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AMERICAN LIFE regia di Sam Mendes

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Terry Malloy     7½ / 10  12/12/2011 15:30:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Impietosa media per quello che è sicuramente il miglior film di Mendes.
Il migliore poiché mi è sembrato quello meno costruito e più spontaneo, quello che non cerca l'oscar e l'approvazione di tutti, ma con coraggio delinea una situazione tutt'altro che algida e banale come effettivamente potrebbe sembrare e come è stato osservato dagli spettatori e dalla critica.

"American Life". Ci riprovano in Italia (ma solo qui, ahimè) a far di nuovo incetta di denari al botteghino, appioppando un titolo sicuramente pertinente, ma che puzza di guadagno facile. Si sa, la parola "American" apre molte, moltissime porte e moltissimi portafogli, soprattutto se il primo, acclamatissimo e amatissimo, film di Mendes s'intitola "American Beauty". Non mi ricordo bene, ma quando al cinema vidi il trailer di questo "Away We Go" c'era proprio la formula magica: "Dal regista Premio Oscar di American Beauty"..guai a ricordarsi il nome eh.

Ma queste sono sottigliezze. Le medesime che mi hanno portato a notare (ahimé sono un perfettino) il protagonista che dorme con gli occhiali (comodo! Ma soprattutto: sensato), una sterile sterile citazione a Pulp Fiction ("lo sai cosa ci mettono sulle patatine a Montreal?"...ma io dico: tu scegli il posto in cui vivrai e crescerai tua figlia in base al sugo di carne?), la immancabile, odiosissima, nauseabonda, terribile, terrificante battuta sui cattivissimi soldati russi e sulla paura di morire di una comune malattia terminale (come se a tua figlia importasse qualcosa di COME sei morto, magari le dà da fare che SEI morto no?), resa ancor più detestabile dal fatto che viene pronunciata sull'altrettanto immancabile salto-salto (o come ***** si chiama), che in America è tipo l'equivalente del nostro nano da giardino. Volete mettere l'imprescindibile fascino di un nano da giardino paragonato a un inutile, quanto ingombrante salto-salto? Mah. Queste, dicevo, son sottigliezze. Ma non possono fare a meno di farsi notare, poiché il film è targato Mendes e Mendes, pur essendo in definitiva un bravo orsacchiotto del Cinema, mi sta troppo sulle palle per fargliele passare.

Ciò detto questo è un film davvero bello. Oddio, davvero no. Però è bello. Bello soprattutto a partire dalla divertentissima scena del passeggino. Un tocco di vita in quella che è una delle commedie più depresse che abbia mai guardato. Depressa come gli occhi della splendida Verona, depressa come il continuo (ma commuovente) tentativo di Burt di stare accanto a una donna troppo intelligente per non rendersi conto del mare di mer.da in cui una giovane (non più giovane) coppia di fidanzati (e il matrimonio non cambia certo le cose) si ritrova oggi in America (ma non solo, direi) se aspetta un pargolo e ha la sfi.ga (piuttosto comune, ancora direi) di avere dei genitori morti, o praticamente morti, nonché qualche piccolo problema nel trovare lavoro, e sostanzialmente un parco amici imbarazzante. Insomma, più soli della parola "soli". Soli...che si amano. Sembra quasi una maledizione essere innamorati.
Ma, tranquilli, è una commedia e finisce bene. Con tanto di splendide quanto scontate colonne sonore country da Manuale del Road-Movie.
This Must Be The Place.