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METROPOLIS (1927) regia di Fritz Lang

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Lucignolo90     8½ / 10  09/11/2012 20:07:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto molti film muti ultimamente, come il succitato, e altri 4-5....e devo dire che questo è uno di quelli che mi è piaciuto meno nonostante la sua fama.
Oh...sgombriamo il campo da equivoci: TECNICAMENTE E' DA 10. Ha delle riprese aeree (che cmq sono "artefatte" ma rendono benissimo davvero) strabilianti e si vede subito che è stato fonte d'ispirazione di moltissimi film (come non pensare alla downtown di Blade Runner?) e in generale è un'opera maestosa per mezzi materiali e umani proprio in termini di comparse e le varie tecniche di ripresa sono all'avanguardia e nob fanno invecchiare il film eccessivamente nemmeno se lo si vede oggi.
La nota un pò meno lieta l'ho riscontrata nella trama: molto semplicistica e un pò retorica, sulle varie differenziazioni fra classi e la rivendicazione di una vita migliore, ok . Ma se fin qui non c'era nulla di male, mi è sembrato invece proprio superato il romanticismo di cui è intrisa la pellicola: questa storia del mediatore, del "cuore" che deve essere trovato come punto di incontro tra i pensieri del cervello (di chi dirige il tutto) e le braccia degli operai, non me l'aspettavo una cosa del genere in tale kolossal e soprattutto da Fritz Lang (avendo visto suoi film sò che è un autore sublime: M, il grande caldo, la strada scarlatta, tutti film che ho visto e adorato).

C'è da dire che questo non era il finale voluto da Lang che era molto più fatalista (ahhh e ora qualche conto torna) ma quello scritto dalla moglie, che è anche la sceneggiatrice di Metropolis.

Una cosa che invece mi è piaciuta del regista è il suo saper mantenere una narrazione, banale o meno, cmq chiara nonostante i numerosi rimandi religiosi e ai vari simbolismi del film, in cui magari eccede per me, e io li vedevo più adatti a fantasy come "I Nibelunghi" piuttosto che in un'opera sci-fi come questa. Però bisogna anche considerare che la visione di un film di fantascienza di allora era sicuramente diversa da quella, più avveniristica e meno letterale, che si ha oggi.