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NOSFERATU regia di Friedrich Wilhelm Murnau

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Invia una mail all'autore del commento wega     10 / 10  23/02/2008 18:08:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per l'anno, il 1922 mi aspettavo tutt'altro tipo ti espressionismo, più simile a "Il gabinetto del dott. Caligari" anche se ho visto un frame solo che mi basta, o "Metropolis", invece Murnau sfodera un espressionismo più simile a "Frankenstein" oppure quello ripreso e riproposto da Ejsenstejn con "Ivan il terribile", insomma un espressionismo non più scenografico, ma di ombre e di montaggio in questo caso.
Come dimenticare ormai la faccia di Nosferatu, le sue mani, la camminata, una pellicola vecchia, quasi andata, ma totalmente ricca di fascino, siamo negli anni '20, tutto ciò era sperimentale tutto ciò è capolavoro.
the saint  24/02/2008 14:00:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
è ricomparso nosferatu nella top 25...... nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!! immaginavo non potesse essere che un intellettualoide come te a farlo riemergere.......
Invia una mail all'autore del commento wega  25/02/2008 10:45:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie per l' "intellettuale" (è più usato se non corretto), fa piacere dare questa impressione..
the saint  25/02/2008 20:34:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
io stavo scherzando!!! siccome vedo che ti dibatti nelle discussioni dei film nella top 25, mi dava questa idea...ma non voleva essere assolutamente un'offesa!
scusa ma è un film che odio e odierò...rivedendolo comparire così nella top mi fa ritornare la nausea....
Invia una mail all'autore del commento wega  25/02/2008 23:09:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ahn dai allora chiedo scusa..ho frainteso..ciao.
Mizoguchi  18/03/2008 22:05:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma se ci tieni tanto a 'sta top25 perché non ti scrivi la tua e te la incolli sul monitor?
the saint  19/03/2008 00:06:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
te incollati il santino di nanni moretti però....
10 a caro diario
9 a ecce bombo
9 ad il caimanooooooooooooooooooooo
vabbè da qui si capisce il tipo......................
g-r-a-z-i-e
a quanti altri virus dovrò rispondere!?!?!??!
Mizoguchi  19/03/2008 09:55:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
dimmi dimmi che tipo sarei, sono curioso...

comunque guarda se fossi un virus ti converrebbe proprio non vaccinarti....
Invia una mail all'autore del commento wega  19/03/2008 12:18:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Un vecchietto di 120 anni" (rif.) perchè sa con certezza che l'espressionismo tedesco non ha niente a che fare con la matematica.
the saint  19/03/2008 18:30:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma chi s ene frega dell'espressionismo tedesco wega! fatti un ballino di c..az.zi tuoi una buona volta.. quelli poi sono gusti
mi stavo riferendo ai 3 " capolavori " menzionati da miz..
ecce bombo, caro diario e il caimano.......
Mizoguchi  19/03/2008 22:53:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
e poi del resto questi tre capolavori li hai menzionati tu
ed oserei dire: davvero a sproposito
the saint  19/03/2008 18:26:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sei un comunista, ti pare poco.....
Mizoguchi  19/03/2008 22:43:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
che ci vuoi fare! non possiamo mica essere tutti "santi"...
Mizoguchi  19/03/2008 22:49:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma tu li hai visti questi film santuzzo dei miei stivali?

lascia che ti citi nanni da "palombella rossa"
"Io non parlo di cose che non conosco! Le parole sono importanti!"
the saint  20/03/2008 11:02:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ho visto caro diario e un pezzo del caimano...
devo dire si che in effetti sono 3 capolavori, non c'è alcun dubbio, godevo proprio mentre li guardavo.... e pensavo : ' cacchio moretti non sbaglia veramente un film....'
Mizoguchi  20/03/2008 13:05:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
continuo a non capire perché metti in mezzo questi tre film...
stavamo parlando di nosferatu
se poi non sai argomentare su nosferatu e cerchi di contrastare la nostra evidente superiorità intellettiva mettendo in mezzo altri voti dei sottoscritti sei patetico
Mizoguchi  19/03/2008 22:52:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ah scusa, del resto non è la prima volta che sento questa parola "comunista"
mi faresti il favore di spiegarmi che cosa significa?
io non l'ho mai capito!
the saint  20/03/2008 10:59:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
come vuoi........................................................................
Per comunismo si intende in primo luogo una realtà sociale che presuppone la comunanza dei beni di produzione a cui si accompagna l'assenza dello stato.

Per consuetudine moderna è chiamato comunismo il movimento politico riferito prevalentemente a Karl Marx e Friedrich Engels, ma anche a utopisti o rivoluzionari come Étienne Cabet, François-Noël Babeuf, Henri de Saint-Simon, Charles Fourier, Auguste Blanqui. Anche il movimento anarchico ha come fine una società dai caratteri comunisti.

Per estensione, è chiamato comunismo il movimento dai molteplici aspetti che ha difeso o, al contrario, travisato, le sue premesse storiche. Le correnti di tale movimento hanno quasi sempre preso il nome da capi politici che si sono distinti nelle varie rivoluzioni moderne: marxismo, leninismo, stalinismo, trotskismo, maoismo, ecc.

Per Marx ed Engels il comunismo non era un principio filosofico, una dottrina politica e tanto meno una utopia ma un divenire della realtà nell'epoca del capitalismo sviluppato:

« Il comunismo non è una dottrina ma un movimento; non muove da principi ma da fatti. I comunisti non hanno come presupposto questa o quella filosofia, ma tutta la storia finora trascorsa e specialmente i suoi attuali risultati reali nei paesi civili. »
(Friedrich Engels, Deutsche- Brusseler- Zeitung n. 80 del 7 ottobre 1847)
« Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. »
(Karl Marx e Friedrich Engels. L'Ideologia tedesca, 1846)

Dopo Marx ed Engels - e almeno fino ai primi tre congressi dell'Internazionale Comunista (1919, 1920, 1921) - le questioni riguardanti il divenire della società comunista furono affrontate dal movimento socialista e comunista secondo criteri "scientifici" (o almeno queste erano le intenzioni; tali criteri furono descritti ad esempio da Engels in Il socialismo dall'utopia alla scienza, un capitolo del suo Antidühring elaborato per la pubblicazione in opuscolo). Da quegli anni in poi, le già gravi divergenze all'interno del movimento si approfondirono e non sarà più possibile parlarne in modo unitario.
Molti pensatori occidentali hanno concepito idee di comunismo, alcune molto simili a quelle poi divenute note con questo termine nel XIX secolo.

Il principio della comunione dei beni era un carattere proprio del cristianesimo delle origini. Nel secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, ai versetti 44-48, si descrive il funzionamento della prima comunità cristiana mettendo in risalto l'aspetto della comunione dei beni. Tale comunione non era stabilita per norma, i fedeli vi aderivano volontariamente. Si veda in proposito l'episodio di Anania e Saffira:

«Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro gli disse: "Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio". All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono. Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. Pietro le chiese: "Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?". Ed essa: "Sì, a tanto". Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te". D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose..» (Atti 5,1-11)

Sant'Ambrogio sosteneva che la proprietà privata era un prestito fatto ai singoli dalla collettività, la quale aveva il diritto di riappropriarsene per il bene comune.

Gli stessi ideali troveranno spazio negli ordini monastici, a partire dai benedettini, la cui regola, scritta direttamente dal Santo, era prettamente comunistica; oppure, soprattutto nel medioevo, in alcuni movimenti ereticali (come quello dei dolciniani). Anche le civiltà precolombiane in America sono di tipo comunistico.


Età moderna
Tommaso MoroIdeali di tipo comunistico e un progetto di abolire la proprietà privata tornano in auge all'epoca della Riforma protestante, con la guerra dei contadini, che sconvolge l'Europa ed è soffocata nel sangue. Fra i protagonisti di questo movimento rivoluzionario si annoverano Thomas Müntzer e Giovanni da Leida

Qualche anno prima L'Utopia di Tommaso Moro e più tardi La Città del Sole di Tommaso Campanella descrivono ugualmente altre comunità ideali in vario grado comuniste.

L'1 aprile 1649 i diggers (zappatori, scavatori) cominciano a coltivare alcune terre nei pressi di Cobham, nel Surrey, in Inghilterra, secondo principi comunisti. Grazie agli scritti del loro portavoce Gerrard Winstanley, quello del Surrey è il gruppo di diggers sul quale si hanno più informazioni, ma abbiamo notizia dell'esistenza di diggers anche in altre località dell'Inghilterra.


Il Settecento
Nel Settecento l'idea di comunismo trova nuove e più concrete formulazioni. Per quanto la linea teorica possa considerarsi abbastanza comune, bisogna distinguere due indirizzi principali, quello teologico, rappresentato principalmente da Morelly e Dom Descamps e quello materialistico, rappresentato da Jean Meslier. In forme diverse l'idea di comunismo aleggia durante tutto l'Illuminismo come conseguenza della nascente attenzione al concetto di uguaglianza tra tutti gli uomini. Essa era implicita nel Cristianesimo, che essendo una religione universalistica (contrariamente all’Ebraismo) proclamava l’uguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio, ma non davanti al potere temporale, che implicava una gerarchia di classi sociali con diversi compiti e diritti. Il comunismo aveva infatti abbastanza caratterizzato le comunità proto-cristiane sino al IV secolo, ma poi, dopo l’Editto di Milano, cessata una relativa clandestinità, alla luce del sole la nuova società cristiana si stratificava esattamente come quella romana pre-cristiana.. Il concetto di eguaglianza , ha influenzato in generale il pensiero del Settecento e un’uguaglianza civile, se non comunistica, era anche quella propugnata da Jean-Jacques Rousseau o da Gabriel Bonnot de Mably, il primo con una visione di tipo religioso, il secondo di tipo laico. Mably dichiarava: “Il legislatore agisce in maniera inutile se non si concentra sullo stabilimento dell’eguaglianza. Il bene possibile si ottiene con l’eguaglianza tra tutti gli uomini perché è essa che li tiene uniti.”

Il più notevole sostenitore e teorizzatore del comunismo, e in senso decisamente ateo e materialistico, è Jean Meslier, che scrive nel ‘’Testament’’: “Quasi universalmente accettato e autorizzato è l’abuso e l’appropriazione individuale che alcuni fanno dei beni e delle ricchezze della terra, i quali dovrebbero invece essere possesso di tutti e in parti uguali. La proprietà deve esser comune e tutti debbono usufruirne equamente e comunitariamente.” Queste le basi del comunismo materialistico di Meslier, che poi arringa i destinatari del ‘’Testament’’ con queste parole: “Cercate di unirvi tutti insieme per scuotere il giogo tirannico dei vostri principi e dei vostri re; abbattendo i troni ingiusti e malvagi; rompete le teste coronate e umiliate la loro superbia. I più saggi di voi guidino e governino gli altri, è loro compito formulare leggi e decreti che mirino sempre, a seconda dei tempi, dei posti e delle situazioni, a difendere e a far progredire il bene pubblico.” Per quanto riguarda Etienne-Gabriel Morelly, egli ha invece una visione religiosa del comunismo, basata sul fatto che Dio ha fatto le leggi di natura perfette e buone e che basta combattere l’egoismo individualistico e rifarsi a Dio per ottenere comunione ed eguaglianza tra tutti gli uomini. Nel suo poema ‘’La Basiliade’’, o ‘’Naufragio alle Isole Galleggianti’’, egli immagina una società ideale in un luogo remoto, dove c’è una società comunista, senza classi e senza veri capi; retta armonicamente dal popolo tutto e in perfetto accordo ed armonia. Analogamente il frate benedettino Dom Deschamps a metà del Settecento proporne uno stato comunista basato su una morale di tipo monastico, opponendosi al materialismo di D’Holbach. Dom Deschamps ha influenzato notevolmente le concezioni presocialiste del Settecento anche grazie alla notorietà e alla rete di rapporti che il suo protettore, il marchese d’Argenson, gli ha fatto avere nei circoli intellettuali dell’epoca, facendogli conosce D’Alembert, Voltaire e Robinet. . Vanno poi ricordati fra gli interessanti esperimenti di "comunismo reale" anche le reducciones del Paraguay impiantate dai Gesuiti nel XVIII secolo.

Le concezioni basate sulla religione deista di Voltaire e Rousseau agiranno anche in senso egualitaristico ma non comunistico, per quanto Rousseau col suo ‘’Le contrat social’’ abbia dato un modello interessante di stato teologico, con dei Legislatori come classe emerita e rispettata, quasi sacerdotale, che ricorda da vicino il modello platonico di stato, con i filosofi come governanti. L’influenza di Voltaire e Rousseau sui teorici della Rivoluzione francese, di cui furono considerati i veri padri, e sul Giacobinismo, che riprende specialmente il fanatismo e l’intransigenza di Rousseau, è notevolissima. I materialisti atei come Helvétius, D'Holbach e Diderot hanno invece una visione differente della società, nel senso dell’equità, ma non dell’eguaglianza. Vi erano anche circoli rivoluzionari fortemente egualitari, e questa concezione sociale è incarnata nel pensiero e nei comportamenti di Jean Paul Marat.


L'Ottocento
Molti idealisti del XIX secolo, colpiti dalla miseria materiale e morale della rivoluzione industriale, fondano con poca fortuna comunità utopistiche, soprattutto nel Nuovo Mondo. Il filosofo francese Étienne Cabet, nel suo libro Viaggi ed avventure di Lord William Carisdall in Icaria descrive una società ideale in cui un governo eletto democraticamente controlla tutte le attività economiche e supervisiona le attività sociali, lasciando solo la famiglia come unica altra unità sociale indipendente. Nel 1848 cerca senza successo di organizzare comunità icariane negli Stati Uniti d'America, anche se alcune piccole comunità icariane sopravvivono fino al 1898.


Teoria del movimento comunista

Karl Marx e il Manifesto del Partito Comunista
Karl Marx Per approfondire, vedi la voce Marxismo.

Le condizioni di estremo sfruttamento degli operai nel corso della prima fase della rivoluzione industriale, sollecitano la nascita tra di essi di una nuova coscienza politica, che a volte sfocia nell'elaborazione di tesi comuniste. Il più importante filosofo a credere nel comunismo è Karl Marx che usa il termine tra l'altro nel Manifesto del Partito Comunista scritto con Friedrich Engels.

Con Marx ed Engels il comunismo diventa un movimento rivoluzionario. In contrasto con le idee utopistiche di Owen e Saint-Simon, Fourier, Marx ed Engels affermano che il comunismo non poteva emergere da piccole comunità isolate ma solo globalmente, dal corpo dell'intera società. Il Manifesto propone una lettura della storia sotto la lente del concetto di lotta di classe: il motore della storia è nel contrasto tra una piccola èlite (la classe borghese), che possiede o controlla i mezzi di produzione e la grande maggioranza di persone, che non possiede quasi nulla.

Nella fase storica descritta dal Manifesto (così come in tutte le opere di Marx e Engels), il capitalismo è qualitativamente connotato, come in (quasi) tutti i modi di produzione precedenti dalla dominanza di una classe sociale su un'altra (almeno). Nello specifico, la borghesia (i capitalisti), ossia la classe che detiene i mezzi di produzione e cioè le condizioni oggettive della produzione, estrinseca la propria dominanza sulla classe subordinata, il proletariato, ossia coloro che devono vendere la propria abilità al lavoro in cambio della sussistenza (salario), attraverso lo sfruttamento di questi ultimi che si concreta nel pagamento di una parte della giornata lavorativa, mentre la restante parte - il pluslavoro, poi plusvalore - è la radice sociale del profitto. Nell'opera Das Kapital (Il Capitale), Karl Marx analizza come i capitalisti comprassero forza lavoro dai lavoratori ottenendo il diritto di rivendere il risultato dell'attività produttiva ottenendo così un profitto (vedi Teoria del valore e Teoria marxiana del valore per i dettagli). Per Marx se le classi lavoratrici di tutti i paesi prendessero coscienza dei loro comuni obiettivi, si unirebbero per rovesciare il sistema capitalista. Lo considerava, se lo svolgimento della storia avesse seguito la logica di una razionalità hegeliana, un risultato inevitabile di un processo storico in atto; potendosi comunque verificare, qualora il socialismo non fosse riuscito ad imporsi, l'imbarbarimento della società attraverso la rovina di ambedue le classi in lotta e di tutte le classi.

Dalle rovine del capitalismo sarebbe sorta una società in cui, dopo un periodo di transizione (dittatura del proletariato) in cui lo Stato avrebbe controllato i mezzi di produzione, la loro proprietà sarebbe passata alla società stessa nel suo complesso (lo Stato era destinato a dissolversi).

Il pugno alzato è uno dei simboli più noti del comunismo. Spesso è raffigurato anche nella scultura, come in questa creazione di Alfonso GialdiniLa dittatura del proletariato, come fase transitoria, veniva così a contrapporsi alla dittatura della borghesia, come imposizione alla minoranza dei capitalisti della volontà della stragrande maggioranza della popolazione (il proletariato). La proprietà privata sarebbe stata limitata agli effetti personali (proprietà individuale). La conseguenza della proprietà collettiva dei mezzi di produzione sarebbe stata, nell'ottica di Marx, la fine della divisione della società in classi sociali e, di conseguenza, la fine dello sfruttamento e la piena realizzazione dell'individuo. Una tale società sarebbe stata costruita attorno all'economia del dono "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo le sue necessità." L'ateismo, caratteristica del comunismo marxista, era una conseguenza logica del materialismo dialettico che il marxismo adottava come metodo.


Sviluppi successivi del pensiero marxista [modifica]
Le idee di Marx sono state sviluppate in molte direzioni diverse: alcuni pensatori prendono da Marx solo il metodo di analisi della società, mentre il nascente movimento socialista ne abbraccia con entusiasmo la parte rivoluzionaria, mettendo in secondo piano il pensiero dei socialisti non marxisti (Pierre-Joseph Proudhon, l'anarchico Bakunin, i già citati utopisti e molti altri). Fu nel segno di Marx che fu creata la Seconda Internazionale Socialista. Nel periodo successivo alla morte di Marx al termine comunismo venne di solito preferito quello, allora equivalente, di socialismo. La grande divisione tra i seguaci delle idee di trasformazione sociale di Marx passava tra i cosiddetti socialisti riformisti o gradualisti come Eduard Bernstein (e per certi versi anche il suo oppositore Karl Kautsky) in Germania, Filippo Turati in Italia o i marxisti austriaci e, sul versante opposto, i socialisti rivoluzionari come Rosa Luxemburg in Germania o Giacinto Menotti Serrati in Italia. Entrambi i gruppi pensavano che il comunismo fosse la naturale evoluzione della società occidentale, che come era evoluta dal feudalesimo al capitalismo borghese per la crisi del feudalesimo stesso, sarebbe dovuta evolvere naturalmente da capitalista in comunista per via delle contraddizioni interne del capitalismo. La differenza stava nel metodo che ritenevano necessario per questa transizione: mentre i socialisti riformisti ritenevano che il passaggio si sarebbe verificato gradualmente, attraverso una serie di riforme sociali, i socialisti rivoluzionari pensavano, in accordo con Marx, che invece questo cambiamento non sarebbe mai avvenuto spontaneamente ma avrebbe richiesto una rivoluzione.

Karl Marx e Friedrich Engels studiano anche altre forme di comunismo. Partendo dalle ricerche di Lewis Morgan e di altri antropologi loro contemporanei, affermano che i primi ominidi vivevano in una sorta di società comunista, chiamata comunismo primitivo: il poco che possedevano veniva condiviso fra tutti, come anche i prodotti dell'attività dei singoli (in massima parte cibo). Alcuni gruppi isolati di persone vivevano fino a pochi anni fa in questo modo. In tutte le società moderne tuttavia la proprietà privata gioca un ruolo fondamentale, facendo sorgere il concetto di società classista.

Questa tesi venne criticata da alcuni indiani americani, come Russell Means, che vedevano il concetto di comunismo primitivo come una distorsione della realtà dovuta all'imposizione di uno schema teorico occidentale precostituito su una situazione che invece non coincideva affatto con questa visione semplicistica delle cose; peggio ancora, Means e gli altri denunciavano come questa distorsione fosse strumentale, dovuta al desiderio di ricavarne prove da portare a sostegno nel dibattito ideologico in Europa. In particolare, l'antropologia del XIX secolo, i cui risultati Marx e gli altri citavano come prova a favore delle loro tesi, era basata su ricerche pesantemente influenzate da pregiudizi razziali, prive di una vera comprensione delle culture in esame e di loro osservazioni dirette.


Comunismo anarchico contro comunismo marxista
Pierre-Joseph ProudhonContemporaneamente alle dottrine di Marx si era sviluppata tuttavia un'altra forma di dottrina comunista: il comunismo anarchico. L'anarchismo prende le mosse dal pensiero di Pierre-Joseph Proudhon: non tutti i pensatori che si sono definiti anarchici hanno tuttavia adottato un modello di economia comunista (lo stesso Proudhon a un certo punto rivalutò in parte la proprietà privata). La polemica tra Proudhon e Marx fu così violenta che quando il primo pubblicò un volume intitolato Filosofia della Miseria il secondo rispose con il pamphlet Miseria della filosofia. Lo scontro tra anarchici e marxisti divampò all'interno dell'Associazione internazionale dei lavoratori (Prima Internazionale). Tra il 1871 e il 1872 Marx ed Engels riuscirono definitivamente a mettere gli anarchici in minoranza e a farli espellere dall'Internazionale.

Il più importante teorico anarchico del primo periodo è sicuramente il russo Michail Bakunin che espose la sua dottrina per lo più in Stato e Anarchia. Per Bakunin libertà e eguaglianza erano due obiettivi inscindibili. Lo Stato, con la sua divisione tra governati e governanti, tra chi possiede la cultura e chi esegue il lavoro fisico, era in sé stesso un apparato repressivo e doveva essere dissolto senza il passaggio per una fase intermedia.

Bakunin individuò gli equivoci e i possibili rischi della nozione di Marx di dittatura del proletariato. Secondo Bakunin il marxismo era l'ideologia di quella che chiamava "élite della classe dominata", avviata a diventare classe dominante a sua volta, e, in particolare, era l'ideologia degli intellettuali sradicati. La conquista del potere da parte dei comunisti marxisti, secondo Bakunin, avrebbe portato non alla libertà ma a una dittatura tecnocratica. Se c'è uno Stato ci deve essere per forza dominio di una classe sull'altra... Che cosa significa che il proletariato deve elevarsi a classe dominante? È possibile che tutto il proletariato si metta alla testa del governo?... I marxisti sono consci di tale contraddizione e si rendono conto che un governo di scienziati sarà effettivamente una dittatura... Essi si consolano con l'idea che tale dominio sarà temporaneo... La massa del popolo verrà divisa in due armate, quella agricola e quella industriale, poste agli ordini degli ingegneri di Stato che costituiranno la nuova classe politico-scientifica privilegiata. (Michail Bakunin, Stato e Anarchia)

Il modello proposto da Bakunin era quello di una libera federazione di comuni, regioni e nazioni in cui i mezzi di produzione, collettivizzati, sarebbero stati direttamente nelle mani del popolo tramite un sistema di autogestione.

Idee simili a quelle di Bakunin furono sviluppate da Pëtr Kropotkin, suo connazionale, scienziato oltre che filosofo. Criticando il darwinismo sociale che fungeva da giustificazione alla competizione capitalistica e all'imperialismo, nel suo saggio Mutual Aid (1902) Kropotkin si propone di dimostrare come tra le specie animali prevalgano la cooperazione e l'armonia. Proprio cooperazione ed armonia, senza necessità di una stratificazione gerarchica, dovrebbero essere i principi dell'organizzazione sociale umana. Kropotkin prende ad esempio le poleis greche, i comuni medievali ed altre esperienze storiche come esempi di società autogestite. L'etica non dovrebbe essere imposta dalle leggi dello Stato ma scaturire spontaneamente dalla comunità. Come Bakunin, Kropotkin si augura la scomparsa dello Stato e l'instaurazione di un comunismo federalista, autogestito e decentrato.


La Comune di Parigi
Nonostante le divergenze i socialisti e gli anarchici di varie tendenze furono unanimi nel vedere nella Comune di Parigi (1871) il primo tentativo da parte del movimento operaio di creare una società comunista. I comunardi presero il controllo di Parigi per due mesi e combatterono tanto contro la Prussia che contro il governo francese. La Comune introdusse una serie di leggi che riducevano il potere dei detentori di proprietà, come quelle che cancellavano i debiti, prima di venire soppressa nel sangue. Per Marx la Comune di Parigi rappresentò il primo esempio concreto di "dittatura del proletariato"; egli sostenne con forza il coraggioso esperimento politico anche se in un primo momento ritenne l'impresa troppo azzardata.


L'Unione Sovietica

La Rivoluzione d'Ottobre
La falce e il martello, simbolo internazionale del Comunismo, rappresentano l'unità fra i lavoratori delle città (martello) e quelli delle campagne (falce). Per approfondire, vedi la voce Rivoluzione russa.

L'uso del termine comunista cambia (e acquisisce un significato distinto da socialista) quando nel 1917 il Partito Operaio Socialista Democratico Russo (bolscevico, distinto dall'omonimo partito menscevico) partito leninista, assieme alla frazione di sinistra del Partito Socialista Rivoluzionario, conquista la maggioranza nei Soviet e prende il potere in Russia con la Rivoluzione d'ottobre, la quale successivamente, 1922, porterà alla fondazione della Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Dopo la rivoluzione Lenin propone infatti alle fazioni rivoluzionarie dei socialisti marxisti di espellere la fazione riformista, cambiare il nome dei loro partiti in Partito Comunista e unirsi in una nuova Internazionale (la terza), 1919, che poi diventa l'Internazionale Comunista, abbreviato in seguito in Comintern. La nuova Internazionale si ispira al modello sovietico, accetta, implicitamente, la leadership del Partito Comunista Panrusso (Bolscevichi) e adotta la versione bolscevica del marxismo. Ogni partito che voleva aderire doveva accettare le "Ventuno Condizioni" decise dal secondo congresso dell'Internazionale, fra le quali la dodicesima che indicava che i partiti aderenti dovevano basarsi sul principio del centralismo democratico, che prevedeva la possibilità di ampio dibattito interno ma che impediva l'espressione all'esterno di questo dibattito ed una organizzazione di tipo centralizzata con vasti poteri al centro.

Nel pensiero di Lenin, come nel marxismo classico, il primo passo della presa del potere da parte del proletariato consisteva in una rivoluzione: il dominio borghese doveva essere sostituito dalla funzione-guida del proletariato (nel pensiero marxista classico questa fase viene chiamata, in opposizione polemica alla effettiva dittatura della borghesia, dittatura del proletariato). Lenin però, che aveva ripreso e ampliato la teoria di Hobson sull'imperialismo, a differenza di Marx che credeva che la rivoluzione sarebbe avvenuta nei paesi in cui il capitalismo era più avanzato, ipotizzò che la rivoluzione potesse avvenire prima nelle nazioni arretrate, come la Russia zarista, che erano più fragili perché subivano contemporaneamente sia le sollecitazioni interne del cambiamento sociale sia la pressione concorrente degli stati confinanti, economicamente e socialmente più moderni. Lenin puntava sul movimento di massa, alla cui testa doveva porsi il proletariato guidato da un'avanguardia proletaria composta di partiti coesi, bene organizzati e retti da una rigida disciplina. Questa versione del marxismo rientra nella teoria detta leninismo.

La maggior parte dei socialisti rivoluzionari accettarono dopo qualche perplessità la proposta. Non mancarono però gli accesi critici di Lenin, come Rosa Luxemburg che intravide l'involuzione dittatoriale che la Rivoluzione d'Ottobre stava prendendo sotto la direzione del partito bolscevico.


Stalin e l'URSS
Josif Stalin Per approfondire, vedi la voce Stalin.

La politica sovietica e la prassi comunista cambiarono radicalmente con l'ascesa, del successore di Lenin, di Stalin; questi elaborò una ideologia, il marxismo-leninismo, che per alcuni, sotto la facciata della continuazione del pensiero di Marx e di Lenin, trasformò l'URSS in un regime totalitario del XX secolo, mentre per altri non fece altro che accentuare e sviluppare il carattere totalitario già insito nell'ideologia nella rivoluzione bolscevica.

L'ascesa di Stalin corrispondeva all'ascesa al potere della burocrazia che effettivamente disponeva dello Stato e dei mezzi di produzione. Ciò richiedeva la liquidazione dei rivoluzionari. Stalin prima estromise dal potere con complesse manovre il vecchio gruppo dirigente bolscevico, del quale Leon Trotsky era l'esponente più brillante, quindi si sbarazzò uno a uno dei suoi vecchi compagni di lotta ed anche dei giovani rivoluzionari, accusandoli di varie deviazioni politiche e tradimenti immaginari (Grandi purghe degli anni '30 che videro tra le vittime quasi tutti gli esponenti del vecchio gruppo dirigente bolscevico). Ogni forma di libertà fu eliminata e fu instaurato un regime di terrore in cui tutti potevano essere da un momento all'altro accusati di qualcosa, arrestati, torturati e, quando si trattava di membri del PCUS, spesso costretti ad ammettere i loro inesistenti delitti in pubblici processi prima di venire uccisi o internati in campi di concentramento (il gulag). Queste persecuzioni si estendevano anche alle famiglie ed agli amici dei perseguitati.

Alla passione ed alle idee della rivoluzione del 1917 si sostituì il potere degli apparati e l'arbitrio di Stalin. La collettivizzazione forzata e la repressione dei movimenti indipendentisti (che provocarono milioni di morti - vedi lo sterminio dei Kulaki e l'Holodomor), nonché l'industrializzazione sotto la guida statale non avevano più lo scopo di creare una qualche forma di società socialista ma piuttosto quella di rafforzare la nazione sovietica e il potere del suo dittatore. La politica estera machiavellica di Stalin passava dal sostegno aperto ai movimenti antifascisti quando la sua posizione poteva uscirne rafforzata, alla ricerca di un compromesso semi-segreto con la Germania nazista per spartirsi la Polonia e altri territori già parte dell'impero russo (Patto Molotov-Ribbentrop, 1939). Le indicazioni che impartiva ai partiti comunisti (il Comintern era ormai diventato una cinghia di trasmissione delle volontà della dirigenza sovietica anziché un luogo di discussione) erano ugualmente capaci di subire brusche sterzate da un momento all'altro. Ad ogni "capriola ideologica" chi sosteneva una tesi contraria veniva perseguitato e tacciato di tradimento.

Negli anni '30 anche alcuni militanti comunisti occidentali si accorsero della piega che la situazione stava prendendo in URSS, fra questi Boris Souvarine, André Gide e George Orwell. In Italia nel 1931 venne espulso Ignazio Silone dal Pci per aver criticato Stalin. Stalin tuttavia raggiunse una ampia popolarità [citazione necessaria]. Seppe presentarsi ai comunisti come una guida solida e abile, alla sinistra in generale come uno dei pochi leader che facesse qualcosa per combattere il fascismo (almeno prima del Patto Molotov-Ribbentrop). Con l'avvento del fascismo molti avevano infatti cominciato a pronosticare la morte della "democrazia borghese" e a ritenere che fascismo o comunismo sovietico fossero le sole vie possibili. L'abilità manipolatoria della propaganda e l'impossibilità per molti militanti comunisti di visitare di persona l'URSS (diversamente dai dirigenti del partito) e rendersi conto della reale situazione del paese favorirono il dittatore. Già dagli anni trenta importanti scrittori progressisti, come André Gide, dopo il viaggio in Unione Sovietica, organizzato dalle autorità sovietiche, criticarono la natura di quel sistema:

« E io penso che in nessun paese oggi, fosse pure nella Germania di Hitler, lo spirito sia meno libero, altrettanto asservito, intimidito (leggi: terrorizzato), schiavo. »
(André Gide, Retour de l'URSS, 1936)

Tra le testimonianze, in parte comparse solo più tardi, sui campi di concentramento staliniani possiamo citare quella di Alexander Solzhenitsyn, e tra le opere letterarie di denuncia sulla repressione staliniana il romanzo Buio a Mezzogiorno di Arthur Koestler, che aveva rotto con il comunismo proprio per questa ragione. Altri intellettuali che spezzarono il conformismo sull'URSS, allora imperante nel mondo progressista, furono George Orwell, André Gide, Ignazio Silone (tutti e tre ex-comunisti). Anche Antonio Gramsci, l'ex segretario del Partito Comunista d'Italia, dal carcere dove era detenuto a causa della sua opposizione al fascismo, fece conoscere la sua opposizione alla persecuzione di Trotzkij e dei vecchi dirigenti bolscevichi.

Alla fine della seconda guerra mondiale il potere di Stalin e la sua ideologia si espansero nelle zone che l'Armata Rossa aveva liberato dal nazismo ed occupato. Dove esisteva un movimento comunista di massa, come in Cecoslovacchia, le purghe eliminarono presto i dirigenti non in linea con l'URSS o non sufficientemente malleabili. Alla fine l'Europa orientale aveva visto nascere una cintura di Stati satelliti saldamente controllati dall'URSS e con sistemi politico-sociali ricalcati sul modello sovietico.

La reazione dell'Occidente, che in quel momento voleva dire soprattutto Stati Uniti d'America, all'espansione dell'influenza dell'URSS portò ad un progressivo irrigidimento dei due grandi blocchi che si configurò come guerra fredda.

L'espansione dell'ideologia marxista-leninista andò oltre l'avanzata dell'Armata Rossa, raggiunse infatti la Repubblica Popolare Cinese, che sarebbe stata proclamata nel 1949 da Mao Tse Tung e l'Albania di Enver Hoxha che erano il frutto di una lotta civile e di una resistenza antifascista interne, a queste va aggiunta la Repubblica socialista federale di Jugoslavia presieduta dal Maresciallo Tito, nella quale l'Armata Rossa non si stabilì pur avendo partecipato alla lotta per la liberazione dell'occupazione nazista. I governi di questi paesi dopo un primo periodo di buoni rapporti dimostrarono che non avevano nessuna intenzione di sottomettersi passivamente ai dettami dell'URSS quindi in epoche differenti ruppero con l'URSS teorizzando anche una propria versione dell'ideologia marxista-leninista: maoismo, hoxhismo (chiamato a volte enverismo) e il titoismo, metodologicamente non dissimili dallo stalinismo e, comunque, espressione del cosiddetto capitalismo di Stato in varie versioni.


Dopo Stalin
Dopo la morte di Stalin nel 1953 ci furono da parte dei paesi e dei partiti satelliti dei tentativi di scrollarsi dal pesante dominio sovietico ma questi tentativi vennero repressi duramente. I partiti dell'europa occidentale, già membri del Comintern, seguirono le posizioni dell'URSS in linea generale fino al 1968, la Primavera di Praga, quando per la prima volta non furono d'accordo con le scelte fatte dalla dirigenza sovietica. Da quel momento in poi questi partiti si allontanarono sempre più dall'ideologia marxista-leninista fino a quando verso la fine degli anni settanta si spostarono su posizioni eurocomuniste.


Crollo del Muro
Verso la fine del secolo XX lo stato di necessità economica e sociale in cui versava l'URSS spinsero i vertici del partito comunista sovietico ed in primis il Presidente Mihail Gorbačëv ad attuare una politica di rifondazione dello stato e di apertura al mondo occidentale, definita al tempo Perestrojka. A partire da questo momento (1985) il cammino dell'URSS si farà sempre più aperto allentando la stretta sull'Europa orientale, sul regime illiberale e sulla chiesa ortodossa.

In alcuni paesi (Cina, Corea del Nord, Cuba, Laos, Vietnam) permangono al potere dei regimi controllati da partiti che erano espressione dell'ideologia marxista-leninista e delle sue variazioni, ma hanno adottato in misura più o meno ampia un' economia improntata a criteri pragmatici. Nei cinque stati a regime comunista vivono, complessivamente, circa 1.428.000.000 di persone.




Trotsky e il comunismo rivoluzionario
Lev TrockijLev Trotsky, il teorico della Rivoluzione Permanente, bollato come il traditore numero uno e costretto a fuggire dall'URSS, denunciò la politica di Stalin ma con scarso successo. Fondò nel 1938 la Quarta Internazionale, formata da gruppi e partiti comunisti dissidenti definiti, ma non da lui, trockijsti, ma fu ucciso nel 1940 in Messico da un sicario di Stalin.

Nonostante Lenin preferisse Trockij come successore, Stalin riuscì ad esautorarlo e ad esiliarlo, riuscendo a portare a compimento il proprio progetto di Stato e di Partito. Ne risultò una società paralizzata da un apparato burocratico elefantiaco. La cura a questa situazione fu teorizzata da Trockij ne "La rivoluzione tradita" e consisteva in una seconda rivoluzione ("politica" in contrasto a quella "sociale" dell'Ottobre) che avrebbe dovuto portare il popolo a riprendersi lo Stato, togliendolo di mano ai "burocrati" che avevano assunto il ruolo di casta privilegiata al potere (non però di nuova "classe dominante") al posto dei lavoratori salariati.


I movimenti comunisti nell'antifascismo
La prima guerra mondiale, con i suoi milioni di morti, e la crisi economica del 1929 sembravano, nella visione dei comunisti e più in generale della sinistra, confermare la crisi del capitalismo e dell'imperialismo. Allo stesso tempo però i comunisti, insieme alle altre forze di sinistra dell'epoca, dovettero prendere atto di un fenomeno nuovo: la crisi e l'impoverimento delle nazioni europee non portava a rivoluzioni progressiste, ma all'abolizione della democrazia e all'affermarsi di regimi autoritari di destra, di cui gli esempi più eclatanti erano il fascismo italiano e il nazismo tedesco.

L'avvento del fascismo colse i comunisti come le altre forze politiche impreparati: ma essi furono tra i pochissimi a cercare di organizzare una vera resistenza e a mantenere un'organizzazione clandestina anche dopo l'affermazione del regime. Il ruolo fondamentale svolto dai comunisti nell'antifascismo è stato spiegato in diversi modi: essi erano per lo più persone con forti convinzioni ideali, preparate a un'eventuale azione clandestina e alla possibilità di essere perseguitate per le loro idee politiche. Inoltre i comunisti che militavano nei partiti membri del Comintern avevano alle loro spalle l'organizzazione di questa e il prestigio dell'URSS, anche se non sempre i sovietici li appoggiarono in modo effettivo. Nel primo periodo, infatti, lo sforzo antifascista dei comunisti ebbe un grosso limite nella politica del Comintern di considerare le forze riformiste di sinistra nemici da combattere anziché alleati: il termine "socialfascismo" coniato per bollare i socialdemocratici fu la manifestazione più evidente di questo atteggiamento. Si pensava infatti che il fascismo sarebbe stato un fenomeno transitorio (tesi questa condivisa da molti osservatori dell'epoca), che sarebbe crollato lasciando via libera alla lotta tra comunisti e loro oppositori per creare una società alternativa al capitalismo e che i socialdemocratici, compromessi con le forze conservatrici, si sarebbero trovati dalla parte opposta delle barricate. Questa politica fu in parte imposta da Stalin e in parte inizialmente caldeggiata da alcuni partiti comunisti, come il Partito Comunista Tedesco, che erano divisi da un'aspra rivalità con i socialdemocratici. Per ulteriori approfondimenti su questo punto si può leggere Nascita e avvento del fascismo dell'ex comunista italiano Angelo Tasca, e Da Potsdam a Mosca di Margaret Buber-Neumann, compagna di uno dei principali dirigenti del Partito Comunista tedesco.

Le conseguenze disastrose dell'avvento del fascismo e la repressione da parte dei regimi fascisti di coloro che professavano l'ideologia comunista (fra le numerose vittime Antonio Gramsci, secondo segretario del Partito Comunista d'Italia, morto al termine di una lunga carcerazione durante la quale non ebbe pieno accesso alle cure mediche necessarie per il suo grave stato di salute) portarono a un ripensamento della posizione del Comintern e alla nuova politica dei Fronti Popolari, alleanze di tutte le forze di sinistra in funzione democratica e antifascista: il primo esempio di Fronte Popolare fu quello spagnolo che vinse le elezioni nel 1936 (vedi anche voce Guerra civile spagnola). Poco tempo dopo anche in Francia si affermò un governo di Fronte Popolare, formato da socialisti e radicali e appoggiato dai comunisti dall'esterno.

Durante la guerra di Spagna la sezione locale del Comintern, che inizialmente nel paese non era che un piccolo partito, acquisì una forza e un prestigio notevole grazie agli aiuti militari che l'URSS fece pervenire ai repubblicani spagnoli e che si trovò a gestire. Il Comintern favorì la nascita e l'organizzazione delle Brigate Internazionali, che erano aperte agli antifascisti di ogni tendenza politica, che permisero a chi voleva dare il suo contributo individuale alla causa spagnola di partecipare alla lotta.

Proprio in Spagna però si manifesta, fuori dall'isolamento dell'URSS, la repressione staliniana dei comunisti che non volevano piegarsi alle posizioni del Comintern. In questo paese esistevano infatti un forte movimento anarchico (vedi paragrafo comunismo anarchico) rappresentato dai sindacati FAI (Federación Anarquista Ibérica) e CNT (Confederación Nacional del Trabajo), e un piccolo ma attivo partito marxista di vaga ispirazione trockijsta e antisovietica, il POUM (Partido Obrero de Unificación Marxista). La principale differenza di indirizzo politico tra POUM e i filo-sovietici durante la guerra era che i primi ritenevano inseparabili guerra antifascista e rivoluzione socialista, mentre per i secondi ogni altro obiettivo doveva essere subordinato alla vittoria sul generale Francisco Franco e i suoi miliziani. Sotto istigazione di Stalin il POUM venne accusato di essere un movimento di traditori che "oggettivamente" favorivano i fascisti e i suoi membri perseguitati (Andreu Nin, il segretario, venne torturato e assassinato in carcere). Parallelamente gli esperimenti di "comunismo libertario" e autogestito degli anarchici venivano scoraggiati o interrotti, anche se i dirigenti anarchici riuscirono per lo più a salvarsi dal terrore staliniano grazie alla loro forza politica. Il 17 maggio 1937 a Barcellona si ebbero addirittura violenti scontri armati tra POUM e CNT da una parte e combattenti inquadrati nelle organizzazioni del PCE (Partido comunista de espana) dall'altra. Questi fatti sono stati riportati tra gli altri da George Orwell, allora combattente in Spagna in Omaggio alla Catalogna e trasposti cinematograficamente da Ken Loach in Terra e Libertà.

Il movimento comunista si è impegnato anche nella resistenza all'occupazione nazifascista, durante la seconda guerra mondiale. In Europa notevole fu l'impegno nella resistenza jugoslava, italiana, francese, greca, polacca, cecoslovacca e in Asia nella resistenza cinese, malese e filippina.
Esperienze comunitarie moderne
Attualmente un piccolo numero di persone, provenienti soprattutto dalle regioni industrializzate, hanno scelto di uscire dalla società moderna e di vivere in comunità, piccole società alternative: il fenomeno vide il suo apice durante il boom della contro-cultura negli anni 1960, ma in misura ridotta dura tuttora. Queste persone sono spesso designate come nuovi bohemién o hippies.


Critiche al comunismo
Per approfondire, vedi la voce critiche al comunismo.

La dottrina della Chiesa si è sempre pronunciata a favore dell'inviolabilità della proprietà privata vista come prolungamento della persona stessa. La messa in comune della proprietà è proposta dalla Chiesa solo su base volontaria come gesto di adesione ai consigli evangelici.[citazione necessaria]

Molti scrittori e attivisti politici si sono dimostrati critici nei confronti del comunismo: dissidenti del blocco sovietico Alexander Solzhenitsyn, Arthur Koestler e Vaclav Havel; economisti Friedrich von Hayek, Ludwig von Mises e Milton Friedman; storici e sociologi Hannah Arendt, Robert Conquest, Daniel Pipes e R. J. Rummel; filosofi come Karl Popper, per citarne alcuni.

Alcuni studiosi, tra questi Conquest, portano come argomento contro le teorie marxiste[citazione necessaria] la violazione dei diritti umani da parte dei regimi comunisti, particolarmente a opera di Stalin e Mao Zedong.

La maggior parte degli studiosi e dei politici contrari al comunismo tendono a vedere le vittime e i reati causati dai regimi comunisti[1] come conseguenze inevitabili del marxismo realizzato[citazione necessaria], quelli filocomunisti solitamente sostengono la mancanza di un rapporto tra gli ideali e quanto compiuto dai vari regimi a essi ispirati. In particolare, quello sovietico ai tempi di Stalin, viene visto come una degenerazione del marxismo.

Sono presenti anche le critiche alle teorie economiche sviluppate da Marx e marxisti[citazione necessaria]. Hayek, tra gli altri, sostiene che il possesso collettivo dei mezzi di produzione può essere mantenuto solo attraverso un'autorità centrale di qualche tipo, che tende, a causa dell'enorme potere del quale è investita, a diventare totalitaria, violando le libertà civili e politiche quindi eliminando tutti gli oppositori politici. L'economista sostiene inoltre che libertà e diritti possano essere conservati solamente attraverso la salvaguardia della proprietà privata e dell'economia di mercato ossia due libertà essenziali per la teoria liberale e liberista.


Storia del termine
Nonostante l'idea di una società comunista si sia sviluppata fin dall'antichità, i termini socialismo e comunismo sono di origine settecentesca e divengono di uso comune solo con l'affermarsi della Rivoluzione industriale. Nonostante ciò, il termine comunismo spesso viene usato per descrivere tutte le teorie, anche antecedenti alla nascita del termine, che prevedono il possesso collettivo dei mezzi di produzione e l'abolizione della proprietà privata. Molte di queste teorie però mancano di alcune fondamentali caratteristiche del comunismo moderno e contemporaneo (in particolar modo l'assenza di classi e l'egalitarismo). In questi casi si usano quindi anche termini differenti per marcare questa differenza: si parla di teorie comunistiche, o di comunismo ante litteram.

Fino alla pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista nel 1848, i termini socialismo e comunismo erano considerati intercambiabili. Nell'opera, invece, Marx ed Engels operano la suddivisone tra «socialismo utopistico» e «socialismo scientifico», che essi chiamano anche comunismo. Gli autori volevano evidenziare polemicamente le differenze tra le teorie socialiste allora diffuse (Saint-Simon, Fourier, Proudhon e Owen) e la loro, che si proponeva di essere scientifica, in quanto basata su fatti e leggi, e non su idee od utopie. Scrivono infatti nel Manifesto: «Le proposizioni teoriche dei comunisti non poggiano affatto su idee, su principi inventati o scoperti da questo o quel riformatore del mondo. Esse sono semplicemente espressioni generali di rapporti di fatto di una esistente lotta di classi, cioè di un movimento storico che si svolge sotto i nostri occhi». Nonostante le loro affermazioni, molti hanno criticato che il marxismo sia in effetti scientifico: in particolare Karl Popper, che basa la sua critica sulla non falsificabilità delle teorie marxiste.

In ogni modo il termine comunismo continuò a essere un sinonimo di socialismo per tutto l'ottocento: basti ricordare che i partiti che prendevano parte alla Seconda internazionale, tutti di ispirazione marxista, venivano tutti denominati socialisti o socialdemocratici. La definitiva separazione dei due termini avvenne per iniziativa di Lenin: nel 1917 il Partito Operaio Socialdemocratico Russo, per evidenziare il distacco tra le posizioni del socialismo riformista e il socialismo rivoluzionario, assunse la denominazione di Partito Comunista Russo. Da allora si definiscono comunisti tutti i partiti di ispirazione rivoluzionaria, mentre socialisti o socialdemocratici si definiscono i partiti sostenitori di un avanzato programma di riforme che rimangano tuttavia nell'alveo della società capitalistica, senza proporsi l'obiettivo di una trasformazione socialista della società.


Mizoguchi  20/03/2008 13:30:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
poi guarda che, in riferimento al caimano, per schifare berlusconi non bisogna mica essere per forza comunisti (questi ragionamenti fanno solo comodo a lui) basta avere giusto una buona terza media
mikland83  05/05/2008 22:18:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"scrivendo"questo tipo di commento dimostri semplicemente la tua ignoranza..Scrivi cose che neanche capisci,sei patetico.
Mizoguchi  20/03/2008 13:08:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
come sei servizievole...
Invia una mail all'autore del commento wega  20/03/2008 12:48:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Interessante, ovviamente mi stavo illudendo all'inizio che non fosse un copia e incolla, comunque davvero interessante, lo leggerò.
Mizoguchi  20/03/2008 13:11:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
part. pres. di ignorare
¶ agg.
1 che non sa, non conosce, non è informato; che è privo del tutto o in parte di determinate nozioni: essere ignorante di musica, in matematica | (assol.) non sufficientemente preparato nello studio o nella professione, nel mestiere che fa: uno scolaro, un giornalista, un tecnico ignorante. DIM. ignorantello, ignorantuccio ACCR. ignorantone PEGG. ignorantaccio
2 che non ha istruzione, che è senza cultura: una persona ignorante
3 (fam.) privo di buona educazione
¶ s. m. e f. persona ignorante: comportarsi da ignorante
§ ignorantemente avv. da ignorante.
Mizoguchi  20/03/2008 13:21:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
se sei così fesso da giudicare con la politca il cinema sei proprio fuori strada, cambia canale invece di vedere emilio fede che si rifugia dietro facili schematismi ed etichetta moretti come comunista senza sapere magari manco aver visto i film e senza sapere un H di cinema,
è inutile che vieni a parlare di queste stupide etichette a me che sono un cinefilo di rango superiore, un intelletuale libero e finissimo.

Se proprio vuoi parlare di politica nel cinema a me piace tranquillamente moretti, quanto un bel friedkin tosto (e tanto schifato dalla critica sinistrorsa, quei fessi che come te si schierano dietro stupide etichette politiche) o un bel poliziesco di siegel o per esempio "mano pericolosa" di fuller (con tanto di propaganda antisovietica) giusto per fare qualche esempio...


Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  20/03/2008 13:25:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sottoscrivo in pieno tutto. Purtroppo l'onestà intellettuale e la libertà di giudizio sono doti rare, da una parte e dall'altra, oltre che grandissimo indice di intelligenza.
Invia una mail all'autore del commento wega  19/03/2008 09:37:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oh ma basta, e poi neppure su questi film, come "Nosferatu" mi vedo nascere delle discussioni costruttive ed interessanti, passi scemoescemo...ma andate la per piacere a scrivere stronz.ate. (ecpt. Mizoguchi)