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THE END OF EVANGELION regia di Hideaki Anno

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phemt     9 / 10  17/12/2007 09:45:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hideaki Anno deve essere un tizio al contempo molto furbo e molto bravo, talmente furbo e bravo da riuscire con Evangelion a creare un vero e proprio culto… E’ furbo perché non fa altro che mischiare gli stilemi classici dell’animazione anni 70 (robot con personalità, giovani piloti con i loro piccoli grandi problemi che spaziano dall’amore all’amicizia, cattivi mostruosi, capi oscuri ecc) con spunti molto più moderni e adatti ad un pubblico più maturo come intrighi politici, l’evoluzionismo e la ricerca della perfezione, la sessualità in tutte le sue forme, il cammino verso Dio, riferimenti biblici a iosa, problemi esistenziali, la solitudine, la mancanza di fiducia in se stessi, momenti weird, psicoanalisi, viaggi onirici ecc… Il tutto è fuso con grande bravura, ma soprattutto il tutto vive all’interno di un anime dal notevole effetto visivo infarcito di trovate più che ottime (la stracitata scena con Bach in sottofondo allo scontro di Asuka, l’arcobaleno dietro al primo incontro tra Shinji e Rey nell’appartamento di quest’ultima e la morte di Kaji giusto per fare qualche esempio sparso)…
Fondere e alternare tutti questi elementi e questi spunti in un singolo film è praticamente impossibile per chiunque (oddio forse Takashi Miike ci potrebbe riuscire ma questa è un’altra storia) ma quando si ha a disposizione una serie televisiva e un film (non considero come tale il sostanzialmente inutile Death & Rebirth) e si hanno delle buone qualità artistiche come Anno non solo è possibile farlo, ma è anche possibile tirare fuori un gran prodotto…
Ad onor del vero la serie almeno inizialmente non fa gridare al miracolo soprattutto per la presenza di troppi infantilismi (figli probabilmente dei sopra citati stilemi seventies) e se non avessi già faticosamente recuperato tutti gli episodi intorno al settimo probabilmente avrei bloccato la visione… E avrei fatto un grosso errore perché finalmente intorno al quindicesimo episodio la serie comincia a farsi estremamente interessante e la qualità delle puntate cresce costantemente raggiungendo l’apice nel ventunesimo “esplicativo” episodio… Gli ultimi due non mi hanno esaltato come è successo ad altri, per quanto interessanti da un punto di vista concettuale risultano troppo verbosi e filosofici per i miei gusti… Anno opta per un approccio sperimentale, quasi al limite dell’arty ma finisce per dire tanto senza dire niente e riempirci di psicoanalisi solo per farci fare qualche sana pippa mentale, non spiega nulla e malgrado la storia che gira secondo cui erano improvvisamente finiti i soldi e quei due episodi fossero un modo in tali condizioni di chiudere almeno momentaneamente la serie, rimane l’impressione che Anno stesse coglionando un po’ tutti…
The End però è un'altra cosa rispetto a queste ultime due puntate della serie e conferma ancora una volta le abilità di Anno… Ad una prima parte di azione davvero eccellente fa seguito infatti una seconda parte si filosofica ma senza esagerazioni e soprattutto più dosata e misurata… Rimangono dei dubbi circa l’operato di Anno che si conferma furbo con quel break reale e quel cinema (prima vuoto, poi colmo, poi vuoto) immagine speculare di chi questo film se l’è davvero visto al cinema, immagine speculare di quella generazione verso cui e di cui Anno parla, trovata forse ottima, forse geniale, ma non completamente convincente e secondo me anche un po’ tirata per i capelli…
Molte cose vengono spiegate (anche se non tutte in realtà) e si mantiene costante anche l’altissimo livello visivo di alcune singole scene (meravigliosa quella in cui i corpi si trasformano in LCL)… Il finale (per lo meno per come l’ho interpretato io) è una volta tanto un vero (letteralmente) nuovo inizio, triste e nel contempo poetico, aperto ma anche appagante…
Hiroki Endo (per chi vi scrive il miglior giovane mangaka attualmente in circolazione nonché uno dei migliori talenti sfornati dal Giappone) disse: “Evangelion è il più bell’anime del mondo perché racconta la storia che avrei voluto raccontare io”…
Forse è semplicemente questo il motivo per cui The End è così bello, o forse ancora più semplicemente è perché per quanto alcuni risvolti narrativi possano non convincermi, è raro vedere un prodotto così spettacolare e profondo allo stesso tempo…