di giorno vanno in onda le paure della notte. con noi a rivederci continuamente le immagini già inflazionate dalla ripetitiva messa in onda del loro sonno intermittente.
et voila, al minuto 86, giù di lì, finalmente la coppia si toglie dai c.oglioni in neanche un secondo e mezzo. tutto il film, per quel secondo e mezzo di azione. e allora
e allora, dicevo, possono esserci immagini godibili, perché è anche facile farle, perché non è difficile giocare con l'angoscia, e con il fatto che meno l'entità si presenta, più cresce la paura (l'angoscia è per un qualcosa che non si conosce, che non puoi affrontare perché non sai che )ma se poi ci ricami troppo attorno solo per arrivare alla fine, o fai un corto, o fai un torto.