urxa 5½ / 10 04/02/2010 14:27:48 » Rispondi Questo film è un attentato a tutti i cuori dei cinofili! Ed è totalmente irreale. La storia vera di Hachiko era ambuentata nel Giappone degli anni 20 - 30. Il padrone di Hachiko era un professore senza famiglia. Il cane aveva come unico punto di riferimento LUI!
Qui invece la famigliola è ben nutrita e numerosa (compreso genero e nipote). Il cane è una gran bella bestia... di razza pura... ma poco intelligente! Anch'io ho lasciato diverse volte il mio cane per qualche giorno alla pensione (mia sorella ha 2 gatti).Il titolare mi assicura che dopo il primo giorno di smarrimento, il cane si ambienta. Se no i cani abbandonati starebbero tutti lì ad aspettare... Quando lo riprendo mi fa una festa enorme e poi va a dormire nella sua cuccia... (perchè si fida di me e sa che sono il suo capobranco .-))
Il cane non hanno un senso del tempo sviluppato. Ok. Ma 10 anni sotto le intemperie?
Tutto irreale per smuovere le lacrime (ed il bello è che ci riescono!)
Richard Gere muore benissimo. Il mio amico medico dice che i colpiti da ictus muoiono proprio così. Ma il servizio di canile della piccola città che cosa fa? e poi, tutte 'ste persone caritatevoli neanche una cuccia potevano fare vicino alla stazione? e solo avanzi di hot dog poteva mangiare un cagnone di più di 40 kg? valàvalàvalà!!! E nessuno tra i parenti che decida di legare per un po' alla catena 'sto cane matto. e neanche una denuncia per abbbandono di animale! Insomma... una cretinata dietro l'altra.
kierkegaard1000 15/02/2010 13:31:29 » Rispondi A mio parere sei troppo polemico. L'irrealtà di cui parli è basata su di una storia vera, come tu stesso racconti, poi il fatto dell'intelligenza del cane e della solitudine del professore nella storia originale sono due particolari che nulla c'entrano con l'amore di un cane per il padrone, che vi può essere anche senza questi elementi, e può essere unico. Poi, affermi che se così fosse, tutti i cani starebbero ad aspettare il loro padrone alle stazioni...senza tenere conto del fatto che, proprio come le persone, anche i cani possono avere i loro modi di reagire ed è proprio per l'eccezionalità del cane e del suo enorme amore, che la storia ha colpito. I difetti nel film ci sono, ma non sono d'accordo che siano questi.
urxa 17/02/2010 09:20:44 » Rispondi Non volevo essere polemica, solo rimarcare l'assurdità della situazione... e lo sfruttamento da parte del solito Hallstrom dei trucchi semtimentali su un argomento così vero come il rapporto cane - padrone. Dico solo che se volevano fare la storia di Hachiko dovevano fare LA storia di Hachiko, cioè come è accaduta. Il film è pieno di incongruenze. Ripeto: un cane di razza pura lasciato a penare 10 anni, nutrendosi solo di hotdog. Nessuno che gli faccia una cuccia! Neanche un veterinario od un accalappiacani in giro! Un solo articolo sul giornale.... parenti del professore che se ne fregano o quasi...ma non mi dilungo. Il film raggiunge il suo scopo. Fa piangere, no?
kierkegaard1000 26/02/2010 00:51:17 » Rispondi Allora, andiamo per gradi. Innanzitutto la storia si basa su di una storia realmente accaduta, e quindi tu parli di senso del tempo ristretto, ma il vero cane, non quello del film, ne ha avuto uno discreto, visto che nella realtà ha aspettato nove anni senza dimenticare il padrone.
Per quanto riguarda la situazione non la vedo così assurda. Circa le incongruenze, non mi sembra strano che il cane, sebbene di razza pura sia stato lasciato a penare (ricordi la scena del cancello aperto dalla stessa figlia del padrone che capisce che il cane non vuole rimanere?); ancora, chi ti dice che il cane si nutriva solo di hot-dog?Di certo non si poteva fare una rassegna di ogni tipo di cibo che mangiava, ed anche la scena degli hot-dog viene rappresentata non per farci capire che mangia, piuttosto per mostrare l'interesse del venditore (non per quello ne è diventato il padrone); l'articolo sul giornale c'è stato anche in questo remake (ricordi la foto del cane insieme al capo-stazione?); i parenti del professore non se ne fregano, anzi (vedi retro scena del cancello); sul fatto dello scopo hai perfettamente ragione, fa piangere ed io ho pianto più di una volta...quanto al fatto del senso del tuo discorso, che mi pare sia una critica alla mancata corrispondenza della storia a quella reale, ammesso e non concesso che la si possa condividere, si tratta di un film, che serve un pò anche ad evadere da sfumature come accalappiacani o denunce di abbandono (faccio l'avvocato n.d.r.) ;-)
kierkegaard1000 26/02/2010 00:58:43 » Rispondi Scusami, rileggendo ho notato che devo fare delle correzioni al precedente commento: tolgo la parola "strano" dalla prima riga e mi scuso per la citazione del giornale (rileggendo il tuo commento ho visto che già sapevi del giornale).