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DARK TALES OF JAPAN regia di Norio Tsuruta, Takashi Shimizu, Kôji Shiraishi, Yoshihiro Nakamura, Masayuki Ochiai

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Ciaby     8½ / 10  26/02/2010 20:12:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo essermi visto il brutto "Mail", concedendomi una piccola pausa dallo studio, ho deciso di vedermi un altro horror giapponese che avevo in wishlist: "Dark Tales Of Japan", film ad episodi girato da registi d'eccezione (solo i nomi celebri fanno gridare all'ovazione) per il mercato homevideo nipponico. E sono felice di annunciare che questo è un horror con i contro*****. Essendo un film formato da piccole storie, ne recensirò una dopo l'altra.

THE SPIDERWOMAN di Yoshihiro Nakamura (Fish Story, The Two In The Tracksuits, The Booth, The Glorious Team Batista)


Una leggenda metropolitana invade il Giappone: secondo molti, in una zona poco precisata della nazione, si aggira una donna-ragno pronta a mietere vittime e tramutarle in ragni. Per ottenere uno scoop riguardo alla storia (che storia, ovviamente non è) un giornalista inizierà ad indigare, ma finirà egli stesso vittima della maledizione...

L'esordiente Nakamura, prima voltato all'horror e poi alla commedia bizzarra (suo il promettente "Fish Story"), realizza un corto che sembra ricalcare i clichè dell'horror nipponico, ma soffoca tutto in un clima claustrofobico-surreale e realizza una favola nera a tinte folli difficilmente dimenticabile. Gli effetti speciali sono poco memorabili (a causa di un budget decisamente televisivo), ma riescono comunque ad incutere i graditi salti sulla sedia. Breve e intelligente, ma non il migliore del lotto. (Voto: 7.5)


CREVICES di Norio Tsuruta (Ring 0: Birthday, Premonition, Dream Cruise, Orochi)


Un giovane uomo decide di entrare nell'appartamento di un amico scomparso. Troverà un nastro che documenta le sue ultime ore di vita e, ben presto, lui stesso cadrà nell'orrore più profondo

Altro grande nome, Norio Tsuruta, decide di non puntare all'originalità come Nakamura, ma di ricalcare ancora una volta i clichè del cinema horror orientale: ecco che abbiamo in soli 10 minuti citazioni di "Ringu" (il fantasma che appare dietro al protagonista riflesso nella televisione), "Kairo" (il nastro rosso che permea porte, finestre e cassetti) e "Tales Of Terror From Tokyo" (la mano che scorre sui tatami, sulle tende, sulle porte...)... ebbene sì, è una piccola storia che ruba un po' da tutti, ma è incredibilmente efficace. Tsuruta non avrà alcuna vergogna, ma riesce a realizzare un piccolissimo horror in grado di terrorizzare e il colpo di coda finale, seppur prevedibilissimo, fa scattare subito un enorme balzo sulla sedia. Ebbene sì: fa paura ed è uno dei migliori tra gli episodi. (Voto: 9)

SACRIFICE di Koji Shiraishi (Noroi, Carved, Ju-Rei, Grotesque)

Una giovane ragazza di Tokyo ritorna nel suo paese di campagna dove ha passato l'infanzia e va a stare dalla madre. Il motivo della visita è fuggire da uno stalker che rende impossibile la vita della giovane, che non sa che il suo persecutore le ha mandato una maledizione...

Corto atipico per Shiraishi, che poi realizzerà il capolavoro "Noroi": un piccolo thriller colmo di suspense che tiene inchiodati alla poltrona ma che non scade nei piccoli spaventi improvvisi. La storia è vista e rivista, ma la messa in scena del grande regista horror giapponese riesce a renderla interessante e, alla fine, è un piccolo film da vedere. Grandissima atmosfera, grande coinvolgimento, angoscia che sale piano piano... un horror riuscitissimo, in poche parole (Voto: 8)

BLONDE KWAIDAN di Takashi Shimizu (Ju-On, Marebito, The Grudge, Reincarnation)

Un uomo d'affari giapponese si trasferisce a Los Angeles per un viaggio di lavoro: ha una passione insana per le donne bionde e le venera, disprezzando i capelli corvini delle sue conterranee. Il protagonista, con un vero e proprio feticcio per le giovani dai capelli biondi, legge storie su di loro, tiene fotografie e persino magliette di biondocrinite fanciulle. Non sa, però, che proprio un fantasma biondo vuole farlo fuori...

Brevissimo e autoironico episodio dell'ormai epocale Shimizu, che prima di sbancare ad Hollywood con il suo remake di "Ju-On", realizza questo minuscolo e divertentissimo divertissement di commedia nera e sano terrore. Un inedito Shimizu sarcastico se la prende con tutti: con Hollywood e la mancanza di originalità, con i remake americani degli horror giapponesi e con gli orientali che stravedono per l'Occidente. Sarà anche ipocrisia, ma il giovane regista giapponese ha realizzato un ottimo episodio, che termina in modo ironico, ma incredibilmente terrorizzante. Geniale l'attore protagonista (Voto: 8.5)

ma la migliore storia è ...

THE PRESENTIMENT Di Masayuki Ochiai (Infection, Hypnosis, Ombre Dal Passato)


Un uomo d'affari, solito a trascurare la famiglia per il lavoro, riceve una chiamata dalla moglie che, disperata, gli dice che se per questo giorno non tornerà a casa in orario si suiciderà. Più in fretta che può, l'uomo raggiunge l'ascensore, occupato da tre singolari individui: una coppia anziana e una giovane e bella donna, vestiti secondo la moda del passato. L'uomo non ci fa molto caso, fino a che l'ascensore non si blocca e la sicurezza, che nel frattempo sta arrivando in suo soccorso, gli dice che non ci sono quelle tre persone (tramite le telecamere di sicurezza) e che lui è solo. Ma chi sono quei tre individui? Sono fantasmi o qualcos'altro? E perchè lo guardano con tanta tristezza? Che sia un presagio?

E' doloroso vedere un regista come Masayuki ochiai realizzare una storia di così alto terrore, realizzare anni dopo un film orrendo come "Ombre Dal Passato" (uno dei più brutti remake di uno dei miei horror preferiti -"Shutter"-), perchè questo corto è sicuramente il migliore tra quelli presentati in "Dark Tales Of Japan", che mi ha agghianciato alla sedia con il cuore in gola. La storia sembra semplice, ma più scorre e più si fa avvincente, claustrofobica e paurosa. Masayuki dirige con mano felice e affida il suo corto ad un cast davvero convincente (protagonista eccellente) e spiega la rivelazione finale con uno dei più geniali e inaspettati colpi di scena di sempre. Un horror originale, avvincente e uno dei punti più alti della carriera di Ochiai, che guardacaso ama anche essere autoironico: sul finale, infatti, c'è una palesissima e esplicita citazione del suo bel "Infection" (Voto: 10)

VOTO FINALE: 8.5

Un film da vedere e, non solo per gli amanti dell'horror: avvincente, originale, sarcastico, pauroso, divertente... il massimo per chi cerca un bel po' di svago. Consigliatissimo.