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LA MORTE IN DIRETTA regia di Bertrand Tavernier

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Angel Heart     7½ / 10  17/02/2011 17:36:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Inutile dilungarsi più di tanto sul messaggio, la critica e la genialità dimostrata dal regista Tavernier con questo film: con trent'anni di anticipo era riuscito ottimamente a dipingere il mondo avido e cinico dei mass media (gli ascolti prima di tutto) e dei reality show come lo conosciamo oggi (non siamo ancora arrivati a spettacolarizzare sull'autentica morte in diretta, ma se andiamo avanti così, visto il nostro bisogno di apparire e di vedere, davvero poco ci manca). Davvero, ci si potrebbe scrivere intere enciclopedie ed aprire innumerevoli dibattiti al riguardo (io stesso avrei papiri da scrivere sull'argomento). Perciò passo direttamente al film e alle sue componenti tecniche. Poco da dire: una grande e triste storia splendidamente fotografata da Pierre-William Glenn e abilmente narrata da regista e attori (tutti eccellenti, con ovvia menzione speciale per le "vittime" Schneider e Keitel, e per il freddo creatore del grande fratello Stanton). Solo qualche lungaggine di troppo nella parte centrale ed un finale soddisfacente solo in parte.
Nonostante questo, il livello di interesse nello spettatore (queste parole, in questo specifico caso, mettono un pò i brividi) rimane alto per tutta la durata (basti pensare alla sconvolgente scena in cui la Schneider, durante un colloquio con Stanton, si finge agonizzante di dolore al che Stanton, quasi indifferente, fa chiamare un dottore e "una troupe per girare").
Straziante, riflessivo e, quel che è peggio, di un'attualità quasi angosciante.
Da recuperare.

Nota: molte delle tematiche affrontate qui verrano poi riprese nell'ottimo film di Weir "The Truman Show" (a mio parere, migliore dell'opera di Tavernier).
atticus  17/02/2011 18:42:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che bello! Sono contento che il film continui a suscitare pareri positivi.
Io credo che sia un film importante, soprattutto se si pensa che è del 1980. Per me è allo stesso livello del film di Weir, questo è molto più tragico, Truman invece aveva la speranza e il riscatto finale.
Angel Heart  17/02/2011 21:48:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Atticus, come te la passi?
Un grande film, in grande anticipo sui tempi. Questo è molto più tragico è vero, ma Truman l'ho apprezzato di più proprio per quella vena ironica (ma comunque malinconica) con cui affronta il tutto.
Bellissima la scena che ho citato nel commento e quella di Keitel che urla il nome di Katherine in mezzo ai campi mentre si fa buio.

Non sapevo avessi scritto la recensione del film... ottimo lavoro.

atticus  18/02/2011 01:00:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Periodo buio, molto impegnato... Grazie per il complimento! ;)