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METROPOLIS (1927) regia di Fritz Lang

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Invia una mail all'autore del commento tycooko     10 / 10  25/12/2004 17:54:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Su questo film si è tanto detto. Ve ne sono almeno tre versioni, che variano in durata, colonna sonora e persino tipo d'immagine (ce n'è infatti una a colori). Ma il fine non cambia mai: mettere davanti agli occhi dello spettatore un'opera visivamente eccezionale e orchestralmente divina (almeno quando la musica è diretta da Gottfried Huppertz), diretta magistralmente dal grande Fritz Lang (che in America fu "accusato" di comunismo, ma si difese da tali implicazioni dichiarandosi, piuttosto, liberale. Non date troppo peso a queste chiacchiere, comunque, visto che anche il DIO Charlie Chaplin le ricevette e fu costretto a fuggire dagli Stati Uniti. Come dire che anche a quei tempi gli americani si facevano riconoscere... Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno...). Ad ogni modo anche i nazisti non compresero il film di Lang (ah, si concedevano anche il tempo di vedere i film, tra uno sterminio e l'altro?), credendolo in principio parte del loro movimento, poi (per il tema della riconciliazione tra padroni e servitori) lo rifiutarono, tant'è che Lang fuggì dapprima in Francia e poi in America.
Film bellissimo ma contestato, quindi, ma nulla potrà contrastare la potente ondata d'emozioni diretta ai vostri cuori quando lo vedrete.
Tra l'altro, fa cadere ogni critica negativa verso i film "di una volta", mossa di solito dall'ignoranza: i titoli di testa durano appena un minuto, quindi non preoccupatevi, non dovrete attendere molto per vedere il film vero e proprio, benché sia muto, non vi sono le irritanti e malinconiche corniciette che circondano le scritte, non vi sono le interminabili carrellate della camera e neanche gli eterni primi piani francesi. Quindi, potete tirare un sospiro di sollievo!
Potremo parlare per ore degli operai che si muovono in forme geometriche, della città costruita come una grande fabbrica di giocattoli pulsante, delle macchine che sembrano avere un anima, della divisione in altezza dei poteri (e, quindi, della qualità di vita), della rabbia dell'uomo contro la macchina... Insomma, questa pellicola è filosofia pura, ma non mi dilungherò oltre.
Fantascientifico, emozionante, commovente, ha tutti i requisiti per diventare una delle colonne portanti della storia del cinema.
"Il mediatore tra testa e mani deve essere il cuore". Non dico altro.